Sep
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Maurizio Antonetti: Spoon Ribes n.1
Sab, 09/13/2008 - 09:26
Stamani, dopo molti mesi, mio padre è tornato a farmi visita. Da solo, senza la vecchia, senza neppure farsi accompagnare da Martina. Credo che abbia preso il pullman, e che poi si sia sgroppato gli ultimi cinquecento metri a piedi, con la sciatica che si ritrova. Roba da non credere. Pancetta etilica a parte, direi che il vecchio si conserva bene, per uno che ha lavorato quarantadue anni in cartiera.
La cosa strana è che oggi non la finiva più di chiacchierare. E' riuscito a mettere in fila più parole di quante gliene abbia sentite pronunciare in tutta la sua vita. Tutte d'un fiato, come se avesse mandato a memoria il pistolotto.
Detto fra noi, ho pure il sospetto che c'entri qualcosa l'Alzheimer. Non che sparasse cazzate totali, o che ripetesse sempre la solita solfa, e bla-bla-bla. E' solo che non ha citato un solo fatto accaduto dopo il 1980. Ha cominciato col riesumare i momenti felici di quando Martina ed io eravamo due marmocchi, e le domeniche d'estate si andava tutti a fare il bagno in darsena. Mentre parlava si stropicciava il mento e continuava a grattarsi la nuca, come a rimuovere immaginari granelli di sabbia. Emanava anche un certo sentore di vino, come quando rientrava delle sue epiche briscolate al bar. Ma alle dieci di mattina, finora, l'avevo sentito puzzare soltanto di sudore. Tutt'al più, di sigaretta.
Gran brutta faccenda, prima o poi dovrò trovare il modo di parlarne con Martina, visto che alla mamma non gliene frega un accidente. Stamani, comunque, il vecchio non mi ha lasciato il tempo di affrontare la questione. Aveva cose più urgenti da discutere.
"Forse non te ne rendevi conto perché eri troppo piccolo" diceva, fissando un patetico vaso di fiori che aveva una gran voglia di finire nell'organico. "Martina, invece, lei, era abbastanza grande per apprezzare ogni momento di quelle domeniche. Si partiva da casa alle otto, sulla nostra 127 gialla, e si arrivava a Viareggio in meno di mezz'ora, senza bisogno di fare l'autostrada. Si piazzava la sdraio di legno sotto l'ombrellone, si gonfiava il pallone della Nivea, e poi via, tutti a fare il bagno! Tutti a parte la mamma, che preferiva starsene incollata sull'asciugamano a leggere i fotoromanzi. Dopo un po' andavo a sedermi sulla sdraio, di fianco a lei, e mi addormentavo con in grembo la Gazzetta dello Sport. Voi mocciosi, invece, facevate a gara a chi costruiva il castello di sabbia più grande. Devo riconoscere, figliolo, che anche se eri alto quanto un cavatappi, ci sapevi fare con la sabbia. Tanto che attiravi sempre dei comunelli di curiosi, mentre facevi sgocciolare la sabbia bagnata con la mano. Ogni tanto passava qualche milanese che lasciava cadere due monete nel secchiello e, alla fine, riuscivi sempre a rimediarci la merenda. Appena sentivi la cantilena della frittellara:
bombolonifrittellebombolonicaldiiiii, bombolonifrittellebombolonicaldiiiii, ti mettevi a saltare come un ossesso. Chissà che fine avrà fatto, povera donna, con quel suo canestro coperto di tovaglioli bianchi"
"Che fine vuoi che abbia fatto, pa', era già decrepita cinquant'anni fa! Magari, prima di schiattare, sarà andata a lavorare da McDonalds".
Mio padre ha scosso la testa un paio di volte, sorridendo tra sé, come a figurarsi la vecchia dietro un bancone di vetro, intenta a dispensare donuts alla fragola ai turisti tedeschi.
"A mezzogiorno spaccato," ha ripreso poi, cancellando il ricordo della frittellara con un gesto della mano "la mamma ci serviva la panzanella nei piatti di plastica, e io tiravo fuori dalla borsa-frigo il vino di nonno Saverio. Martina si divertiva a versare la frizzina nella bottiglia con il tappo a clip, e tu l'agitavi come se fosse spumante. Quello, forse, era il momento più bello di tutta la giornata. Mica perché c'era da bere e da mangiare. Era bello perché si stava insieme".
