Il Trasciatti » Ricorrenze http://trasciatti.it Lunario inattuale di letteratura e desueta umanità Tue, 22 May 2012 09:37:52 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 en hourly 1 Ricordando Tonino http://trasciatti.it/2012/03/28/ricordando-tonino/ http://trasciatti.it/2012/03/28/ricordando-tonino/#comments Wed, 28 Mar 2012 09:16:39 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=2058

Un trattore Argo, della collezione del meccanico Massaroni a Bellaria, in Romagna, e un bel testo di Tonino Guerra.

Altri link relativi alla Romagna.

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I cento anni di nonna Gemma http://trasciatti.it/2012/02/03/i-cento-anni-di-nonna-gemma/ http://trasciatti.it/2012/02/03/i-cento-anni-di-nonna-gemma/#comments Fri, 03 Feb 2012 10:49:22 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=1925

Il 31 dicembre 2011 nonna Gemma (Gemma Fiamma Trasciatti) avrebbe compiuto cento anni. La voglio ricordare con questo raccontino.

Le tartine del gatto

Mi ricordo che mia nonna stava preparando un rinfresco. Infatti era la prima comunione di un mio secondo cugino. Non so cosa ci facevo in casa di mia nonna quel giorno lì, probabilmente ero invitato alla festa di comunione. Fatto sta che mia nonna stava preparando un rinfresco. Aveva fatto tante belle tartine con il salamino, la pasta d’olive, il prosciutto, il Philadelphia. I parenti, cugino compreso ovviamente, erano in chiesa, lontana un duecento metri dalla casa. Tutto procedeva bene, era anche una bella giornata di sole. Finché entrò nella sala il gatto.
Mia nonna non lo vide, nemmeno io: eravamo usciti in giardino, non mi ricordo a fare cosa. Ci accorgemmo del gatto quando lo vedemmo uscire dalla sala con aria soddisfatta. Mia nonna si mise a gridare come una disperata. Le campane della chiesa annunciavano la fine della funzione, tra poco tutti sarebbero tornati, e diceva la nonna che l’avrebbero ammazzata, spellata viva, gettata in un pozzo. Le dissi di calmarsi, ci avrei pensato io. Infatti andai in cucina, aprii il frigo, mi munii di salumi freschi, paté vari e formaggi. Andai in sala e affrontai le tartine. Il gatto le aveva sì violentate, ma aveva spazzato via con la lingua solo la farcitura, lasciando intatto il sotto, cioè le fettine di pane.
Quindi, con metodo e rapidità, spalmai di nuovo le tartine leccate e ristabilii le apparenze. Mia nonna mi benedisse, diceva che mi aveva mandato Gesù. Quando arrivarono i parenti e gli invitati, tutti mangiarono di gusto.

Alessandro Trasciatti

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Mai tardi per ricordare http://trasciatti.it/2011/12/22/mai-tardi-per-ricordare/ http://trasciatti.it/2011/12/22/mai-tardi-per-ricordare/#comments Thu, 22 Dec 2011 10:11:00 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=1761

Piccola memoria di Piazza Fontana

di Alfredo Tamisari
La sera del 12 dicembre 1969, mio padre, che lavorava vicino al luogo della strage, tornò a casa più tardi del solito. Noi l’avevamo appena saputo e mia madre continuava a ripetere: «Ma perché, Signore, perché…?».

Mio padre si tolse il cappello e il paltò, poi ci guardò senza salutarci. Per lunghi minuti mi parve come inebetito, poi si riprese: «L’hanno fatta grossa, l’hanno fatta grossa, – ripeteva – ma li prenderanno quei disgraziati, sanno già chi sono». La minestra era fredda, a tavola non parlammo.
In occasione di ogni annuale commemorazione (quest’anno è la 42°), mi ritorna davanti agli occhi quella triste cena familiare consumata nel silenzio della nostra cucina, sotto la luce livida del neon. Nella mia piccola memoria è l’emblema dello sgomento di tutta la città. E l’eco di quel lontano e quasi urlato «sanno già chi sono» mi risuona ancora e mi ferisce l’anima. Fummo colpiti dal dolore e umiliati dalla menzogna. La certezza agghiacciante di oggi è che «nessuno è Stato» (è il titolo del fortunato libro di Fortunato Zinni). Siamo talmente impotenti da essere costretti a giocare con le parole. Mia madre sorriderebbe, lei che, già colpita dal decadimento senile, alla mia domanda (terapeutica) «che cos’è lo Stato?» era ancora in grado di rispondere, pronta come una diligente scolaretta: «Lo Stato siamo noi».

