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Questo lo stronco
Ven, 11/30/2007 - 02:47
Sarà pure il "salvatore della letteratura italiana" (Antonio D'Orrico, Corriere della Sera-Magazine), ma io Leonardo Colombati lo stronco. Sia chiaro subito, non lo conosco e non mi ha fatto niente, non ho alcun motivo di risentimento personale. Però, quando si sentono certe frasi, quando si mobilita un grosso editore (Rizzoli), quando si sa che l'autore è nella redazione di una rivista storica della nostra letteratura (Nuovi Argomenti), be', francamente ci si fanno delle aspettative. Non ce n'è una che ha retto. Dopo neanche 50 pagine ho mollato il libro, e non mi si venga a dire che un libro va letto fino in fondo per capire se è buono o no. Se dopo 50 pagine il patto col lettore vacilla vuol dire che c'è qualcosa che non va. Certamente io non rappresento tutti i lettori (forse non rappresento nemmeno me stesso) e allora dirò che il mio patto personale con l'autore e con il suo libro è andato in frantumi dopo una manciata di pagine. Troverò pure qualcuno che la pensa come me. Dopo una cinquantina di pagine, dunque, mi sento di poter dire che Rio è un guazzabuglio, un caleidoscopio rotto, come se Colombati facesse il verso senza riuscirci al Veronesi di Caos calmo: sovrabbondante, onnivoro, ma
stucchevole nei tentativi mancati di ironia, anglofilo fino alla nausea, stracitazionista. E direi anche in precario equilibrio tra autobiografismo smaccato (con date, nomi, aneddoti di chissenefrega) e invenzione romanzesca improbabile e inconsistente, direi proprio fatua, visto il personaggio implausibile di Runeberg. E poi basta con questi romanzi pieni di titoli di canzoni pop, nomi di cocktail e gruppetti musicali sciorinati così, con l'ovvietà che sarebbe naturale se si parlasse di Dante o di Vivaldi. Proporrei, anzi, di vietare per legge l'inserimento nei romanzi di qualsivoglia nome di personaggio pubblico, marca di vestiti o di automobile e simili prima che siano passati almeno cinquantanni, onde evitare di produrre una quantità esagerata di romanzi facilmente deteriorabili, incomprensibili appena una canzone o un profumo non va più di moda. Un minimo di storicizzazione, perdio!, siete romanzieri, non pubblicitari!
A onor del vero, va detto che si intuiscono delle doti di narratore in Colombati, una spinta che sotto sotto c'è, ma come un fiume carsico, offuscata da una caterva di cianfrusaglie e da un atteggiamento troppo pretenzioso e ammicante, come se avesse voluto scrivere "il gran romanzo". A firenze gli direbbero "scendi da i ppero, babbo!", scendi dal pero e torna coi piedi per terra, e lavora di forbicioni e sfronda senza pietà.
E non mettere più canzoni anni 80. Grazie. Sono cattivo, lo so, ma è la delusione. Ci sono libri ugualmente mal riusciti, ma innocui perché restano nell'ombra e prendersela con loro sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Quando però su un libro si accendono i riflettori il discorso cambia, e allora è lecito arrabbiarsi perché testi così non fanno cultura, non educano alla letteratura. Rio non è né il primo né l'ultimo, è solo un esempio che sventuratamente mi è capitato fra le grinfie.
Alessandro Trasciatti
Trasciatti, la prego, la smetta di stroncare libri che non sono alla sua portata.Oltretutto luilì è un mio paziente (proprio come lei). Perché fa finta di non conoscerlo se giocate a battaglia navale insieme?
nedovannini psichiatra
Trasciatti, la prego, non dica frasi insulse tipo "come sparare sulla croce rossa". Io sul vetro smerigliato del mio ambulatorio ce l'ho una croce rossa...
