Feb
3
L'elegia di Lapo
Dom, 02/03/2008 - 22:23
È chiaro che non ci sono più
per nessuno.
E la chiarezza non è una cosa posticipata
come la neve di marzo.
E poi
ci arriveremo a Pasqua?
È alta o bassa?
È una Pasqua intermedia?
Mi volete rispondere sì
o no?
(In fondo ve lo chiedo sottovoce
non grido mica).
Comunque...
quel gesuita di Don Giovanni non si azzardi a schizzarmi
con l'Acqua da Tavola.
Che sono un indemoniato lo dice anche il mio oroscopo.
Oltretutto ho mangiato troppo e male
mi sono alzato nel sonno
ho fatto la pipì tre o quattro volte
e poi ho deciso che occorre cancellare le mie tracce
(quegli schizzi maleodoranti con i quali
segno il mio territorio).
Se viene il Parroco
gli dico subito che mi sarebbe piaciuto strangolare
mia sorella Elvira.
Ma devo ammettere (a malincuore)
che non è vero:
io per il collo ce l'ho presa tante volte
però... non stringevo abbastanza.
Cioè
stringevo...
ma all'ultimo momento mi mancavano le forze.
Allora trasecolavo.
È una cosa divina
(direbbe il Curato).
Ma a scuola
caro il mio Don Giovanni
mi esoneravano dalla lettura della Bibbia
perché avevo una voce sgradevole.
Da che pulpito canto!
Una regalia di uccelli mi accompagna.
Oh...
non è gran cosa!
È un impasto di miglio e passeri eunuchi
(una razza recanatese
perché mio padre aveva questa mania
dei cimeli leopardiani
e
per così dire
"conteggiava" tutto).
È un gioco di parole...
(ma a me piacciono tanto).
Insomma:
lui stravedeva per il Conte.
E magari da piccolo mi vestiva da Leopardi
e mi faceva una gobbetta
con un tondo di gommapiuma.
Dio mio che strana cosa è il mondo...
visto da qui che cosa spettacolare!
Tutto sta nel salirci
e buttare di sotto i volatili che ci abitano.
Gli sparo a bruciapelo con la mia carabina a tappi
(quella che usavo per andare a caccia di farfalle).
Poi come un cùculo
prendo possesso della piccionaia.
Naturalmente
minaccio di buttarmi di sotto.
Lo sussurro agli uccelli dei piani bassi
e anche a mio padre che fa finta di dormire.
Lui
è un ignavo di prima grandezza
(un uomo piccolissimo però).
Si rintana da mezzo secolo dentro una madia per il pane.
Tre o quattro volte al giorno
tira fuori la testa e dice "sono una pasta d'uomo".
E io che ero destinato a grandi imprese
(a razzie d'uccellame)
metto il tappo al fucile
e sparo.
Ma...
non durerà per sempre...
La contemplazione aerea del mondo mi fortifica
e l'impasto di miglio e passeri mi fa spuntare le ali.
Verrà il momento che mio padre laggiù
sarà solo un puntino canuto.
Un candito.
Sì
proprio una pasta d'uomo...
... e anche mia madre se ne è sempre approfittata:
lo ha atterrito tutta la vita con oscurissime minacce
e
più di una volta lo ha messo a letto senza cena.
Ma che fine faranno i piccioni giustiziati?
Secondo me precipitano nel mare delle Antille.
Ma può anche darsi che i monsoni li spennino prima
e che allora rimangano a mezz'aria come polli da batteria.
Se potessi comunicare con mio padre
(se la smettesse di rintanarsi in quella madia
maleodorante)
forse potrebbe dirmi con certezza dove finiscono
questi piccioni sfortunati.
Mi rendo conto che sono molto cresciuto.
Me ne accorgo da come gli altri calano.
Poi le pareti della piccionaia mi vanno strette.
E la notte
tra il letto e il soffitto
lo spazio è sempre meno.
Ma può anche darsi che sia il letto a lievitare.
Non è un fenomeno raro dal momento che il materasso
è imbottito di erba medica
e a marzo
qualche filo si gonfia.
È un letto molto triste comunque.
Talmente alto che non posso nemmeno sognare
(non saprei dire perché:
probabilmente i sogni qui
non ci arrivano).
Roberto Amato
o metti gli asterischi tra una pagina e l'altra o smetti di pubblicare le cose del mio paziente!!!
nedo vannini psichiatra
o citrullo ma che vuoi? di asterischi vaneggi? è quasi un anno che l'elegia di lapo è pubblicata e ora mi vieni a farneticare di asterischi? sii chiaro e se c'è da cambiare qualcosa indicami il punto esatto, razza di ribollito mentale che non sei altro.
il direttissimo
l'elegia è divisa in numerose camere di lacrimazione (o stanze). PAGINE!!!
ne so meno di prima. indicami i tagli da fare e metterò gli spazi giusti.
atti