Ma tu guarda cos'è stato capace d'inventarsi oggi, il vecchio. Per me è stato come una rivelazione. Voglio dire, tu credi di sapere tutto su tuo padre finché, un bel giorno, scopri che è l'esatto opposto di come te l'eri immaginato. Allora ho smesso di ascoltare, mi sono perso nel dedalo delle sue rughe, nel grigio sempre più giallastro di quella dozzina di capelli, costretti a sopportare l'ingiuria quotidiana del riporto. Mentre lui continuava a fissare i fiori polverosi, rievocando fatti non meno stantii.
"Dopo pranzo, quando il sole picchiava così forte da bucare l'ombrellone, si prendeva la macchina e si andava in pineta, a farci due scope e una briscola. Quattro era proprio il numero perfetto, per una famiglia "cartaiola" come la nostra. Nel pomeriggio, Martina, con la complicità di vostra madre, pretendeva a tutti i costi di fare un giro sul Viale Margherita. Così mi toccava portarvi a zoccolare, su e giù davanti alle vetrine, e certe volte ci scappava anche un gelato. Verso sera si ritornava in spiaggia, ma stavolta in centro, davanti a Piazzale Mazzini. Si aspettava il tramonto spolverando i resti della panzanella e l'ultimo quarto di vino, che cominciava a sapere un po' d'aceto, nonostante lo tenessi al fresco, in un secchio con l'acqua di mare..."
"Scusa se t'interrompo, pa', ma vorrei farti notare che a sei anni ne avevo già abbastanza, di quelle vacanze tira-e-molla ad alto tasso alcolico".
A questo punto mio padre ha distolto lo sguardo dai fiori, per ficcarmelo dritto negli occhi. Uno sguardo maledettamente lucido, e non solo in senso figurato. C'erano tante lacrime in quelle palpebre rugose da poterci annaffiare tutte le mie piante.
"Vedi, figliolo, stanotte ho sognato una di quelle domeniche, e ci tenevo proprio a dirti come sarebbe bello, per una volta, poter rifare tutte quelle cose esattamente come trent'anni fa, con la 127, i castelli di sabbia, la panzanella e tutto il resto. Solo questo, ti volevo dire. Ma ormai non si può più".
"Certo che no. Fammi pensare, la vecchia 127, euro zero, anzi, diciotto sotto-zero: divieto assoluto di circolazione. Tragitto casa-Viareggio in meno di trenta minuti, a una media di settanta all'ora: trecento euro di multa e punti sulla patente dimezzati. Rientro con il pieno di vino del nonno: patente ritirata e sequestro dell'auto. Castelli di sabbia, acquisto di frittelle contraffatte, prelievo non autorizzato di acqua di mare, passeggiata in tenuta da spiaggia sul Viale Margherita... a occhio e croce ce n'è per due ergastoli a testa. Senza contare il gioco d'azzardo in pineta e lo sfruttamento di minori per quella storia delle monetine. Svegliati, pa'. Il ventesimo secolo è finito da un pezzo!"
"Quel sogno era così realistico" ha commentato il vecchio, senza badare a me, "che quando mi sono svegliato, per un attimo, ho avuto la certezza che tu fossi ancora fra noi".
Poi si è inginocchiato sulla tomba, ha preso i fiori secchi e li ha gettati in un sacchetto della spazzatura.
(c) Maurizio Antonetti, 2008
(In alto: Contromare, foto Trasciatti)
Complimenti mi hai quasi commosso,ci voleva in questa prima domenica veramente settembrina continua cosi'grandissimo mauri...
Firmatevi, firmatevi! Non mi stancherò mai di dirlo.
dir dir
Grazie, grazie!! (I venti euro pattuiti per il commento te li porto stasera)
M
...da lasciare così...senza fiato, con la consapevolezza che c'è ancora chi sa regalare emozioni.
dio mauri...avrei voluto scriverlo io...bravissimo!!!eli
Antonetti vergognati!
Venti euro: sei il solito spilorcio lucchese!
direttor mentecatti
E sia! a partire da questo momento, i commenti saranno valutati venticinque euro (ovviamente solo quelli favorevoli. Astenersi perditempo).
venticinque euro? praticamente come la settimana enigmistica valutava le barzellette dei lettori che venivano scelte per la pubblicazione. Mica male, di questi tempi.
Questo mercimonio sul mio sito è veramente disgustoso.
Aristarco De Trasciattis
C'è un moderatore che frusti l'autore di questi commenti? Ne va della cristallina serietà accademica di questa bacheca informatica...