Spari piuttosto sulle caravelle di Colombo.
nedovannini
Caro Vannini,
non la conosco, non so perché si prende certe confidenze. Psichiatra di chi? di me e Colombati? Io dallo psichiatra non ci sono mai stato e di Colombati non so nulla. Non lo conosco proprio, mai visto. Mi hanno anche detto che è un'ottima persona, ma quel libro lì proprio è insoffribile. Io non confondo l'uomo con l'opera, badi bene. Magari mi starebbe anche simpatico Colombati, si dice sia un tipo amabile e io ci credo. Ma quel libro lì, guardi, fa proprio venire la pelle dura. Lei Vannini, piuttosto, dica un po', l'ha letto codesto libro? Perché non sarebbe alla mia portata?
Saluti dal Trasciatti
Ah ah ah ah ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. O Trasciatti lei è un dissociatucolo. Un rimasugliolo uno spurgo d'ambulatorio. Almeno il Colombaccio non invidia nessuno. Tiene la rotta e in ogni caso le silura le caravelle. Sarà anche culo ma ci coglie. E sa perché? Perché ha fede nel suo psichiatra. Insomma, lo sa che gli passo le munizioni buone. Lei invece Trasciatti diffida di me e soprattutto invidia il Colombacci perché è un Accasato. E qui non scendo nei dettagli. Tanto l'invidia fa tutto da sola come il colera. Ecco, se lo lasci dire con leale spirito medico, lei è un Accolerato. Dico naturalmente in senso figurato perché – sia chiaro – nel mio ambulatorio infezioni non ce ne sono per principio. Si spurghi Trasciatti, si spurghi e faccia la pace col Colombatti che in fondo è il suo vicino di banco (prima che di lettino).
Io il libro del Colombacci me lo sono imparato tutto a memoria. È anche facile perché sotto sotto è tutto in esametri come la grande prosa. Insomma “canta”. Cioè, ha quel suo tubare, che poi è un titubare, un falso inciampare... ha quel certo recalcitrare che è tipico della grande letteratura introspettiva.
Certo non sono libri alla portata del primo trogogliucolo illivorito (uno che – diciamocelo chiaro – scrive su Gente Motori). Va bene... ho perso un po' il filo...
Insomma la pianti Trasciatti di infastidire i volatili.
Lei Vannini è veramente un infame. Non la conosco, ripeto, non ho nulla a che fare con lei, sono stato gentile a farla entrare nel sito e lei me lo insozza di insulti. Si vede bene che poi il libro di Colombati (io non storpio il suo nome) lei non lo ha neanche sfiorato, non sa neanche di cosa sto parlando e si permette di darmi lezioni. Oltre a darmi del coleroso e a dirmi altre insolenze. Ma cosa vuole da me? Perché si è inserito in questo discorso. Io non ho nulla di personale contro il Colombati, che sarà anche Accasato, ma questo non mi riguarda. Mi sembra che lei, piuttosto, sia irrispettoso verso di lui e anche parecchio perché si spaccia come suo psichiatra. Perché Colombati dovrebbe andare dallo psichiatra? E insomma, saranno affari suoi. Cosa vuol fare spargendo queste voci false? Ricattarci. Lei sì che è un mentecatto, quelli come lei mi fanno schifo. Il problema è che sono ancora poco pratico nella gestione del sito e non riesco a cancellare i suoi commenti, altrimenti non starei qui a risponderle. Ma non voglio che Colombati (se mai leggerà queste note) ce l'abbia con me per ragioni altre che quelle squisitamente letterarie e che pensi magari che io sia in combutta con una persona disgustosa come lei. E ora le chiedo cortesemente di sparire, o almeno di smetterla.
Alessandro Trasciatti
Guardi Trasciatto che io non mi altero affatto. Lei ha messo su questo bugigattolo da farfuglioni e diserta l'ambulatorio che è (sarebbe) un po' come l'officina per un vecchio motoraccio diesel come il suo cervello sbiellato. Fuor di metafora lei sa benissimo che una bella iniezione di gasolio un giorno sì e due no la rimetterebbe al mondo e le toglierebbe per così dire, le detonazioni parassitarie dalla testa. Non lo so che cosa intende fare... Ci viene domani in ambulatorio? Il Colombacci è molto puntuale. Non vorrà che pensi che ha smesso le sedute perché ha paura di lui?
