• Kabala on Dom, 11/16/2008 - 08:21

    Mi sono informato, c'è un treno che parte alle 7.40. O, in alternativa, c'è google. Basta digitare "Stalking" e avere la pazienza di leggere

    Lo stalker è il "molestatore furtivo". Esistono due tipologie, come ben sa lo psicologo: quello "innocuo" (molto più diffuso in oriente) e quello violento. O meglio, esiste l'unico individuo disturbato e compulsivo in una di queste due fasi, poichè il guardone innocuo tende comunque ad atti esterni di intrusione palese che diventano, prima o poi, irrimediabilmente violenti. Fino spesso all'omicidio.

    Questa nozione è una petitio principii forse pedante, che dovrebbe però servire a riabilitare il finale. Non c'è nulla di grottesco o surreale nella prima parte, c'è solo una personalità realmente malata che agisce coerentemente alla sua ossessione. Nel finale c'è la delusione infinita e cocente del guardone, la cui invisibile tela d'amore malato s'infrange nella violenta ubriacatura di greta, anche questa a parer mio molto reale.

    Non capisco, direttore, come lei necessiti di trovare, valorizzare e financo riprodurre artificiosamente il surreale ad ogni costo. Si fa strada in me l'opinione di un suo troppo stretto legame con le teorie letterarie di Manganelli e compari.

    La mia ricerca nel campo della scrittura parte da presupposti epistemici molto medievali, l'aliquid rei materialis, uniti alla constatazione post-moderna che inequivocabilmente la realtà superi la fantasia. Il surreale dunque, a mio parere, deve essere cercato nelle pieghe intime e maliziose della realtà. Il surreale, per me, è un aspetto del reale con i medesimi canoni di credibilità del resto.

    Dal mio punto di vista, quello etico-teologico, è molto più interessante il trascendente (vedi Flannery O'Connor) che il semplice surreale, spesso troppo autoreferenziale per essere vera letteratura o altre volte così fine a se stesso da risultare più banale e scontato della stessa realtà. Un esempio? Immaginatevi tutti i disegni del mondo fatti secondo la logica di Escher... che palle! Come mi ci immedesimo? Come può scattare vera scintilla di pathos o di curiosità?

    Domande apparentemente retoriche. Se avete la cortesia di rispondermi e di distogliermi da teorie erronee, ve ne ringrazierò ulteriormente.

    Tornando al tema, forse il direttore si aspettava un altro finale perchè, infatuato dal dettaglio del rotolo della carta igienica, ha creduto che misurarlo fosse un gesto surreale. O si rifiuta di credere che qualcuno trovi più gusto a dormire, non visto, sotto il letto di Greta anzichè compiere altri gesti combinando diversamente gli elementi "notte", "letto", "Greta".

    Certo, non posso che ringraziarvi per i benevoli commenti e per la preziosa attenzione - nello specifico di questo racconto. Ma non vorrei che la mia "risposta" venisse presa come apologia di questo testo specifico.

    Piuttosto, è la ricerca di un confronto sui presupposti artistici e meta-letterari (in una parola: estetici) che guidino la creazione e la correzione-riscrittura di un testo.

    I vostri contributi mi sono sempre più utili. Grazie.

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