Dunque, sorvolando ed appropinquandoci al testo, condivido i commenti precedenti. Con una postilla: la prima lettura lascia senza fiato, per la conclusione imprevista d'ottima inventio letteraria. La seconda lettura, condizionata dal sapere "come va a finire", va alla ricerca di tutti gli indizi che concordino o discordino con la natura trapassata di uno dei due protagonisti. E in qualche modo la bellezza e lo stupore sembrano andar perduti ad ogni lettura. Peccato.
Non ne consiglio più di tre, se il dott. Vannini me lo consente e mi incoraggia in questa dilettantistica prescrizione.
Sir Libeccio.
Sir Libeccio, non credo che alcuno abbia mai letto un giallo due volte: quando sai chi è l'assassino non è che te lo puoi dimenticare e rileggere il testo con lo stesso gusto di prima. Credo che ci siano testi che "funzionano" così, cioè son fatti per essere letti una sola volta. Detto questo, ho riletto perlomeno un paio di volte questo raccontello dell'Antonetto prima di pubblicarlo: cos'ha che non va? Illuminami.
dirtrasha
Non sono avvezzo alla letteratura gialla.
Ed è per questo che esprimo il mio plauso per questo bel racconto assieme alle mie perplessità, dopo averlo riletto. Difatti, non è un giallo.
Mi sono sentito un pò preso in contropiede dalla tua richiesta di chiarimenti... in effetti lì per lì ho commentato spinto da una sensazione "a pelle". Poi ho riletto ancora (riborda!) il racconto e ho focalizzato le mie perplessità.
Il passaggio è questo:
Certo che no. Fammi pensare, la vecchia 127, euro zero, anzi, diciotto
sotto-zero: divieto assoluto di circolazione. Tragitto casa-Viareggio
in meno di trenta minuti, a una media di settanta all'ora: trecento
euro di multa e punti sulla patente dimezzati. Rientro con il pieno di
vino del nonno: patente ritirata e sequestro dell'auto. Castelli di
sabbia, acquisto di frittelle contraffatte, prelievo non autorizzato di
acqua di mare, passeggiata in tenuta da spiaggia sul Viale Margherita...
Se lo leggessi staccato dal contesto direi che è la pubblicità della MasterCard.
Leggendolo la seconda volta io "gioco" , come lettore, a far finta di non sapere cheil vecchio parla con un morto. Ed è anche facile, perchè non c'è alcun indizio che l'interlocutore sia morto, ma neanche che sia vivo... è solo una convenzione letteraria, ma non è assolutamente detto. Il colpo di scena finale è bello proprio perchè sgretola questa convinzione.
Ma quando arrivo a quel punto, e mi viene in mente la carta di credito, ho un beffardo indizio del fatto che il figlio non solo possa non essere morto, ma che sia vivo, rampante, trendy e un pò sprezzante del vecchio padre.
Queste sono solo considerazioni marginali, contro-criticabili e contestabili; tratto il testo con la ferocia rispettosa che vorrei vedere applicata anche ai miei scritti e spero che l'autore non se la prenda per male. Se il Trasciatti se la prende per male, gli manderò una foto del mare perchè si consoli.
ops, ho dimenticato la firma.
Sir Libeccio, arciduca di Capocavallo
Mah, senti Libecciuolo, quello che mi piace è la "ferocia rispettosa", per il resto non so bene che dirti. Io, figurati se ci rimango male, neanche fossi l'Antonetto (anche se come direttore pubblicante sono un po' anche l'Antonetto, o perlomeno ne faccio le veci). Comunque credevo tu avessi scovato delle discrepanze inammissibili, ma non mi sembra. Insomma, senti, parliamo di cose serie: dov'è Capocavallo? Il nome mi piace, deve essere un posto bellissimo. Credo che piacerebbe anche al Vannini che, come psichiatra, è un po' equestre.
Aldobrando Trascialti
Scusa se butto la discussione un po' alle ortiche, Libecciuolo, ma qui è tardi, c'è del sonno in giro e forse anche dei topi in cucina, devo andare a vedere.
direttor Traratti
Il libeccio non sempre è un vento gentile, ma il Sir che ne porta il nome lo è fin troppo, e di questo lo voglio ringraziare.
Intanto perché, avendo letto Spoon Ribes almeno 4 volte in 2 giorni, è senza dubbio il mio più affezionato lettore (per inciso, in tutta la mia vita non ho letto nulla – bugiardini, poesie, racconti, romanzi gialli o di altro colore - per più di tre volte, e, comunque, mai a distanza così ravvicinata. Penso infatti che la letteratura in genere si debba valutare per l’intensità e, al limite, la persistenza delle emozioni che riesce a suscitare, e non per la resistenza a n letture. Quindi, concordo: non leggete Spoon Ribes per più di tre volte. Il mondo è troppo pieno di cose da leggere per perdere tempo a ri-leggere!).
