Questo monte è probabilmente il Subasio, un gran montone di terra ben conosciuto da frate Francesco. Questi monti dell’Appennino direi che siano prossimi alla sparizione. Sono talmente vecchi che sono quasi tondi e levigati e sfarinati. Mi ricordo di aver studiato che, quando un monte – a suon di millenni – è stato tutto eroso dagli agenti atmosferici e praticamente sparisce, quello che resta (un ex monte spianato) viene chiamato “penepiano”. Leggi tutto…
«Cazzo! Ma perché non si levano dalle balle? ‘ste troie al volante»! Diede l’ennesimo colpo di clacson. Poi si accorse che non era colpa dell’auto guidata da una donna, ma che era un incidente a bloccare il normale scorrimento del traffico. Doveva arrendersi e restare in coda per chissà quanto tempo. «Porcoddio»! Non c’era niente da fare. Non gli restava che aspettare. Si accese l’ennesima sigaretta. Leggi tutto…
Non ricordo se questo racconto l’avevo già messo on line sul vecchio sito, ma forse no. Uscì in tempo lontanucci (era il ‘97) in una plaquette dal titolo L’asino blu (Flussi edizioni d’arte).
Vista dal basso sembrava bella e i suoi movimenti facili, compiuti senza sforzo. Ora rapito dalla sua grazia, ora invidioso del suo dominio di sé, non applaudivo – unico tra tutto il pubblico – ai suoi numeri.
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Forse la dolceamara sensazione del circo un po’ dipende dall’ostentazione delle divise, lucide, anacronistiche, perdute come i balli a corte. Divise che difficilmente saranno sporcate e messe per così dire alla prova. Restano i numeri con i leoni e le tigri, i trapezi e le meraviglie di certi esercizi a cui comanda una schietta vena di sadismo … Leggi tutto…
1. un sogno in pullman
Quando ho ripreso conoscenza il pullman era fermo ai margini di una strada sterrata. Cosa avessi sognato non sapevo dire. Intuivo che probabilmente avevo dormito per lo stordimento causato dal pomeriggio, certamente c’era la partecipazione senza discernimento tipica della notte, e in quel buio c’erano un organo e spazi accesi dai ceri;
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