Poi mi creda, c'è già una bella aria di Quaresima. Appena torna – glielo giuro – sgozziamo la quaglia grassa. Il Colombacci è un gran sanguinario e gli brillano già gli occhietti pollini.
Mi creda, noi le vogliamo bene. Che ci sta a fare lì nel bugigattolo da farfuglioni a stroncare i libri dei suoi compagni di banco più fortunati?
Venga dal suo Vannini fiducioso e – mi permetta un piccolo vezzo letterario – gonfio di speme. Mi creda, bisogna spemare nella vita. Glielo dico per esperienza medica. La spemanza è come una spremitura ormonale...
Venga tranquillamente. Mi racconterà i suoi sogni recenti. Mi dirà se la notte va in giro con le scarpe o coi calzini. E che posti frequenta. Magari i teatri... Magari certe figliole un tantino avvizzite che hanno bisogno di moltissima cipria. Ma lo sa che poi ci si infarina? E poi... mi sa che lei ha la testa tutta piena di vespasiani...
nedo vannini psichiatra
Così stremato che non ce la faccio più a rispondere. Un pochino di forza per incazzarmi ce l'ho ancora e mi viene dal fatto che lei, Vannini di merda, sta usando la mia password per entrare a scrivere le sue stronzate. E questo non lo dico per scherzo - posso controllare le statistiche, gli ingressi e quant'altro - e vedo che lei entra col mio nick e la mia password. Questo lo dico perché poi il tecnico non pensi che sia io che mi scrivo i commenti e le risposte.
Detto questo, Vannini stramerdoso, lo ammetto: sì il Colombati è un mio compagno di banco più fortunato. Non credo ci voglia molto a essere più fortunati di me che mi sogno di dover fare l'amore con delle vecchie incipriate che sanno già quasi di morto, e io allora cerco di sottrarmi e mi ritrovo in pisciatoi pieni di piscio per terra che ci si bagnano i calzini. Queste son tutte cose vere, e non faccio una gran vita, lo devo proprio dire, più che altro perché non... E' dura da dirsi, ma lo voglio dire, non è un bel parlare questo, non me ne vanto mica di essere in astinenza coatta perpetua da quando sono in fasce. Potrei anche vantarmene, in certo qual modo, perché son l'unico scrittore monacale astinente della terra, ancora illibato come il giorno in cui mi deposero nella culla con divieto di tornare al caldo materno per tutti i giorni dei secoli che venissero in futuro, me lo scordassi di tornare nella dolcezza amniotica, che gelassi al freddo dei giorni sempre uguali e senza donne. Lo sa che mi son fatto pure la chierica? Mi vesto di sacchi di plastica che trovo vicino ai cassonetti della Superal. I sandali non ce li ho. Vado addirittura scalzo sui vetri. E' contento di avermi ridotto così, psichiatra veramente di merda?
Trasciatti
Non si abbatta Trasciatti. Magari il Colombatti non è tanto più fortunato di lei. Poi chi nasce dall'uovo certe questioni amniotiche non le può capire. Io invece mi sono commosso.
Ma troverà – mi creda – chi potrà darle un nido tiepido. I mammiferi sono dappertutto. Basta non aver pregiudizi. La pecora è forse una bestia ovipara? E la cangura? L'asina? La vitella?
...
Certo la copertina non è che mi piaccia tanto. E neanche il titolo. Però il libro è bellissimo. Non che io lo abbia letto per carità. Lo sa benissimo che non ho tempo e che sto scrivendo il mio terzo trattato di trattoristica rudimentale (L'EPOPEA DEI LANDINI NELLA RURALITÀ DEL PRIMO QUARTO DI NOVECENTO). Oltretutto ho passato la notte a stanare un topo che si era rintanato nel filtro dell'olio di un Landini del 1923. Una cosa anche molto poetica perché, come lei saprà, fino al 1953 il filtri-olio dei Landini erano a semplice reticella, e allora il topo era per così dire in trappola. Appena mi ha visto, il mostro, mi ha sorriso con doppiezza. Era chiaro che si sentiva più astuto di me, e che voleva analizzarmi. Ah ah ah ah ah... Mi creda Trascatti, l'imbecillità dei topi è una cosa quasi commovente. Io gli ho fatto BUH! e lui non ha battuto ciglio, convinto di gelarmi col suo sangue freddo. Ah ah ah ah ah ah ah ahhhhhhhhhhhhhhhh........AHHHHHHHHHHHHHHHHH.