In secondo luogo, lo ringrazio perché la sua analisi è corretta in ogni suo punto: il figlio non è vivo (se non in spirito) ma è, o è stato, a torto o a ragione, “rampante, trendy e un pò sprezzante del vecchio padre”. E si esprime, a differenza del padre, con la stessa volgarità di certi spot pubblicitari.
Grazie, infine, per la “rispettosa ferocia”: è il sale della critica.
M.
siete incomprensibili e noiosi, e io sono vecchio e fatuo. i trattori cominciano a farmi schifo, e questo andrebbe detto perlomeno nel mio ambulatorio. sarà che mi sono allungato il cervello col kerosene ma... non ci capisco più nulla in questo blocolo. ma il blocolo non doveva essere un luogo di purificazione e di svago terapeutico? a me questo pare un cunicolo terminale, ma non si vede quella talpa di mio fratello (roberto, il commesso viaggiatore). insomma qui tutto è cieco e i gatti rossi schizzano fuori come in casa di chi so io.
BASTA! finitela di essere così democratici e chi se la sente conquisti il timone di questo blocolo con un colpo di mano.
nedo vannini psichiatra e commesso ad interim
Direttore!
Capocavallo è un lembo di costa che si trova tra le Gorette e la Mazzanta e che forma quasi una punta nel desolante contesto di erosione; in linguaggio di toponomastica meno locale è un posto sulla spiaggia tra Cecina e Vada.
Ringrazio per l'attenzione data ai miei commenti.
Debbo dire che a me non spaventa la "quantità" delle cose da leggere. Cerco la qualità. Siamo un team di affiatati lettori che scartano le maialate e le inutilità, alla ricerca di un testo così valido che possa anche essere ri-letto.
Una volta sola si legge solo la convocazione all'assemblea di condominio, e la parcella del Vannini che ha allungato il cervello col kerosene e il kerosene con la grappa e la grappa col piscio dei buoi che bevvero l'acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che il Trasciatti ha trovato in cucina.
Sir Libeccio di Capocavallo
io non ho mai bevuto una tanica di grappa in vita mia! il piscio dei buoi poi è una cosa talmente contraria ai miei principi morali che inorridisco come mio fratello quando trova il demonio nella valigia tra le sante frattaglie.
mi meraviglio che il direttratti dia peso ai suoi scellerati commenti.
quanto alla mia parcella si legge per tutta l'eternità. e anche dopo.
dottor nedo vannini psicoterapeuta olistico
Secondo me il piscio dei buoi non è poi tanto male.
dir pisciatti
E poi lei, Vannini, perché sta a leggere queste cose che tanto non la interessano? Mi aveva promesso di scrivere un bel libratto di epistole al Pistelli, suo confratello quasi conclamato, avrebbe dovuto rinchiudersi in conclave e scrivere almeno settecento epistole a quest'ora, e invece cosa fa? si aggiricchia nel blog, frignicchia, si arrabbicchia, scalpiticchia e non conclude niente. Mi delude, mi elude, mi elide anzi, non so più che fare con lei, con Adornata che non mi degna più di alcuno sguardo e anche con quel filosofo Borso che ha fatto una finta apparizione, ha detto io qui io là, spacco questo spacco quello e poi? tutto fumo, niente arrosto. Io un giorno o l'altro, quanto è ver che son trasciatti, vengo a casa vostra, sua e del Borso, e vi stritolo con le mie mani di cemento.
Tramatti
Vannini malefico perché ti inguatti? scaturisci dal tuo buco, è un ordine!
Adornatti
e si è intromesso il dir pisciatti.
nedo vannini psichiatra e urologo dilettante
Annoto la sua grazia e rispettabilità, dottor Vannini, e sottolineo l'ingerenza cafona del Pisciatti.
La sana pluralità di visioni e di prospettive trova in Lei un cavaliere impavido.
Per questo continuo ad affermare che ogni racconto ha il suo stile, ma non mi piace troppo la narrativa usa e getta (di quelle che si leggono una volta sola). Altrimenti che cosa comprerei a fare un libro?
Già. Compri il mio libratto altrimenti piango io e il Pisciatti digrigna la notte.
