Brainstalker: il dramma di un umbratile guardone

Quando mi assegnano al turno del
pomeriggio, godo. Ho la mattina libera per amare.

Amo Greta come uno spettro. Mi sono
ritagliato un posto nella sua vita che nessuno potrà mai togliermi,
perché è un posto invisibile. La scruto da lontano, sperimento i
suoi gusti preferiti, assaporo i suoi odori e con essi bacio lascivo
i suoi pensieri. Conosco nome e volti di tutte le persone che
frequenta, catalogo emozioni e propositi. Vivo per lei e di lei.
Siamo un'unica cosa, e il fatto che lei non lo sappia è uno stimolo
per continuare sempre meglio.

Io amo Greta nel seguire con devozione
il filo della sua esistenza, lei ama me vivendo.

Per questo ho iniziato a gioire di lei
non solo come uno spettatore, ma come un angelo custode in piena
regola. Ho imparato i suoi orari, le sue taglie di vestiti, le sue
abitudini intime. Il giorno che stringevo in mano le chiavi della sua
casa, avute dopo una pazienza degna dell'unico amante sincero che
Greta possa mai avere, ho provato una sensazione indescrivibile di
eccitazione mista a pacatezza. Non erano delle semplici chiavi,
quelle. Erano la mia fede nuziale.

Tutte le volte che entro da lei quando
non c'è respiro a pieni polmoni l'aria che ha respirato prima di
andare a lavoro. Come oggi: immagino i suoi occhi sfregando sul
tavolo di cucina, abbraccio le gambe delle sedie perché sono le sue
sedie e mi siedo sul divano dove la sera guarda la tv.

Poi vado in camera. Le annuso la
biancheria e metto nella cesta del bucato quella sporca che dissemina
sul pavimento. Ci sono gli slip. Mi trovo ad appoggiarci le labbra.

Non è la prima volta che bacio le sue
mutandine, e come sempre ad ogni bacio sento che mi urla il sangue.
Colgo la purezza del mio amore che viene accettato e corrisposto da
quel suo odore.

Una notte ho provato a dormire sotto il
suo letto, ed ho scoperto che al mattino lo lascia sempre disfatto.
Come se chiedesse a me di accudirla, nell'ombra della mia presenza
impercettibile.

Dopo la camera, portando la biancheria
sporca, vado in bagno. Controllo che non ci siano perdite ai tubi e
che il calcare non abbia intaccato la rubinetteria. Anche stamani si
è dimenticata di accendere lo scaldabagno. Poco male, lo faccio io.

Non è andata di corpo, la carta
igienica ha sempre lo stesso diametro.

Ma c'è un odore nuovo. Ho un sussulto,
come di rabbia. Non l'ho previsto.

Stamani ha fatto qualcosa che non so,
forse ha usato un profumo trovato per caso in confezione prova, tipo
una rivista di moda. Ma perché non lo so?

Mi guardo allo specchio, per caso. E
per la prima volta mi accorgo di me stesso in casa di lei, e mi
percepisco estraneo. Per colpa di quel profumo. Nuovo. Inaspettato.

Come una sfida, un atto di ribellione.
Come Peter Pan che litiga con la sua ombra.

La cucina è diametralmente all'opposto
del bagno. Ci ritorno, forse mi son perso qualcosa. Guardo nel
lavello la tazzina di caffè.

Non c'è traccia di zucchero. Perché?
Dove sono finiti i due cucchiaini mattutini?

L'onnipotenza è così vicina
all'angoscia? Dopo anni che mi sperimento come la mente dietro il
velo, adesso sono un bambino che si è smarrito in una cattedrale il
giorno di Pasqua.

Tutta colpa di un odore e di due
cucchiaini di zucchero. Ma capisco che qualcosa si è rotto.

Povera Greta. Immagino l'angoscia che
si accompagna ad un cambiamento repentino di abitudini.

Ed io? Cosa farei se morisse, se la
licenziassero da lavoro? E se trovasse un compagno?

No. Lei mi è fedele. Cosa potrebbe
accadere, allora, di peggio? Nulla, presumo.

E in questa folle presunzione sento un
rumore. Un passo. Una suola di cuoio ed un tacco sul pavimento, le
scarpe che si è messa oggi. Non ho sentito il rumore delle chiavi.
Qualcosa non va. Troppo non va, ora ne sono sicuro. Sono vicino
all'armadio, o al divano. Devo nascondermi subito. Invece mi appoggio
dietro la libreria, per non essere visto continuando a osservarla.

Bofonchia qualcosa sul capoufficio.
Barcolla. Sembra ubriaca. Vomita?

No, solo un rumore di stomaco. Sta
male. Stiamo male.

Mi sporgo un poco. La curiosità è
nemica della prudenza.

Lei cade, non si regge sui tacchi. Però
cerca con la mano di sorreggersi al tavolo, col risultato che
divarica le gambe e perde l'equilibrio. Cade a sedere voltata,
guardando proprio nella mia direzione.