Stasera sto un po' meglio. Questa storia dei trattori mi rasserena un poco, e vedo che i suoi modi sgarbati possono forse migliorare. Sappia, Vannini, che io ho amicizie preziose in fatto di trattori e di Landini in special modo. Sono stato ospite di Domenico Massaroni che possiede più di cinquanta trattori d'epoca, a Bellaria, tutti funzionanti, quasi tutti diciamo. Gli prendono un campo intero dietro casa, è uno spettacolo. Se vuole le invio le foto che ho scattato, son macchine bellissime: i leggendari trattori gialli, i fanaloni, la testata del motore che andava riscaldata col fornelletto...forse su queste cose potremmo anche non insultarci. Pensi che il Massaroni possiede anche una locomobile, una locomotiva insomma, proveniente dalla tenuta Torlonia, quella del Pascoletto. Ce lo vede il Pascoletto sulla locomotivetta che trascina l'aratro per i campi?
Caro Trasciatti, finalmente possiamo fare la pace. Lei lo sa bene che io non le voglio male. A me sta a cuore la sua salute anche perché è un paziente abbastanza complesso e io non mi annoio con le sue svariate patologie. È un po' come mangiare “variato”. In ogni caso la trattoristica landiniana è un bel terreno comune, o meglio un comune sentire. E perché no, uno stato compassionevole. In fondo potremmo intraprendere insieme un dissodamento e poi un'aratura del libro colombatico. Insomma si potrebbero portare alla luce per così dire le vestigia e le sinopie di questa opera controversa e certo non compresa da lei – se lo lasci dire amico mio – accecato dalla sua foga stroncatoria. I libri non sono rami o paletti, sa?, sono terreni da rivoltare come polente. A lei piace la polenta incatenata? Mia suocera la faceva sempre. È una specie di minestrone con la farina gialla sciolta dentro. Si lascia raffreddare e poi si taglia a fette. A proposito, cosa fa stasera lei? Lo fa il cenone? Io penso che mi stenderò sotto un Landini e aspetterò la mezzanotte fissando la coppa dell'olio. Cercando di capire se il topo dà segni di vita. Comunque auguri, caro Trasciatti. E poi – allarghiamoci un po' – auguroni anche al Colombati. Cento di questi libri. Nedo Vannini Psichiatra
...ho ripreso in mano il libro colombatico, con un certo senso di colpa molto promettente criticamente. Ero davvero ben disposto ieri sera. Sono andato avanti un altro capitolo ma poi...Vannini, non ci siamo! Il Colombati sarebbe bravo, ma vuol fare il brillante, il simpaticone e questo non va bene. L'ironia si ha o non si ha. Non si fabbrica. E lui è costruito, artificioso, sempre in posa. E poi quei personaggi: non ce n'è uno che abbia un minimo di autenticità, di spessore umano. Runenberg, il grande scrittore internazionale! Mr Muss, il mega direttore galattico! Finti, falsi, vuoti. Solo il narratore-protagonista ha qualcosa di vero, si vede che lì Colombati si riconosce di più. Ma nell'insieme, guardi, non funziona, un libro che non sta insieme. Ora, Vannini, parliamo di qualcos'altro. Venga pure a insultarmi da qualche altra parte perché di Colombati non ne posso davvero più. Peccato.
facciamo prima: lo tolga il colombati. lo espunga. vedrà che possiamo benissimo fare a meno di lui.
Qui a Solza vorremmo organizzare una sfilata di trattori storici: può passarci l'indirizzo del Massironi? Grazie
Colleoni
Caro Colleoni (ma la doppia elle si pronuncia j?),
gli indirizzi son cose private. Prima devo esser sicuro della sua buona fede.
Aldobrando Trascialti
attento trasciattoni che colleoni è un pazientaccio. ha una personalità a frammentazione (e a grappolo). vigila!!!
