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Aurora Borselli: Quando la testa gli ragionava bene
Mar, 11/17/2009 - 11:17
Gianni mi porta la frutta il martedì, mi chiede una sigaretta e accarezza i miei gatti.
Ogni tanto mi dà un bacio sulla guancia, poi si pulisce la bocca e ride, come i bambini.
Gianni odia la domenica.
Di domenica i bambini non possono giocare a pallone: si sporcano i pantaloni. Lui, la domenica, sta a letto tutto il giorno. Si schiaccia la testa sotto il cuscino per non sentire quelle maledette campane che rimbalzano da un muro all’altro, di tetto in tetto, fino alla sua finestra.
Odia l’estate, le ore troppo calde imprigionano i bambini. Però gli piacciono i pantaloni corti, come quelli che portava lui, quando i suoi occhi erano alla stessa altezza di quelli degli altri bimbi.
Autiello, Barsanti, Bertini, De Rossi, Franceschini, Ferri, Genovesi.
Gianni ricorda ancora tutti i nomi, lui veniva dopo Neri e prima di Pardini, era sempre presente. Prima di diventare scemo.
Una volta gli hanno detto che prima la testa gli ragionava bene.
“Sì, mi ragionava bene, a me, la testa”.
Ianniello, Lemmi, Moretti, Neri, Nencini, Pardini. Se li ricorda tutti.
Era sempre presente, prima di diventare scemo.
“Prima la testa mi ragionava bene.”
Non lo puoi toccare, Gianni. Da quando è alto come è alto, nessuno lo tocca più. Prima invece era diverso. Non poteva neanche urlare, sennò le botte duravano il doppio. Una volta lo picchiarono così forte che non ci sentì più. Tutto ruotava veloce in mezzo alla puzza di vino. Il moccio era salato e sapeva anche un po’ di sangue. Poi smise di parare i colpi, chiudeva solo gli occhi e aspettava che la tempesta finisse.
Gianni sta sempre alla finestra, segue la palla tra un piede e l’altro, corri, di là, torna indietro, attento che ora tira! A volte lo fanno anche stare in porta, ma poi si arrabbiano perché ha le braccia lunghe, e le mani grosse, e le para tutte, ma tanto lui ha capito, e fa finta di inciampare, lasciando che la palla rotoli fin dentro la rete. Così gli altri bimbi gli vogliono più bene.
Il cane di Gianni ha quindici anni, ce l'ha da quando andava a scuola. Una volta hanno fatto il bagno nel fiume dietro casa, e quando sono usciti dall'acqua Bobo ha cominciato a muovere la testa veloce, a destra e a sinistra, sempre più veloce, e intorno c'era una nuvola di goccioline. Gianni ha riso tanto, perché gli è sembrato che Bobo avesse una vespa nell'orecchio che non voleva uscire.
La signora Franca si arrabbia sempre quando Bobo si sdraia sul suo tappetino, dice a Gianni che il cane puzza, ma lui risponde che non è vero, che a lui piace.
“Questo cane puzza della mia vita.”
(In alto: disegno di Stefano Acconci)
niente male, s
L'autrice invece è latitante, fa finta di non sapere che il suo racconto è on line, non risponde alle mail, replica ai messaggini con risposte elusive... ormai si è montata la testa, mi sa.
il direttabile malaticcio
Macché, è solo che non ho soldi nel cellulare!!Viva Dir Dir!
Impossibile tu non abbia soldi, con lo stipendio che ti do.
direttor
Hai ragione... è che ho le mani bucate! ;)
Volevo anche dire al Dir Dir che il titolo messo così (Aurora Borselli: quando la testa gli ragionava bene) pare quasi voler dire (se non si fa caso al "gli")che ora la testa non mi ragiona più (che in effetti potrebbe anche avere un senso), sarà meglio togliere i due punti??? e andare a capo???
Ma non è che pare che voglia dire etc. etc., vuole dire proprio così. Quindi non c'è niente da correggere. E poi firmati, santi numi! Firmati!
diresciatti
Lo sapevo, che c'era la malizia. Ma scatta l'ammutinamento di R.T.P.A.
Re(d)azione Trasciatta plurale antagonista.
Non sapevo di avermi alleviato delle serpi in seno!
don trascioni
Ci sono seni migliori dove allevarsi e alleviarsi!
Meglio stare all'ombra di fanciulle in fiore, ora quel maledetto Proust ha bussato alla mia porta e hai voglia a cacciarlo...
Passavo da queste parti e mi sono detto, ma che fine avranno fatto tutti? Poi mi son detto: guarda che sei stato tu a sparire (naturalmente riferendomi a me stesso o chi per esso). Quindi eccomi qui, punto e a capo, senza testa né coda...
Un saluto con nebbia
Antao Sacarolhas
sì, antao, siamo sempre tutti qui, più o meno annebbiati.
a.t.