Federica Francoli: La farfalla della farina

 

D'inverno arriva l'alba
a piccoli passi incerti
E' un bosco bianco
la cucina prima
di accendere la luce.

*
Eppure l' ama
la sua minuscola famiglia monoparentale
l'avrebbe voluta
più grande più forte più splendente
eppure è pur sempre un riparo
sul precipizio del niente

*
Minuscolo fantasma del nitore
che si fa tana in cedevoli frane
di biancofiore, folletto della semola
che scava fortini in fiocchi d'avena
fogliolina volante
ladruncola
che dietro le ante della credenza
fai bottino e semenza
ergastolana della cucina
farfalla della farina

*
Ma esisterà davvero il vicino
dell'ultimo piano?
Avrà una sua poltrona, un suo divano,
uno stendino per la biancheria
con le mollette in fila
come soldatini?
Si aprirà per lui a volte il suo sipario
l'ascensore,
avrà un guizzo
di tanto in tanto il contatore?
O è solo un nome sul campanello
un lampo d'estate lontana,
quel nome da fiore di campo,
"Papavero Franco"?

*
Finalmente l'ha compreso
a cosa servono le Seconde Case:
servono a essere più soli
a non incrociarsi mai
operai che fanno
sempre turni diversi

*
Regina sconfitta della casa
sguattera da nulla
sul precipizio
del proprio disordine
trema come foglia di betulla.

*
Sciacquando
maglie di lana
le piace ascoltare 
l'acqua nel catino:
le ricorda il mare
il verde di Lussino.

*
Scorgere dal balcone dell'alba
il cantiere dei lavori in corso
l'impalcatura degli affanni
Invidiare il vecchio cane
che non ha nulla da fare:
solo un poco sognare
il punto erba del prato
il rasoterra del bosco

 

*
Skipe

Dentro all'occhiolino verde che si accende
a sera nel cielo freddo del monitor
riposa il seme di ogni loro conversazione.
Fra poco la sua assenza
si farà presenza di parole
la sua voce di figlio germoglierà
nella stanza vuota
come una pianta a primavera.

*
Stirando ascolta la Bohème
si accanisce contro la piega
di un colletto
doma il folletto di una grinza
sulla gonna nuova
intanto Rodolfo canta:
"Non stia sull'uscio
il lume vacilla al vento"
Fuori i tetti sono tutti bianchi
come nel primo atto

*
Un po' di neve da spalare
e niente da mettere a posto
Avere una casa vuota
sul limitare del bosco

 

  1. Antonio (non verificato) on Mar, 09/01/2009 - 10:08

    E' bravissima questa Federica Francoli! Ho iniziato la lettura stancamente e pensando di lasciarla ai primi versi, come mi capita spesso davanti a un poeta sconosciuto e frettolosamente ritenuto un dilettante... e invece, fior da fiore, con sempre nuovo stupore, li ho raccolti tutti questi piccoli fiori di campo che sono i versi di Federica Francoli.

    Antonio

  2. Piero da Napoli (non verificato) on Dom, 09/20/2009 - 21:43

    sì, questi versi mi sono piaciuti: li ho trovati freschi, nuovi, originali, belli nella loro semplicità, apparente semplicità perché si sente che dietro c'è un certo lavoro, un'arte consumata, insomma un bell'esempio di come si possa far poesia anche sulla più banale quotidianità

  3. salvatore (non verificato) on Lun, 09/21/2009 - 08:14

    Leggendo, mi sono quasi invaghito di questa casalinga, sola ma bastante a se stessa, madre di un unico figlio, per giunta lontano, alle prese con le prosaiche incombenze domestiche ma con la testa sulle ali del sogno e della poesia...