Sir Libeccio
non mi ricordo più se le davo del tu. comunque non mi ricordo nemmeno di che cosa parlavamo... sì ha ragione, io sono molto plurale e cavalleresco, noi vannini siamo così. il pisciatti è proprio uno schifo, una poltiglia urinale, uno schiumio di giallumi semiliquidi, un minestrone di essudati uretrali, una mousse di purulenze meatiche, una palude di brodaglie minzionali, un pisciume scolaticcio e catarroso, una spremitura di rognoni pollini, e poi non so... non mi viene in mente altro. mi aiuti libeccio!
dottor vannini psichiatra e incontinentologo
Che cosa penserà Adornata di questo tutto questo schifio? La tenga lontana dal computer, Vannini, non le faccia leggere queste bassezze verbali.
Rigoratti direttor Adornato
nedo
Sì sì, ho capito che parla con il tecnico Libecciuoli: sa che egli mi sta distruggendo il sito dall'interno? un po' come fa lei, ma molto più pericolosamente perché lei si accontenta di scacazzare in giro come un piccione innocuo, anche se un po' schifoso, invece Libecciuoli piazza qua e là delle vere mine informatiche che ogni tanto esplodono e paralizzano il sito per giorni e giorni. Ci restano proprio delle voragini, non so se le ha viste. Lei è così distratto che non vede niente.
direttratti
Questo insulto non me lo meritavo.
Sto tecnicizzolando nel sito, è vero.
Sto piazzando mine estrogene nel codice html che possono indurre sudorazione smodata trea gli utenti, è vero.
Sto clonando la struttura segreta della galleria di immagini ospitata dal Trasciatti, e la storpio non in base ai mei capricci ma semplicemente affidandomi al caso, è vero.
Ma tutto questo è un piccolo sacrificio per un futuro migliore, dove i Libratti saranno più famosi delle Einaudi e più raffinati dell'Adelphi, dove il forum sarà l'oggetto più cercato su google da ogni fascia d'età, dove Freud e Jung s'inchineranno di fronte al Vannini e dove i canoni di bellezza classica saranno ricalcolati prendendo ad esempio Adornata e Lucia.
L'azione politica di riformatore moderato di siti infingardi in questo paese è considerata così poco? I tecnici della rete sono insultati con diritto di lapidazione senza che nessuna voce s'innalzi a difesa dell'entelechia informatica?
Basta, emigro in un altro paese, magari nel terzo mondo mi capiranno.
Mi trasferisco a Buti.
Sir Libeccio
parlare con me e lasciare il pisciatti al suo destino
n.v.
Povero Libecciotti,
come ti ho trattato male...mi sento come uno di quei gatti con le orecchie basse dopo che hanno rubato la carne sul tavolo.
pisciatto
Trasciattello ti perdono. Ma ora scusami devo interloquire con il dottore.
Egregio Vannini Nedo di padre toscano (presumo), la conversazione con lei mi riempie di sano orgoglio e mi concede di abbeverare il mio spirito ai più alti valori del genio umano.
Ed è per questo che un po' sommessamente le chiedo: lei parlava con me, è vero, ma di cosa stavamo parlando?
Sir Libe
... proprio uno schifo, una poltiglia urinale, uno schiumio di giallumi semiliquidi, un minestrone di essudati uretrali, una mousse di purulenze meatiche, una palude di brodaglie minzionali, un pisciume scolaticcio e catarroso, una spremitura di rognoni pollini...
dottor vannini psichiatra delle vie urinarie
Quando ho cliccato su "rispondi" è apparsa una schermata HTML con un bordello di codici. Strano?
Qualcosa però è cambiato...
Al mio ritorno sul Trasciatti, pensavo, qualcosa sarà di sicuro cambiato. Speravo che al posto dell'ambulatorio del Dott Vannini ci fosse il tanto desiderato ambulatorio della poppoterapeuta, invece c'è ancora la targhetta di quello psichiatra della mutua che ora si spaccia anche per urologo.
Pensavo che la cura Brunetta avesse spazzato via l'intero ambulatorio...
Nulla contro il povero Nedo Vannini, ma credo che attualmente alle persone serva più una poppoterapeuta che uno psichiatra
Come direttore non potrebbe trovare dei finanziamenti per aprire un master in poppoterapia?
Antão Sacarolhas
è la popò-terapia?
r.v.
Va bene che di questi tempi si ve(n)dono in giro solo tette, culi e melamina ma qui, ormai, è tutto un cacca e piscia che neanche all'asilo di Buti! Qualcuno intervenga a riportare la discussione a livelli quantomeno di scuola elementare. E comunque, una seduta dalla poppoterapeuta non mi dispiacerebbe.
