• nedovannini on Ven, 01/04/2008 - 16:00

    A me dispiace dire “io qui io là”. Poi il mio – ovviamente – non è un io, è un concetto psichiatrico. Dunque dico “io” per modo di dire. Il mio paziente Alessandro Trasciatti andrebbe forse scoraggiato quando apre siti come questo. Li apre ma poi che ci fa? Ci vuole parlare del linguaggio della letteratura? Ma che gliene frega a lui del linguaggio della letteratura? Ma che vuol fare lui da grande? Ma lui giocava colle macchinine o coi trattori come me? Eh??? Mi risponda Trasciatti.

    Lasciamo perdere... Comunque io ne so delle cose su di lui. Ad esempio che una volta dopo essere stato mesi a montare un'automobilina, siccome l'ultimo pezzo non gli riusciva metterlo l'ha sbatacchiata contro il muro! L'ha mandata in frantumi. L'ha destrutturata (anticipando metaforicamente la propria sbrindellatissima personalità futura). Queste sono le cose importanti, altro che linguaggio della letteratura. Il linguaggio orale... Ahhhhhhhh. Ma che problemi sono? Esiste un linguaggio parenterale? E gli scrittori emiliani chi sono? Una specie protetta o in estinzione? Poi vedo che qualcuno cita Gadda, un vecchio ingegnere disegnatore di iniettori meccanici a bassa pressione che ha lavorato alla Landini nel '45 (mi pare) quando la ditta era già praticamente in liquidazione. Insomma siete tutti dei pasticciaccioni. E io sono un po' come il pasticciere (quello vero, quello arcidiplomato all'Accademia dei Cuochi).
    Insomma, a me le idee mi vengono lì per lì. Ad esempio mi viene in mente all'improvviso che la Psichiatria è un'arte culinaria.
    Qui, Trasciatti, ci starebbe bene minimo un Erbazzone. E ora degenero: mi viene in mente un timballone cosmico che mi soffoca.
    Dio mio Trasciatti, venga subito in ambulatorio!
    Trasciatti mi salvi!

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