Ha il tailleur del lavoro, ma è
sporco. Che cosa ha fatto? Povera Greta. Mi sporgo ancora, ma tanto
basta a far sì che lei agganci i miei occhi ai suoi. Perché non
sono scappato? Potevo andare in camera. Anni di silenzio buttati via.
Il puzzo di alcool pervade sempre di più la casa ad ogni suo
respiro. Cosa hai bevuto, Greta, a metà mattinata? Chi ti ha
tradita?

Mi sporgo ancora. Ormai sono perduto,
tanto vale provare a capire.

Lei da sedere, a terra, con gli occhi
gonfi, mi guarda fissa e sorride. Poi alza le mani. Urla: « evviva!»
e scoppia in una risata fragorosa. Perché? Perché fa così?

Perché agisce come un essere
totalmente diverso da come è davvero? Perché mi rifiuta?

Le ginocchia mi si piegano, cado anche
io. La mia testa cerca le mani e loro la stringono forte. Piango. Lei
ride. Io piango. Lei ride più forte. Mi si avvicina. Ripete:
«evviva!», ma i suoi occhi non guardano più nulla.

Mi alzo di botto, disperato. La
scavalco con un salto, cerca di prendermi ma adesso tra noi due il
fantasma è lei. Uno spettro che ride del mio amore frantumato e che
mi incute il più gelido dei terrori.

Senza accorgermi di quel che sto
facendo, apro la porta e scappo. Panico. Scalini. Delusione.

Sento una risata nevrotica e dannata
inseguirmi lungo le scale.

 

(Nell'immagine: sorriso femminile. Forse è Greta.)

  1. trasciatti on Ven, 11/14/2008 - 13:10

    A me pare un buon racconto. Non sono tanto convinto dell'inversione di ruoli finale. E' inaspettata ma forse un po' artificiosa. Fin lì è molto bello e del tutto credibile, poi mi sembra un po' troppo a effetto. Mi viene anche da dire che è bello il guardone che passa la notte sotto il letto di lei, cosa del tutto inverosimile, forse è per questo che mi piace, però una cosa del genere mi predispone a qualche surrealtà o comunque grottesco finale, che invece si perde. Ecco, si perde questa incongruenza bellissima del guardone appostato sotto il letto della dormiente. Rispondi Vannini mefitico e infingardo!

    il direttante

  2. nedovannini on Sab, 11/15/2008 - 10:50

    Libetico è bravissimo.
    Sì, il finale mi pare sbagliato, diciamo dal momento che lei rientra in poi. Fino lì - secondo me - è quasi perfetto.
    Mi pare bellissimo lui che misura il diametro del rotolo di carta igienica.
    Lo so Piattolatti che te vorresti averlo scritto un racconto così. E anch'io se scrivessi racconti...

    nedo vannini psicopompo

  3. trasciatti on Sab, 11/15/2008 - 17:06

    Bene, Vannini, vedo che stavolta concordiamo (metro più, metro meno) sul giudizio. Anche secondo me il racconto funziona, ma non nel finale. Il rotolo della carta igienica, il suo diametro: questo è un dettaglio veramente poetico, perché son proprio i dettagli - lei m'insegna - a fare la differenza; c'è tutta la mania concentrata in un gesto, in uno sguardo misuratore millimetrico.

     piattolatti

     

  4. Kabala on Dom, 11/16/2008 - 08:21

    Mi sono informato, c'è un treno che parte alle 7.40. O, in alternativa, c'è google. Basta digitare "Stalking" e avere la pazienza di leggere

    Lo stalker è il "molestatore furtivo". Esistono due tipologie, come ben sa lo psicologo: quello "innocuo" (molto più diffuso in oriente) e quello violento. O meglio, esiste l'unico individuo disturbato e compulsivo in una di queste due fasi, poichè il guardone innocuo tende comunque ad atti esterni di intrusione palese che diventano, prima o poi, irrimediabilmente violenti. Fino spesso all'omicidio.

    Questa nozione è una petitio principii forse pedante, che dovrebbe però servire a riabilitare il finale. Non c'è nulla di grottesco o surreale nella prima parte, c'è solo una personalità realmente malata che agisce coerentemente alla sua ossessione. Nel finale c'è la delusione infinita e cocente del guardone, la cui invisibile tela d'amore malato s'infrange nella violenta ubriacatura di greta, anche questa a parer mio molto reale.

    Non capisco, direttore, come lei necessiti di trovare, valorizzare e financo riprodurre artificiosamente il surreale ad ogni costo. Si fa strada in me l'opinione di un suo troppo stretto legame con le teorie letterarie di Manganelli e compari.

    La mia ricerca nel campo della scrittura parte da presupposti epistemici molto medievali, l'aliquid rei materialis, uniti alla constatazione post-moderna che inequivocabilmente la realtà superi la fantasia. Il surreale dunque, a mio parere, deve essere cercato nelle pieghe intime e maliziose della realtà. Il surreale, per me, è un aspetto del reale con i medesimi canoni di credibilità del resto.

