Il Trasciatti » Feuilleton http://trasciatti.it Lunario inattuale di letteratura e desueta umanità Tue, 22 May 2012 09:37:52 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 Marco Innocenti: Agenzia Investigalibri http://trasciatti.it/2011/12/29/marco-innocenti-agenzia-investigalibri/ http://trasciatti.it/2011/12/29/marco-innocenti-agenzia-investigalibri/#comments Thu, 29 Dec 2011 00:21:35 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=1819

Ecco il primo episodio della serie Agenzia Investigalibri, di Marco Innocenti. Un racconto per bambini (ma leggiamolo tutti, non è vietato).

Il caso Squitty 

1. Un nuovo cliente per l’Agenzia Investigalibri

Quando trillò il telefono, il mio grosso grasso capo Nero Mouse se ne stava seduto con le zampe sulla scrivania, immerso nella lettura di Cento anni di topitudine. Non per niente lo avevano soprannominato “Topo di biblioteca”. Primo, perché in effetti era un topo in carne (tanta), ossa e coda. Secondo, perché in ufficio aveva una biblioteca di oltre mille libri, accatastati in pile alte fino al soffitto.
Il telefono continuava a squillare ma Nero Mouse non aveva alcuna voglia di rispondere. Come osavano interrompere la sua lettura preferita? Si pentì di non avere una centralinista. D’altra parte non poteva permettersi una segretaria perché tutti i suoi risparmi li spendeva in libri e in pantagrueliche mangiate! Quel poco che avanzava lo dava a me, Billy Brie, il suo giovane assistente di fiducia.
“Rispondi tu, Billy” mi disse. “Non vedi che sto lavorando?”
“Bene, capo.”
Uff. Anch’io ero immerso nella lettura. Cronaca di una provola affumicata. E poi immaginavo già chi potesse essere. Mi alzai svogliatamente e mi diressi al telefono.
“Qui Agenzia Investigalibri” dissi. “Chi parla?”
“Sono Rattìlia!” squittì una voce familiare.
Come volevasi dimostrare: Era Rattìlia Rattoski, l’eterna fidanzata di Nero Mouse. Erano fidanzati da quindici anni: cosa aspettavano a sposarsi?
“Scommetto che Nero ha il naso in mezzo ai libri e si è dimenticato ancora una volta del nostro appuntamento!” disse Rattìlia, acida come un formaggio scaduto. “È un’ora che lo aspetto al Fromage Bar!”
“Capo, è la signorina Rattìlia” dissi. “Dice che la sta aspettando da un’ora al Fromage Bar. Ha un appuntamento con lei.”
“Appuntamento?” fece Nero Mouse, senza staccare gli occhi dal libro. “Io con lei o lei con me?”
“Chiede se è lei che ha un appuntamento con lui, oppure lui che ha un appuntamento con lei” comunicai a Rattìlia.
“Che differenza fa?”
Rattìlia cacciò un urlo isterico e riattaccò.
Nero Mouse sollevò lo sguardo dal libro, sospirando. Rattìlia non capiva la sua passione per la lettura. Preferiva lo shopping negli eleganti negozi di Los Ratones.
“Leggerò ancora qualche paginetta, diciamo un centinaio” disse Nero Mouse “e poi andrò all’appuntamento con Rattìlia”.
Cento pagine più tardi, chiuse finalmente il libro. Si mise il lungo impermeabile che gli arrivava fin quasi alle zampe, si calò il cappellaccio a tese sulla testa e si apprestò a uscire. Goffamente, urtò una pila di libri. La pila vacillò, inclinandosi velocemente verso di me. Infine cadde: stavo per essere schiacciato da una tonnellata di libri! Feci un balzo sotto la scrivania e mi salvai appena in tempo.
“Ehm. Stia più attento la prossima volta, capo. Stava per uccidermi.”
“Non esagerare, Billy, i libri non hanno mai fatto male a nessuno!”
Mi chiesi cos’altro poteva capitare quella sera. La risposta arrivò un secondo dopo.

