Ora è libero di dedicarsi tutto ai suoi sassi, alla sua costruzione di pietre storte. Mucchi di pietre che raccoglie nei suoi giri solitari tra Altariva e Terzano, pietre fatte strane, a becco, a martello, a balena, a befana, a gallo, a nave, a ippopotamo, a cranio. Lui le ammucchia e poi le impasta col cemento, è già arrivato a farne una caterva alta sei metri, non sa nemmeno lui perché le ammucchia, una piramide come le piramidi d’Egitto anche se non siamo in Egitto e lui non è un faraone ma un assassino predestinato, forse licantropo cannibale. Leggi tutto…
Atteniamoci ai fatti. Dopo un po’ di anni, Cheval torna dall’Algeria, o dal posto in cui era in quel periodo, a Charmes-sur-l’Herbasse, che tradotto in italiano sarebbe Carmine sull’Erbaccia. Di rimettersi a fare il contadino non ne ha mica voglia. Quindi che potrebbe fare? Sa leggere e scrivere, anche se non benissimo, così si presenta alla posta di Hauterives, che è il comune da cui dipende Carmine sull’Erbaccia. Hauterives – sia detto per inciso – si traduce Altariva. Ha sentito che il vecchio postino sta per andare in pensione. Gli dice così e così, che è uno che lavora, che vuol metter su famiglia, che gli indirizzi sulle buste li sa legger bene. Mica gli dice che ha ammazzato la madre e il padre. Si è cambiato il nome in Federico Cavallo, ha mostrato dei documenti finti dove c’è scritto che il padre era italiano, gli fanno un po’ di problemi perché si sa come sono i francesi, ma poi gli mettono una divisa e il giorno dopo è già a consegnare le lettere. Leggi tutto…
C’è una cosa che mi colpisce nella biografia di Ferdinand Cheval (1836-1924): i lutti. Facciamo un elenco:
A 11 anni perde la madre.
A 19 anni perde il padre.
A 24 anni perde il primo figlio che ha un anno.
A 37 anni perde la prima moglie.
A 65 anni perde la figlia (25 anni) nata dal secondo matrimonio.
A 73 anni perde l’altro figlio maschio (50 anni circa).
Sugli 80 anni perde anche la seconda moglie.
Lui morirà a 88 anni. E’ sopravvissuto a tutti. Con quale stato d’animo? Con quale forza? Certamente all’epoca la prospettiva di vita non era quella attuale, si moriva prima. Ma ci si può abituare alla morte dei propri cari? Se ne sono andati tutti: la madre, il padre, un figlio, una moglie, una figlia, un altro figlio, un’altra moglie. Verrebbe da pensare a una maledizione. Leggi tutto…
BRAC Libreria di arte contemporanea
Via dei Vagellai 18r, Firenze
Martedì 10 gennaio 2012, ore 18
Presentazione del libro Costruttori di Babele. Sulle tracce di architetture fantastiche e universi irregolari in Italia, con il curatore Gabriele Mina.
elèuthera, Milano 2011
232 pp., b/n e col., 16 €
Con saggi di Eva di Stefano, Cristina Calicelli, Daniela Rosi, Roberta Trapani, Bruno Montpied, Luisa Del Giudice, Bianca Tosatti. Leggi tutto…
Diario di avvicinamento
27 giugno 2011, ore 23 circa
Sono steso sul letto. La finestra è aperta ma non entra un refolo di vento. La gatta nera, Timpany, è montata sul davanzale. Spia il buio attraverso le stecche della persiana. Ho deciso di iniziare a scrivere sul Facteur Cheval, il Postino Cavallo, come lo chiamo io. Ora che sono sdraiato e posso finalmente ascoltare il mio corpo, mi accorgo che il malleolo destro non è ancora guarito. Leggi tutto…