• trasciatti on Mer, 02/20/2008 - 18:10

    Io non so cos'è questa storia della Società editrice Vannini. Il Vannini l'hanno visto qualche giorno fa in Marocco, sembra. E' Amato che dice di averlo visto in Marocco mentre mercanteggiava moglie e figlie con i beduini. Ma a questo punto le informazioni sono imprecise e non ho capito bene se si tratta della moglie e delle bellissime figlie di Amato o del Vannini. Cioè non so chi fra i due sia più infame. Ma lasciamo perdere. Io volevo scrivere e sottoscrivere, e magari anche soprascrivere, un appello al dottor Vannini psichiatra, perché anche se è infame è pur sempre il mio terapeuta e vorrei che tornasse, non si può cambiare terapeuta come un cavallo in corsa, ci son degli scossoni psichici infausti a far così, voglio il mio spregevole Vannini per potergli raccontare un sogno che ho fatto oggi pomeriggio. Siccome io torno dal lavoro all'una, quando entro in casa ho una fame rabbiosa che non si dice. Però ho anche sonno e mi fanno male le gambe perché son stato tutta la mattina (dalle 7) in piedi, dietro il bancone o fra gli scaffali (faccio il magazziniere). Ebbene vorrei dormire e mangiare ma anche cacare contemporaneamente, perché appena varco la soglia di casa i bisogni fisiologici, le urla e rimostranze del corpo e della psiche mi si fanno addosso tutte insieme e davvero non so a chi dare la precedenza, è sempre una bella lotta. Poi insomma alla meglio me la cavo e quando ho la pancia piena mi calmo un po', magari seduto sul water fumando una sigaretta, ma sono così stanco e stracotto e strnito che mi prende una tristezza bigotta da far paura, e allora non posso far altro che passare dal water alle coperte, tutto vestito mi infilo sotto e dormo anche tre ore catafratto. Ora, che non sia una gran vita mi sembra evidente, la veglia. Ma anche dall'altra parte del cervello, nel sonno, le cose non vanno tanto meglio. Oggi pomeriggio, per venire al punto, ho fatto un sogno anzi un intrico di sogni così dolorosi che certo son veri. Anche perché quando mi sono svegliato ho continuato a restare nel sogno, insomma lo sentivo che ero stato colpito da qualcosa di vero. Il fattoè che nel sogno ero in casa dei miei genitori, vivevo con loro e cercavo di spiegare a mia madre che avevo fatto una scoperta e cioè che il fondo, l'essenza della vita, insomma la nostra condizione è che siamo tutti orfani. Lo stato d'animo nostro di uomini, voglio dire, è quello dell'orfano senza madre che è una cosa straziante, era questa la scoperta. E quando un uomo è artistico e crea è lì che attinge, allo stato di orfano, alle sue emozioni di orfano, e anch'io che nel sogno facevo lo scrittore giovane, dicevo che attingevo alla mia condizione di orfano. Ora, dire di essere orfano alla propria madre non è una bella cosa. Detto così fa ridere, ma nel sogno mia madre era proprio inorridita dal fatto che che le dicessi "mamma io sono orfano". Insomma cazzo, se io ero orfano lei che madre era? Non esisteva come madre. A quel punto, a questo parlar da pazzi, mia madre è rimasta proprio schifata, ho sentito il suo ribrezzo come se dicesse "vai via da me, pazzo lurido, non sei mio figlio". Allora è brutto sentirsi mandati via dalla propria madre che si schifa di te, è bruttissimo, rifiutati dalla propria madre che ti dice che gli fai schifo e non sei suo figlio, ti mette un ghiaccio addosso che ti spareresti. Poi mi sono svegliato e mi è tornato in mente "Kaos" dei fratelli Taviani e la novella di Pirandello della madre stuprata da un brigante che gli uccide il fidanzato e la mette incinta. Poi al fidanzato gli taglia la testa e ci gioca a bocce davanti a lei che è straziata. E poi a lei nasce un figlio che è il figlio del brigante, e  a lei questo figlio fa ribrezzo e quando lo vede lo scaccia sempre e un giorno che lo vede cosa fa? prende due arance e gliele tira, gliele fa rotolare davanti come fossero teste mozzate che il brigante ci giocava a bocce, così che il figliolo disgraziato abbia sempre presente che lui gli fa ribrezzo. Ora, questo figliolo, come doveva sentirsi? Son cose che uno non ci arriva mai. Però oggi io l'ho capito e l'ho sentito nel sogno ghiaccio che ho fatto. Ho capito come doveva sentirsi quel figliolo disgraziato del brigante: da ammazzarsi.

    (Sia chiaro che mia madre vera non c'entra nulla, perché mi vuol bene e non è stata messa incinta da un brigante)

    Anelito Tiraboschi

     

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