2. Uno scrittore disperato (e un personaggio in fuga)

Toc toc. Bussarono alla porta.
“Avanti!” gridò Nero.
“Sto cercando l’Agenzia Investigalibri” disse il tipo, un topo con l’aria tapina.
“L’Agenzia è davanti ai suoi occhi!” esclamò il capo. “Io sono Nero Mouse, l’investigatore di cui tutti i giornali parlano. E questo è Billy Brie, il mio assistente.”
“Lasciate che mi presenti” disse lui. “Sono Charles Camemberti, scrittore. Ho bisogno del vostro aiuto o sono rovinato!”
Ci riunimmo intorno alla scrivania e Camemberti ci spiegò la situazione. Stava scrivendo un romanzo: L’infelice amore tra Topelius e Squitty. Che razza di titolo lacrimevole, anzi abominevole! Beh, lo aveva quasi completato ma quel pomeriggio era successo qualcosa di inaspettato: la protagonista, Squitty Lamour, era fuggita dalle sue pagine. Camemberti era nei guai. Se non consegnava il romanzo finito al suo editore entro l’indomani a mezzanotte, avrebbe perso tutti i soldi!
“Dovete ritrovare Squitty, vi prego” singhiozzò. Cercò di mettersi le mani nei capelli. Ma era calvo. “Sono disposto a pagare una grossa cifra” sospirò.
Ci descrisse Squitty per agevolare la nostra ricerca, lasciò un acconto e se ne andò.
Se la svignò anche Nero Mouse.
“Se non mi precipito da Rattìlia quella mi lascia. Questo caso tocca a te, Billy Brie.”
Tipico dei capi. Spariscono sul più bello, lasciandoti alle prese con la patata bollente. Che poi a me le patate bollenti non piacciono. Preferisco il formaggio fresco.
Il caso per fortuna non era difficile. Tutto mi appariva chiaro. Nella città di Los Ratones, i cuori infranti vanno tutti nel solito posto: il molo del vecchio porto. Fu là che trovai Squitty Lamour, quella notte stessa, illuminata dalla luna piena.
“Io amo disperatamente Topelius” mi disse Squitty. “Ma Camemberti, ne sono sicura, vuol far finire il romanzo molto male. Nell’ultima pagina io e Topelius ci lasceremo. E io non voglio soffrire! Per questo sono fuggita dalle pagine del romanzo…”
“Vieni con me, convincerò Camemberti a cambiare il finale.”
Mi guardò con i suoi occhioni languidi e il mio cuore accelerò più di una Ferrari. Per un attimo desiderai che Squitty non tornasse dentro le pagine del libro. Quanto volevo che fuggisse via con me! Ma non potevo tradire la fiducia di Nero Mouse.
Convincere Camemberti fu un giochetto. Beh, non aveva scelta: o scriveva un lieto fine, o poteva scordarselo che Squitty sarebbe tornata dentro il libro.
“Grunt, d’accordo” mugugnò infine. “Cambierò anche il titolo. Non più L’infelice amore tra Topelius e Squitty ma, semplicemente, L’amore tra Topelius e Squitty.”
Beh, quel Camemberti non aveva grande fantasia, in fatto di titoli. Ma il suo romanzo era salvo. Il caso era risolto.
Con i soldi guadagnati, Nero Mouse si precipitò in libreria a fare acquisti. Comprò anche L’amore tra Topelius e Squitty. Andai subito a leggere l’ultima pagina. Squitty c’era. E baciava felice il suo Topelius.

Marco Innocenti (Pisa, 1966) è autore del romanzo per ragazzi “La proteina dell’amore” (Giunti, 2007) e ha creato la collana d’avventura “Capitan Fox” (Dami), giunta al nono volume e tradotta e pubblicata in Cina, Corea del Sud, Russia e molti altri paesi. Tra le sue opere di narrativa per adulti: “Contro il resto del mondo” (Baldini & Castoldi, 2000, Premio Euroclub – Linus), “Ladri di stelle” (Manni, 2005, Segnalazione Speciale Premio Pisa), “Diario di un accalappiacani” (Dario Flaccovio, 2007), “La città degli uomini soli” (Dario Flaccovio, 2008) e “Borderlife” (Avagliano, 2011). È inoltre direttore editoriale di Nobel – libri da premio.