M
Nautilio :
sto girando intorno a una stessa cosa
ieri notte ho scritto una cosa strana che se vuoi ti mostro
Vannini :
sì
Nautilio :
è una specie di analisi di quella cosa cui gira intorno anche il pezzo di Anacleto che ti ho mandato
Nautilio :
(…)
Vannini :
sto leggendo
Nautilio :
(…)
Vannini :
è molto complicato ma fila
Nautilio :
condividi la mia analisi?
Vannini :
non lo so ancora lo devo rileggere con calma poi te lo dico
Nautilio :
io non riconoscevo la mia bibliotecaria come se non ci fosse una nostra storia condivisa
Vannini :
il problema dell'io è centrale nella scrittura
secondo me si scrive solo per costruire un io
Nautilio :
è vero
Vannini :
non so se si cerca un io originario singolare
comunque il rapporto uomo bibliotecaria è molto illuminante
Nautilio :
a te non capita mai di non riconoscere una persona?
Vannini :
no
però mi capita, ad esempio col postino, di sentire che tutto quello che abbiamo condiviso è solo una distanza
Nautilio :
io invece è come se perdessi tutta la memoria comune
so chi dovrebbe essere, ma non lo è quando la guardo
Vannini :
io non la perdo ma le tolgo completamente valore
paradossalmente sono più razionale di te che sei un ermeneuta
Nautilio :
io non mi sento molto razionale
anche se questa storia del razionale-irrazionale la capisco poco
Vannini :
io credo che si limiti alla sintassi
Nautilio :
mio cugino l'altro giorno mi chiedeva come riesco ad apprezzare uno scrittore che mischia il razionale (il filosofico) all'irrazionale (il religioso), come in Kierkegaard
Vannini :
la razionalità è una forma di sintassi interiore di tipo armonioso
Nautilio :
be', vista così è più chiara
Vannini :
K può sembrare disarmonioso
Nautilio :
però io dicevo, per esempio, a mio cugino, che l'irrazionale rimane sempre il non detto,
finché si parla si sta nella razionalità, perché si usa la parola, che è ciò su cui si fonda la nostra ragione
Vannini :
io direi piuttosto che l'irrazionale rimane il non strutturato
Nautilio :
l'irrazionale tutt'al più fa i versi
Vannini :
no perché i versi sono armoniosi
Nautilio :
mmm,
secondo me si confonde il confuso, il caotico, con l'irrazionale
Vannini :
sì è così
secondo me tutto quello che ha una struttura sintattica armoniosa è razionale
Nautilio :
anche per me non esiste un pensiero irrazionale
Vannini :
potrà anche esistere ma io non lo conosco
Nautilio :
secondo me è un problema di fondamenti,
non è nelle condizioni di possibilità della scrittura esprimere l'irrazionale,
è come pensare di poter bere l'aria
Vannini :
ad esempio la poesia di Zanzotto è spesso disarmoniosa e dunque irrazionale e dunque arbitraria
Nautilio :
ma come fa ad essere irrazionale se è partorita dalla ragione?
Vannini :
dalla mente non dalla ragione
Nautilio :
è come se io, che sono un uomo, facessi i grugniti di un maiale,
ma la ragione che cosa è?
Vannini :
secondo me è una forma di armonia, di musicalità, di ritmo
Nautilio :
ma se si usano le parole, si utilizza una pratica che la nostra mente ha imparato ad adoperare negli anni,
non si esce dalla sintassi
Vannini :
ma le parole sono prima di tutto suono e la sintassi è prima di tutto ritmo
Nautilio :
ma il significato non cede mai il passo
e a meno che sia una poesia come quella tutta suoni di non so quale futurista
Vannini :
io credo che il significato in realtà sia sempre una forma di appagamento musicale
Nautilio :
ma anche lì, il non significare dichiarato comunica indirettamente un significato;
direttamente o indirettamente il significato passa, le parole, il suono, la sintassi, il ritmo, si tradiscono sempre
Vannini :
ma devi ammettere che il significato è sempre qualcosa che rassicura e appaga
Nautilio :
be' non sempre,
appaga di più la musica
Vannini :
sì sempre
Nautilio :
Kierkegaard a me non rassicura per niente
Vannini :
quando te "cogli il significato" di una frase raggiungi un ordine
e l'ordine ha sempre una struttura musicale
ti faccio un esempio molto semplice:
il pezzo che mi hai mandato ora io l'ho letto velocemente “a orecchio”
Nautilio :
sì
Vannini :
e ho sentito che suona bene
dunque ha certamente un significato
Nautilio :
se avesse suonato male non lo avrebbe avuto?
