• Antao Sacarolhas (non verificato) on Gio, 11/27/2008 - 17:32

    Ortodossia deriva da Orthos (diritto, poi con derivazione latina passò a significare erto, elevato) e da Doxa, riconducibile all'opinione.
    "Giusta fede", "Giusto credo" e poi "opinione elevata" (forse di sé) in quest'ultimo caso la chiesa con le sue gerarchie ne è l'esempio. Se penso all'ortodossia, penso ad un fenomeno che non muta nel tempo, ma che teme il cambiamento e lo rigetta.
    Credo che la teologia sia una forma di letteratura. Anche la scienza è una forma di letteratura, senza libri sacri per il momento, ma che impone una certa ortodossia. Si potrebbe ricondurre il tutto a sogni, desideri, odî e speranze dell'uomo per una parodia del reale come qualsiasi forma di letteratura che si rispetti. Forse nell'era del relativismo parlare di ortodossia sarebbe anacronistico. Ma in un'epoca in cui si vuol negare che i significati di pensieri e azioni siano relativi a determinate condizioni e a determinati cervelli ci sarà spazio solo per un'imposizione di un ordine prestabilito, un'ortodossia da seguire, pena l'esclusione.
    L'autore potrebbe quindi essere un qualsiasi dio, che crea la storia, nonostante non si possano escludere vicende e pensieri indipendenti dall'autore che influenzino scrittura e narrazione. In tale comportamento vi sarebbe quindi una certa forma di ortodossia, nel senso di opinione elevata su di sé che si andrebbe comunque ad aggiungere ad una certa forma di eterodossia che rappresenterebbe tutte le opere che fin qui sono state pubblicate e che lo saranno in futuro. Quindi, tralasciando il classico concetto di dio, tipico dell'ortodossia cattolica, religiosa e via dicendo, si giunge tranquillamente a negare l'esistenza di quel dio tanto declamato, antropomorfo e distante un'eternità dall'uomo.
    Si potranno quindi introdurre molteplici dei e avvicinarsi alla trascendenza, licenza poetica, ma allo stesso tempo curiosità e immaginazione dell'indeterminato.
    "Io sono il signore dio tuo, non avrai altro dio all'infuori di me." Premessa a quei dieci comandamenti inneggianti all'arrogante ortodossia...
    Come se una mattina Dostoevskij si fosse alzato dicendo: non avrete Scrittore migliore dopo di me!

    Antao Sacarolhas

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