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15.

- Co ty kurwa robisz?

Mi fermo con la chiave della Twingo in mano davanti alla portiera del Land Rover. Annuso l’aria e sento il profumo di quelle parole che entrano nel naso e combaciano perfettamente con le vibrazioni che producono dentro le mie orecchie.
Solo che non ne capisco il senso. Tentenno mentre cerco di decifrare.
La bionda è lì, silhouette disegnata su fondo chiaro, davanti l’ingresso dell’hotel Tardoun. Oltre ad essere bionda deduco che è straniera e scarto tra le moltissime, ma finite possibilità, che non sia francese.
Resto immobile sotto il suo sguardo che non vedo, ma che immagino freddo e dell’Europa dell’est, mi scuso a mio modo, fingendo disinteresse.

- Come?
- Che cazzo stai facendo?

E gli accenti e le consonanti aguzze mi confermano che sono stato colto in flagranza di reato da una polacca profumatissima. Cammina sul suo tacco dodici con una leggiadria inimmaginabile e ad ampie falcate si dirige verso di me. Cerco il suo sguardo con la rabbia di prima, come se non avesse dovuto interrompermi senza chiedere scusa. Quando lo trovo lei è a pochi passi da me. Mi tende la mano e dice con tutt’altro tono Śnieżka e io capisco che è semplicemente il suo nome. Spiazzato le tendo la mano e la mia rabbia si smorza in un attimo. Lei con un gesto rapidissimo mi prende di mano le chiavi della Twingo. Che cazzo fai? Le dico. Co ty kurwa robisz? Mi risponde di rimando con lo stesso ritmo delle parole e tira su il braccio facendo tintinnare le chiavi come se fossero campanelli. Io mi avvicino, ma nenache tanto convinto, e finalmente riesco a guardarla negli occhi. La guardo e anche gli occhi sono profumati.
Mi fermo. Sono stanco. Stanco di agire. Rassegnato. Preparo un monologo da fine serata.
Imbastisco una serie di frasi che hanno come comune denominatore la voglia di non perdere tempo, la stanchezza di una giornata così e la rabbia difficile da trasformare in delicatezza dopo una certa ora della notte e in una certa situazione allucinata. Lei mi ascolta circondata dalle Alpi Cozie e dalla sua chioma bionda liscissima e la sua voglia di giocare sembra si affievolisca quando non mi vede più come il suo personale giochino della serata. Mi sorprendo quando alla fine del mio monologo – molto soddisfacente – riesco perfino a dire:

- …Per cui puoi anche tenerle le chiavi. Non me ne importa. Non m’importa più di niente. Vado a dormire. Da qualche parte…

E faccio anche per andarmene da quella situazione come se qualcuno mi stesse davvero aspettando. E sono sicuro che Śnieżka mi legge nel pensiero perché dice Volevi fare questo? E con le chiavi della mia Twingo inizia a tracciare una lenta linea stridente sulla fiancata del Land Rover del suo amichetto. Io la fisso e mi sembra un felino dopo che ha preso un colpo alla testa. I suoi pantaloni aderenti la fanno gatta magra e glabra e il suono del metallizzato che va via e si raccoglie sulla punta delle chiavi in piccoli riccioli d’argento è la colonna sonora di questo nostro sguardo da folli guerrieri del nulla. Quando il nostro guardarsi diventa insopportabile, Śnieżka ferma la musica e lancia l’arma del delitto verso di me. Io prendo al volo le chiavi e annuso l’aria che ha una consistenza diversa. Lei è vicinissima. La linea la ha avvicinata a me. Sorride sorniona. Mi aspetto un’altra delle sue frasi in polacco incomprensibile e invece anche stavolta sono totalmente spiazzato quando dice:

- Andiamo in Francia?

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