Vannini :
no
perché le frasi che “portano” un significato sono sempre melodiose
hanno una connessione prima che logica musicale
Nautilio :
quelle disarmoniche portano il significato della confusione
Vannini :
non portano significati ma brandelli di significati
Nautilio :
se fosse come dici tu non si avrebbero più i significati
ma il significato è un'armonia cosmica
ecumenica
Vannini :
io credo che il significato sia parcellizzabile
Nautilio :
ma si frammenta come se fosse una moltitudine di monadi
che sono tante facce della stessa monade madre
Vannini :
non te lo so dire
posso solo dirti che secondo me tutte le frasi portatrici di un qualunque significato hanno una specie di suono riconoscibile dunque "rassicurante"
Nautilio :
ma il significato così è solo una illusione
Vannini :
no perché la musica è una cosa concreta e anzi la ritrovi in tutte le manifestazioni della natura
la struttura di un fiore è un insieme di significati
Nautilio :
ma la musica della natura è molto diversa da quella dell'uomo
...
il tuo concetto di musica è molto vasto
Vannini :
sì
Nautilio :
è FORMA
Vannini :
si può sostituire con “aspetto armonico”
Nautilio :
la forma è regolare, armonica
Vannini :
può essere anche irregolare ma deve comunque essere armoniosa
Nautilio :
simmetrica?
Vannini :
non è detto
Nautilio :
io sono piuttosto malato per la simmetria
Vannini :
ci sono delle asimmetrie molto belle nell'arte e nella natura
quello che conta è che l'armonia sia "afferrabile"
cioè che tu lo possa riconoscere
è come la deformazione del reale in pittura
Nautilio :
come in Bacon
Vannini :
ecco pensavo proprio a lui
Nautilio :
è una questione egoistica,
si cerca sempre qualcosa che abbiamo già dentro di noi,
si cerca una conferma
Vannini :
sono deformazioni che seguono una specie di percorso armonioso e in un certo senso "prevedibile/rassicurante
Nautilio :
è la teoria della conoscenza platonica
Vannini :
sì in fondo è proprio Platone
Nautilio :
a monte agisce l'idea che dentro di noi ha lasciato il suo fantasma
e quando vediamo qualcosa la conoscenza si sviluppa dal riconoscimento dell'immagine dell'idea
Vannini :
dunque si può dire che il significato è ciò che noi siamo in grado di riconoscere
Nautilio :
sì
Vannini :
perché è consonante
si crea una specie di unisono
Nautilio :
il problema è quel "ciò"
che è vasto come il mondo intero
Vannini :
mi pare un problema che sta fuori di noi
dunque non ci riguarda
Nautilio :
ma un po' anche in noi
Vannini :
io mi occupo della musica delle cose non delle cose
le cose saranno sempre e comunque un concetto metafisico
Nautilio :
in un certo senso sì
Vannini :
io posso suonare un pezzo su un violino ma il violino non è in me e lo trovo come oggetto metafisico
Nautilio :
il pezzo che suoni non è metafisico?
non è una cosa?
Vannini :
posso riflettere sulla forma di un fiore e questa mia riflessione è una partitura musicale
però il fiore è una cosa che mi viene dal fuori
Nautilio :
ho capito
Vannini :
di questo passo si può arrivare anche a credere in dio
Nautilio :
be', è una teoria molto affascinante
Vannini :
ora ti lascio
Nautilio :
però la parola Dio ha dei significati che non si associano perfettamente a quello che dici
ci sarebbe da cambiare parola
Vannini :
mi raccomando, trascrivi questa conversazione che la mandiamo al Trasciatti
Nautilio :
va bene!
Vannini :
vedrai che arriveremo a dio
Nautilio :
ma... non si può dirlo prima di arrivarci
... se dovesse arrivare, dio si manifesterebbe
Vannini :
volendo ci si arriva
Nautilio :
il fatto di avere l'aspettativa del suo arrivo è segno che si è nell'illusione...
