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Contro le luci al neon
Sab, 05/29/2010 - 08:59 | Aggiungi un commento
CONTRO LE LUCI AL NEON
Quando uno decide di comprare una casa deve fare attenzione a migliaia di cose. Se il riscaldamento è autonomo, se ci sono un solaio o la cantina, se c’è l’ascensore, se l’antenna centralizzata funziona, se l’appartamento ha doppia esposizione, se ci sono due bagni, se la cucina è grande, se le prese della corrente sono messe in posizioni strategiche, se gli infissi sono a posto, se la via è rumorosa. Tante di quelle cose che molta gente, mentre è alla ricerca di una casa, finisce per andare dallo psicologo, perché si accumulano tanti di quei pensieri e di quelle preoccupazioni che in breve tempo è facile che si perda il sonno o vengano degli attacchi di panico. A volte la ricerca di una casa può durare dei mesi e visto che con l’acquisto se ne vanno via anche dei bei soldoni, è facile pensare che i poveri acquirenti spesso arrivino all’orlo di un esaurimento nervoso. Poi, però, quasi sempre, la casa si compra e, se le cose si sono fatte per bene, se non si è preso un bidone, tutte le preoccupazioni e i cattivi pensieri svaniscono, e uno diventa tutto contento, saluta lo psicologo, e comincia a pensare all’arredamento, agli elettrodomestici, ai colori delle pareti e così via, cose che fanno nascere un certo entusiasmo, che fanno crescere e maturare la parte più creativa dell’uomo e che restituiscono tutta quell’adrenalina che uno ha magari perso nel difficile momento della ricerca della casa. Spesso si fanno dei ragionamenti e delle ipotesi veramente fantasiose, entrando in ogni minimo dettaglio e pensando veramente a ogni microangolo della casa: lì ci mettiamo la cassapanca, per esempio, oppure lì tinteggiamo con dell’arancione tendente al fucsia, addirittura in quell’angolo possiamo mettere un finto muro di mattoni che lega bene con la maniglia ramata delle finestre. Si pensa proprio a tutto, e in fondo è anche giusto: con tutti i soldi che uno ha speso, la casa deve essere come minimo perfetta.
Un mistero che proprio non riesco a capire, però, è come, dopo aver pensato a tutto, qualcuno possa pensare di mettere in casa delle lampadine al neon. Com’è possibile che nel 2010 in alcune case ci siano ancora delle stanze illuminate dal neon? Ma porca zozza maledetta, hai pensato al tappetino di pelo di gnu da mettere in bagno e poi sopra allo specchio metti le lampadine al neon? Hai comprato una cucina da ventimila euro e non trovi niente di meglio da fare che mettere un lampada al neon? Ma dove pensi di essere, in un garage? La luce al neon, oltre al bagliore bianco che emette e che è visibile normalmente ai nostri occhi, emette anche una luce invisibile, fatta di mestizia, tristezza, squallore e freddezza, tanto che ogni volta che entro in una stanza in cui ci sono delle lampadine al neon mi sembra di entrare in un obitorio. Nelle cucine con le luci al neon, delle volte, se uno mi mette sotto il naso una bistecca non posso fare a meno di pensare che l’abbiano appena tagliata dalla coscia del cadavere che conservano in frigofero, dentro a un telo di plastica verde. Eh, ma si risparmia, dice la gente per giustificarsi. Ma brutto cretino, rispondo io, non potevi comprarti un televisore al plasma da settanta pollici, al posto di quello da ottanta, e risparmiare qualche soldo per comprarti delle lampadine decenti, che qui sembra di essere nella mensa di un ospedale?
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