Jun
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L'importanza delle pulizie...e 19
Ven, 06/06/2008 - 09:56
19. Non c'è tempo da perdere
"Bianca, ho paura."
"Anch'io, ho paura. L'importante è non perdere il controllo della situazione. Diremo l'essenziale. Ricordati che siamo minorenni, Virgilio ce l'ha ripetuto seimila volte stasera. Dobbiamo solo dire quello che abbiamo detto a lui. L'unica telefonata che abbiamo fatto dopo lo scherzo è stata quella alla polizia. In tutte le altre non c'entriamo. Non siamo stati noi e basta. Capito?"
"Ma scusa, se dicessimo tutto non sarebbe più semplice?"
"No, Alfredo. No. Credimi, una volta tanto fa' quello che ti dico io senza chiedermi il perché. E poi non tiriamo fuori lo scherzo al Museo. Meno diciamo meglio è. Dimmi che sei d'accordo con me. Dimmelo."
Il singulto di una prostituta disturba l'attenzione di Scomazzon. L'orecchio pigiato alla parete, è quasi deliziato dagli effetti della sua minaccia di oggi sull'intrepida Bianca. Intrepida nel tenersi la paura per sé, intrepida nel proteggere il fratello, intrepida nella sfida che gli ha lanciato come un atto di orgoglio.
Intanto dalla parete di fronte a lui il singulto ha dato la stura a una serie di singulti sempre più ravvicinati. Decide di fidarsi dell'intrepidezza di Bianca per dedicarsi all'ascolto della sua scena preferita, quella della puttana che simula un piacere beluino.
Questa sera ha portato con sé da casa un plaid. L'ha sfilato dal corpo addormentato sul divano di Loredana. Già sorda di suo, imbottita dei sonniferi, si è limitata a salire di tono nella russata sobbalzante di squittii e singhiozzi.
Adagia il plaid sulle gambe, benché la sensazione di freddo provenga dalla testa completamente rasata.
Ha passato il pomeriggio al telefono per rintracciare il taxi dove si è convinto di aver perduto lo scontrino della Rinascente, una prova "secondaria" da eliminare come tutto il resto. Si è rivolto persino a un suo vecchio compagno del liceo, dirigente dell'azienda di trasporti pubblici, che lo ha riconosciuto subito dalla voce in falsetto, e un po' sbrigativo gli ha spiegato che con i taxi non ha niente a che vedere.
Indispettito dal tono di sufficienza di Maugeri nonché allarmato dall'assenza prolungata dalla moglie, Scomazzon è uscito di casa. Un impulso l'ha spinto a entrare nel primo barbiere sulla strada. "Mi tagli tutto" ha detto senza esitazioni.
Quando è rientrato a casa erano le sette passate. Loredana non c'era. Ha acceso la televisione in salotto. La notizia dello scagionamento della Verdelli veniva dopo un'esaltante dichiarazione del presidente del consiglio sull'abolizione delle tasse per chi guadagna più di un miliardo all'anno.
È corso immediatamente verso il telefono portatile in cucina. Alla quarta cifra del numero di Giannalisa si è fermato. Avrebbe commesso una sciocchezza telefonando da casa. Era chiaro che aveva parlato. La mossa che aveva concesso stamattina alla Bovera gli si ritorceva contro. Avrebbe dovuto sbarazzarsi dell'appartamento di via Arbe. Perlomeno del punteruolo. No, di tutti e due: prima del punteruolo e dopo dell'appartamento. Quante volte l'amministratore Stazzi gli aveva proposto un accomodamento, accennando persino a una buonuscita se avesse liberato il posto per una delle sue ragazze. Invece aveva sopravvalutato la fedeltà della Verdelli: "Quella troia".
"Con chi stai parlando, caro?"
"Caro?"
Era Loredana, garrula, sudatissima e con le mani piene di sacchetti. "Ho fatto spese oggi."
È entrata in cucina degnandolo di uno sguardo di superiorità, lo stesso che gli avrebbe rivolto il suo ex compagno di classe Maugeri se lo avesse incontrato di persona. Non ha fatto alcun commento sulla sua testa rasata né ha motivato la sua assenza da casa per tutta la giornata. Da uno dei sacchetti appoggiati sul tavolo ha tirato fuori una bottiglia di vino rosso: "È francese, questo. Roba di lusso".
"C'è per caso qualcosa da festeggiare?" si è difeso Scomazzon, solo un po' risentito dello spreco di denaro alla vista del prezzo sull'etichetta. Appena ha avvertito un accento di ironia nel sorriso senza spiegazioni della moglie, si è rianimato di tutta l'ebbrezza dell'onnipotenza che uno scontrino perduto aveva dissolto nell'ansia. Così è stato al gioco, già vittorioso degli effetti del sonnifero che avrebbe sciolto nel vino di lusso. "Stappo io, cara?"
Non più ebbro, se non di una passione riflessa, Scomazzon accomuna gli ansimi della puttana all'apice del piacere con gli ansimi dell'uomo in frac sulla soglia della morte. Trova rassicurante questa comunanza, forse l'immagine adatta per abbandonarsi al sonno. Senonché, un nuovo dubbio risale dalla sua allerta passiva. E lo travolge in un terrore bisognoso di prove. Che indaghino pure su di lui, che sospettino: ma non così, senza metterlo al corrente, lasciandolo in balia di premonizioni e segnali.
Allora riordina gli elementi a suo sfavore in una trama che parte dalla voce della Verdelli, voce traditrice, infestata di vezzeggiativi e sbalzi spropositati. Se lei ha parlato, e qualcosa ha detto per essere stata incriminata e scagionata con tanta celerità, ne consegue che anche i pezzi isolati piano piano verranno ricondotti al senso delle sue dichiarazioni. I documenti che ha dichiarato di aver perduto in casa suscitando lo stupore vigile della Bovera. La scomparsa della chiave dell'Aula Magna dal cassetto in sala professori, la cui esistenza prima o poi verrà alla luce anche per chi indaga senza una logica. I compiti in classe e soprattutto i registri bruciati che un giorno gli verranno richiesti. Lo scontrino della Rinascente, da cui risaliranno alla commessa con il labbro inferiore terribilmente sensuale, pronta a riferire della sua fretta eccessiva a discapito di una presentabilità quantomeno decorosa. L'appartamento in affitto di via Arbe, 31. Il punteruolo nascosto nel plafond dell'ascensore. Questi sono i pezzi isolati che pian piano verranno ordinati e combinati nella sequenza giusta da quel mostro di bruttezza e sensualità che è il commissario Graziella Bovera.
Basta. Non c'è tempo da perdere. Va chiamato subito Stazzi per dirgli che accetta l'accomodamento. Domani pomeriggio sgombra l'appartamento, le sue cose finiranno in cantina poi con calma se ne sbarazzerà, tanto almeno quelle non sono compromettenti. Il punteruolo lo recupererà domani sera, lo nasconderà nella nuova borsa di cuoio che avrà comprato e lo farà sparire in un cassonetto.
Non c'è tempo da perdere. È deciso. Domani sera consegnerà le chiavi a Stazzi e libererà il posto per un'altra ragazza. Con tutto quello che hanno sentito questi muri sarà un luogo di piaceri smodati.