Vannini :
no
Nautilio :
... che lo si crea
Vannini :
è il fatto che si crede nelle scritture come gli ebrei
Nautilio :
io non credo molto nelle scritture
Vannini :
nemmeno io
Nautilio :
anzi, non ci credo proprio
Vannini :
però credo che noi siamo capaci di crearlo dio
Nautilio :
be', vedremo se salta fuori questo dio
Vannini :
lo faremo saltare fuori stai tranquillo
Nautilio :
ok,
mi fido
Vannini :
ci vorrà qualche anno di lavoro
Nautilio :
un bel po' po' di tempo
Vannini :
sì
E' stata una captazione proficua. Ma ora che ne sarà di voi, dopo questo discettamento?
Eleuterio Artematti
detto tra noi nautilio è matto. io cerco di assecondarlo in queste sedute per vedere se si spurga un po' da quelle idee coatte. gli faccio credere che troveremo dio perché così si calma e dopo dorme abbastanza tranquillo.
edo vannini (da oggi preferisco senza la enne)
Edo (江戸) era una città del Giappone e il vecchio nome di Tōkyō (la capitale del Giappone).
Dapprima Edo era una piccola città costiera. Un daimyō (signore feudale, lett. "grande nome") - Ōta Dōkan 太田道灌 - ne fece una cittadella nel 1457. Così facendo fondò la nuova capitale del suo territorio (la regione di Tokai).
Lo shōgun (signore della guerra) portó la capitale di fatto a Edo durante il periodo Tokugawa (1603-1853). In questo periodo, anche noto come il Periodo Edo, lo shõgun teneva corte a Edo, nel castello Chiyoda (Chiyoda jō 千代田城). In questo periodo la capitale ufficiale rimase Kyōto, la residenza dell'imperatore, ma Edo divenne la più grande città del Giappone. In questo periodo la maggior parte delle influenze occidentali furono escluse dal Giappone.
All'inizio dell'era Meiji (1868), l'imperatore si trasferì a Edo, che venne rinominata Tōkyō.
Il periodo Edo è noto per la sua arte caratteristica, comprese soprattutto le famose stampe a colori, per esempio di Hiroshige.
edo vannini illustratore catalettico
L'aedo, nell'antica civiltà greca, era il cantore professionista. L'etimologia della parola viene dal greco "ᾄδειν" cioè "cantare". Egli era una figura sacra, era considerato un profeta, tradizionalmente ritratto come cieco in quanto, essendo tale non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con la divinità (attraverso gli occhi dell'anima) che lo ispirava, sviluppava quindi una capacità metasensibile (oltre i sensi). La sapienza che possedeva rendeva la capacità di vedere superflua, era un "invasato", aveva il dio dentro, le Muse parlavano attraverso di lui.
L'aedo faceva parte della cosiddetta face to face society, la trasmissione dei testi avveniva oralmente, con una "performance" nella quale l'aedo era in diretto contatto con l'uditorio. L'aedo non disponeva di un testo scritto, dunque diveniva a sua volta compositore. La trasmissione orale richiedeva l'uso di un linguaggio chiaro e diretto, quindi vi è un grande uso di similitudini, il linguaggio è caratterizzato da uno stile formulare, caratterizzato da ripetizioni, la presenza in grande quantità di appellativi come i patronimici, nonché dei cosiddetti topoi, cioè luoghi narrativi: nel caso in cui l'aedo avesse dimenticato la strofa successiva, poteva "indugiare" su quella che stava ancora cantando usando questi ferri del mestiere. Gli aedi erano soliti narrare i poemi non per intero, per ovvie ragioni di tempo, ma a pezzi; dovevano in ogni modo possedere una buona memoria e una grande immaginazione. La funzione dell'aedo era duplice:aveva una funzione di memoria storica (attraverso i loro componimenti fissavano nella loro memoria tutte le conquiste che la civiltà aveva prodotto; inoltre conoscevano le cose che furono, che sono e che saranno.
Dalla tradizione apprendiamo anche che vi erano scuole di aedi che si tramandavano di generazione in generazione i propri canti; particolarmente famosa era quella degli Omeridi, nell'isola di Chio, che si vantavano di discendere dal grande Omero.
aedo vannini cantore e psicopompo
Questa captazione merita un post ad hoc.
Nautilio
sei un megalomane.
aedo
Complimenti! Ho appena letto il tuo Spoon Ribes numero uno... l'ultimo passaggio ti lascia a galleggiare con la faccia sotto l'acqua con solo il rumore del mare!!
Quell'attimo prima di affogare nell'ultima rivelazione ( rivelatoria ).... non che io sia mai affogata eh!!
Ancora complimenti... come al solito....
Ciao ciao naiamaia
Grande maurizio. molto carino questo racconto, continua così e w zapatero!!!