(In alto: Trappole, disegno di Nicoletta Calvagna)

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Nicola Dal Falco: Due some http://trasciatti.it/2011/10/11/nicola-dal-falco-due-some/ http://trasciatti.it/2011/10/11/nicola-dal-falco-due-some/#comments Tue, 11 Oct 2011 10:17:44 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=1536

Ho caricato, diligentemente, il mio fardello, diviso e bilanciato in due some. E per affrontare senza pompa la china acciottolata, l’ho ridotte ai minimi termini, al loro sentimentale peso specifico.


Salgo, quindi, verso Sabiona con due mezze noci vuote in tasca, una a destra, una a sinistra, sufficienti a dire e rappresentare la mia doppia pena: il qui (l’hic) e ora (nunc) quasi a portata di mano. Due minuscoli battelli da recapitare, passeggeri e chiglia, in cima al monte.
Cammino e a certe spire del sentiero potrebbe non tenermi il piede, che si fa via via pesante.
C’è però il respiro e ascendo, scivolando sulla gamba fessa.
Superata la porta dei bastioni esterni, oltre il parapetto, scorgo un mucchio di pietre, scalzate di fresco da un pendio terrazzato.
Hanno un colore più chiaro che indica pensieri non più di terra, solo occhiate verso il cielo e la nuova vigna appena piantata.
Altre, antichissime, hanno preso posto sotto i miei piedi, facendo nuova trama al dorso del monte.
Pietre lucidissime come lavate dal periodico diluvio di passi. Avverto l’attrito con gli ultimi metri di salita.
Subito dopo l’arco, si entra, ma sarebbe meglio dire, si sbatte contro una vena di roccia.
Ferita viva che mi fa posto.
Sarebbe questo l’abbraccio? Il monte soccorrevole? Entrare nella pietra?
Segni ricorrenti e pii lo confermano. Stiamo quassù in piena arsura, dentro un taglio.
Forse è questa l’apologia della vita monastica e di clausura: scegliersi la vetta di un monte, scendere nella propria ferita e sigillarla con nuovo fuoco, riunendo i palmi delle mani, gli spicchi speculari della noce.
Il sorriso della Badessa, così mansueto e libero, senza più tempo né spazio in mezzo, resta custodito nelle righe del libro, nei solchi dell’orto, dietro il filo che cuce.
Poco o niente, solo righe contigue, aperte.

In alto: Continental drift (Painting for Alfred Wegener), 2008,
olio su tela di Hannes Vonmetz

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Ciao “Ridolini”! http://trasciatti.it/2011/07/18/ciao-ridolini/ http://trasciatti.it/2011/07/18/ciao-ridolini/#comments Mon, 18 Jul 2011 17:58:20 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=1316

Egisto Mammi se n’è andato. Non lo avevamo conosciuto di persona, ma ci sentiamo ugualmente tristi. Protagonista e narratore orale della Vita di “Ridolini” ci ha fatto una bella compagnia. Un grazie a Gianfranco, suo figlio, per avere raccolto il racconto della sua vita e avercelo fatto conoscere.

http://gianfrancomammi.it/

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Era il 21 maggio 2011 http://trasciatti.it/2011/06/18/era-il-21-maggio/ http://trasciatti.it/2011/06/18/era-il-21-maggio/#comments Sat, 18 Jun 2011 08:06:12 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=1243

A Modena, Spazio Fisico, Gianfranco Mammi presentava l’Orco del Trasciatti (in tutti i sensi)…

Il Trasciatti leggeva… i modenesi ascoltavano. A un certo punto, come di consueto, è apparso sul pc Timofey Kostin da San Pietroburgo, che ha fatto le sue considerazioni russe sul romanzo e sui disegni che ha realizzato. Purtroppo non abbiamo immagini, né di Tim, né dei suoi disegni.

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Per Lapo (Giuliano Parenti) http://trasciatti.it/2011/02/12/per-lapo-giuliano-parenti/ http://trasciatti.it/2011/02/12/per-lapo-giuliano-parenti/#comments Sat, 12 Feb 2011 10:37:30 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=988

Tre mesi fa (il 13 novembre 2010) se n’è andato Giuliano Parenti, amico, scrittore, autore per il teatro e per la radio, insegnante, animatore… Tra le sue varie pubblicazioni ricordiamo con piacere il romanzo Per amore o per finta, che abbiamo letto e recensito qualche tempo fa. Dal suo cilindro ogni anno tirava fuori dei librettini, pubblicati nelle sue edizioni domestiche del Trito&Ritrito. Libretti fatti con materiali poveri, ma a cui non mancava nulla: coperta, sovraccoperta, illustrazioni, cucitura a mano; e poi eserghi, prefazioni, post-fazioni, colophon… Già, il colophon recitava sempre così: “I libri della Trito&Ritrito non sono in vendita da nessuna parte. Vengono regalati per simpatia verso chi li riceve e per antipatia verso il mercato con dispetto parlando”. Si firmava col nome Lapo. L’ultimo libretto del Trito&Ritrito è dedicato appunto a Lapo e lo hanno confezionato la moglie Liliana e la figlia Martina. Ha un titolo che è un aforisma: Non ti abbattere. Nessun albero lo farebbe mai da solo. Qui sotto riportiamo la loro prefazione e alcune poesie di Lapo che ci sembrano particolarmente belle e ironiche, pensose e lievi, come era lui.