Colleoni può fare quello che vuole. Qui è bene accetto. Altrove non lo so. Ma qui sì. Quindi, Vannini, non cerchi di mettere zizzania. E cerchiamo di parlare un po' seriamente. O di Landini, o di letteratura. Ma seriamente. Qui si perde il filo di continuo e questo non lo tollero. Consequenza ci vuole. Siamo persone assennate noi Trasciatti.
Adamante Trasciatti
Se fossi in lei, Trasciatti, la smetterei di moltiplicarmi in maniera così sciocchina. Adelbrando Aldobrando Adalgiso... Son cose che si fanno da bambini. E guardi, mi stupisce perché lei non è un vero e proprio ritardato mentale. Cioè: ha un “ritardo ciclico” dello (e nello) sviluppo, ma, appunto, è una cosa che va e viene (anche se poi ritorna!).
Io, come sa, sono contrario ai metodi ottocenteschi (tipo legarla intorno a una ruota artigliata del Landini e farle fare il giro delle mura lucchesi), però non capisco che altro potrei prescriverle.
Forse potremmo tornare a metodi cinquecenteschi (purghe e grandi clisteri). Sì forse una certa liquefazione la costringerebbe poi (per reazione) a rassodarsi un po'. Voglio dire: a rimettersi insieme sotto un unico Trasciatti Ecumenico. In fondo la psichiatria postmoderna (col suo recupero dell'antico) tende a questo: rifondare il paziente. Ecco, sì: sciogliere il grasso superfluo e farci un bel Trasciattone, più solido più stabile, e perché no, perfino più decoroso.
Ora non pianga. Lo so sono stato un po' duro. Ma è per il suo bene. Sì, soltanto per il suo bene. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO?
> “Torna nelle librerie Leonardo Colombati, scrittore romano, autore di > Perceber, uno degli esordi più controversi nella letteratura italiana > degli ultimi anni. Il suo secondo romanzo, Rio, è pubblicato da > Rizzoli, nella collana 24/7, che ha ospitato al suo interno, non solo > Muccino e Moccia, ma anche esponenti di spessore della scrittura di > ricerca italiana, tra cui Giuseppe Genna e Flavio Santi.> Il Rio del titolo è un afterhour per nudisti situato Londra. Un posto > dove si va per rilassarsi, per un drink e quattro chiacchiere.> E magari, come nel caso del protagonista di questo romanzo, un > giovane italiano avviato a una brillante carriera nella City, proprio > lì capita di incontrare uno dei grandi scrittori del Novecento, > Filippo Runeberg, un tempo ricco e potente, citato in tutte le > antologie, assiduo frequentatore di salotti che subito schizzavano in > cima alla classifica della mondanità proprio grazie alla sua > presenza. Un personaggio carismatico, benché ormai decaduto, tanto da > spingere il ragazzo a fare il suo primo inconsapevole passo verso le > distruzione: fingersi scrittore pur non avendo mai scritto un rigo, > solo per entrare nelle grazie del Maestro.> Nuova prova funambolica del Pynchon della narrativa italiana, > definito da Antonio D´Orrico, nelle pagine del Corriere della Sera- > Magazine, salvatore della letteratura italiana, assieme a Roberto
> Saviano e Alessandro Piperno.”
Non mi ricordo da dove l'ho copiato questo pezzo. Ma è veramente disarmante.
Al Tra
Ma il Pynchon della letteratura italiana non era Tommaso Pincio?
Sono concittadino (quasi) e mi unisco al coro del Colleoni. Ci interessano i trattori del Massironi, che li si portino a Solza! Il dott. Nedo potrebbe fare un'introduzione storica alla visione della collezione.
Ma poi che dico, il coro del Colleoni è ben altro: è questo, che io copioincollo qui sotto, ma da cui mi dissocio, perché sono una persona educata e che non dice le parolacce.
Nauti
La fia de mastro MENAMELOBEN
gaveva tre tre CIAPEMELINMAN
coioni grossi MENAMELOBEN
con tute tre le man
con tute tre le man
con tute tre le man