“Come gli amici vecchi e nuovi sanno, è ormai tradizione dal 1993 che, in prossimità delle feste, Lapo invii per auguri un librino, tirato in un limitato numero di copie dalla ignobile Casa Editrice del Trito&Ritrito.
Non si tratta – ci tiene sempre a precisare – di un manufatto prezioso, ma artigianale, perché – va ricordato – l’organigramma dell’Editrice raggruppa le funzioni di direttore editoriale, redattori, correttori di bozze, impaginatori e grafici, stampatori, rilegatori e distributori in un’unica persona.
Quest’anno l’Editore (autore, redattore, correttore di bozze, grafico, ecc. ecc.) ha avuto un contrattempo, di cui si scusa con il manipolo di affezionati lettori: il 13 novembre, alle ore 8,55 (circa) ha dovuto assentarsi, non si sa per quanto tempo ma, se lo conosciamo bene, sarà per poco.
Anzi, pare sia già tornato.
È sicuramente molto seccato per questo inconveniente, di suo non se ne sarebbe certo andato, aveva ancora un sacco di progetti in cantiere, tra cui il prossimo librino di Natale.
Allora abbiamo pensato di proporci all’Editrice del Trito&Ritrito per uno stage breve, il tempo di provare a fare noi (quasi del tutto inabili, come manualità) un’edizione straordinaria del librino 2010, così che gli amici possano avviarsi tranquilli verso il nuovo anno.
Abbiamo raccolto le poesie che sono state lette per il suo congedo (una volta tanto non era lui a leggere), qui a casa, con le tantissime persone venute a salutarlo e a brindare in suo onore.
Sono state aggiunte anche alcune sue poesie, ultimamente aveva cominciato a raccoglierle, magari avrebbe fatto un librino per sé, dopo i tanti per gli amici.
Il manufatto forse non è all’altezza degli altri, ma tant’è, in uno stage non è che s’impari granché, senza tutor, poi!”

Liliana e Martina Parenti


Mi sogno di mia figlia

Davanti alle sardine senza testa
accomodate nella scatoletta
d’untuosi conforti provvedute
troppo  oscura mi appare quella stretta
di latta.

Al momento mi dico
meglio solo nel vento
che magari mia figlia
d’ogni sussurro attenta
dirà una sera:
“Lo senti mamma?
Questo è papà che al volo
fa stormire le foglie del nocciolo”.

Trentanove pipe

Ho trentanove pipe
forme fuggenti di rotonda donna
altre diritte
come pronte da rampa per la luna
ce n’è una il fornello istoriato
di natura, una liscia,
altra rugosa di radica scura
lucidata da  callide carezze,
quattro hanno anelli
riflessivi a specchio
di poco brustolite e una nera
mortificata dalla raganella.
Ho trentanove pipe
ma sempre quella fumo.


Dare o ricevere un addio

Dare o ricevere un addio
è come entrare in uno spazio strano
senza sapori né soli
con nulla in mano
un po’ feriti
e un poco feritori.

Dare e ricevere un addio
è come entrare in uno spazio strano
d’un astratto inquietante
come chiudere un gabbiano
in una scatola volante.

Dare o ricevere un addio
è come entrare in un sentimento strano
d’un astratto inquietante
come chiudere e buttare la chiave
della scatola dei sogni.

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Recentissime di due anni fa: Pantera d’oro a Cancogni http://trasciatti.it/2010/06/23/recentissime-di-due-anni-fa-pantera-doro-a-cancogni/ http://trasciatti.it/2010/06/23/recentissime-di-due-anni-fa-pantera-doro-a-cancogni/#comments Wed, 23 Jun 2010 18:08:02 +0000 Trasciatti http://trasciatti.it/?p=203 Post image for Recentissime di due anni fa: Pantera d’oro a Cancogni

Ritroviamo nel sacco che ci funge da archivio questo articolo del 2007, quando la Provincia di Lucca insignì Manlio Cancogni con la Pantera d’Oro. Riconoscimento ad una carriera lunghissima di scrittore e giornalista. Nella foto, dietro Cancogni e la moglie Rori, si intravede un tipo sospetto.

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