    Dal mio punto di vista, quello etico-teologico, è molto più interessante il trascendente (vedi Flannery O'Connor) che il semplice surreale, spesso troppo autoreferenziale per essere vera letteratura o altre volte così fine a se stesso da risultare più banale e scontato della stessa realtà. Un esempio? Immaginatevi tutti i disegni del mondo fatti secondo la logica di Escher... che palle! Come mi ci immedesimo? Come può scattare vera scintilla di pathos o di curiosità?

    Domande apparentemente retoriche. Se avete la cortesia di rispondermi e di distogliermi da teorie erronee, ve ne ringrazierò ulteriormente.

    Tornando al tema, forse il direttore si aspettava un altro finale perchè, infatuato dal dettaglio del rotolo della carta igienica, ha creduto che misurarlo fosse un gesto surreale. O si rifiuta di credere che qualcuno trovi più gusto a dormire, non visto, sotto il letto di Greta anzichè compiere altri gesti combinando diversamente gli elementi "notte", "letto", "Greta".

    Certo, non posso che ringraziarvi per i benevoli commenti e per la preziosa attenzione - nello specifico di questo racconto. Ma non vorrei che la mia "risposta" venisse presa come apologia di questo testo specifico.

    Piuttosto, è la ricerca di un confronto sui presupposti artistici e meta-letterari (in una parola: estetici) che guidino la creazione e la correzione-riscrittura di un testo.

    I vostri contributi mi sono sempre più utili. Grazie.

  5. nedovannini on Dom, 11/16/2008 - 09:14

    esimio libetico,
    concordo totalmente con tutto quello che hai detto. il piattolatti che vuole il surreale a tutti i costi è da sgozzare. sono d'accordo: il surreale è una piega del reale, anzi dell'iperreale (vedi diametro rotolo). infatti è assolutamente "normale" che il guardone (che poi guardone non è) faccia tutto quello che fa in quell'appartamento. sono assolutamente "normali" i suoi pensieri. e ti dirò: quando lui annusa le mutandine temevo che tu scivolassi nella solita (inutile!) pornografia, invece no sei stato bravo.
    Che cosa c'è di poetico in questa prima parte del racconto? C'è appunto il "non scivolare", il "rimanere sospesi". la realtà è poetica quando non dimostra se stessa, quando non è rivelata. il finale (a mio parere)è troppo dimostrativo, ma non per quello che dice. non è impoetico il fatto che lei sia ubriaca. è letterariamente sbagliato che l'autore trovi in questa "rivelazione" una via d'uscita dal racconto. particolarmente sbagliata è (secondo me) la risata stregonesca di lei. ecco, lì non c'è proprio nulla di ultraterreno. invece lui che controlla i tubi del bagno, che misura, che annusa... insomma lì sì che si percepiva un odore d'altro mondo.

    roberto vannini commesso viaggiatore

  6. trasciatti on Dom, 11/16/2008 - 10:34

    Vannini, non capisci un accidente. Leggi quello che ho scritto prima di dare retta a Libetico che, devo constatare, non vuole capire neanche lui. A me che il surreale sia da tutte le parti non me ne frega proprio nulla. Quello che conta è un racconto coerente con le sue premesse (narrative non teoriche, Libeccio, lascia stare l'ermeneutica quando scrivi! chiudi i libri!). Puoi portarmi tutti gli esempi e tutti i trattati psico-sociologici che vuoi sugli stalker, ma se tu mi scrivi come una cosa normale, ovvia, che sanno tutti, che lo stalker ha dormito sotto il letto della sua vittima e questa non se ne è accorta, me lo devi spiegare, cazzo!, a me lettore lo devi spiegare perché altrimenti prendo quel dettaglio come una deviazione verso una situazione narrativa quantomeno grottesca e mi preparo a leggerne altre (che però non arrivano). Ma ci vuole tanto a capirlo? E' plausibile tutto quello che succede nel racconto (anche per un lettore che non ha letto trattati sugli stalker) perché lui si aggira nella casa quando lei non c'è. Se poi mi dici che ha anche passato una notte sotto il suo letto inavvertito da lei, permetti che io lettore non ci credo? Motivare. Motivare. Sempre motivare, bisogna. Se poi non hai idea di come abbia potuto fare e non sai che dire, be', questo è un altro discorso. Figurati se voglio il surreale da tutte le parti. Ma chi se ne frega del surreale. E non me ne importa neanche delle tesi estetiche. I racconti non si fanno per dimostrare delle idee, si fanno con le parole per raccontare storie e le storie devono stare in piedi, surreali, reali, fantastiche o quel che siano. Voglio semplicemente che le cose tornino. (E te Vannini sei mero mestatore e leccapiedi). Ora mi sono rotto.

     

    direttore  

  7. nedovannini on Dom, 11/16/2008 - 11:58

    io venero in libetico l'ermeneuta eccelso. lo spiegatore di ogni mondo e finimondo. te ti contraddico per una specie di impulso coatto-venefico. l'abisso sacerdotale di libetico mi incuriosisce troppo perché non senta il bisogno salvifico (io, rappresentante di articoli sacri) di inginocchiarmi (non fino al leccamento!) ai suoi santi piedini.
    poi mi ripugna il tuo sussiego professorale verso di lui. libetico è BRAVO e noi lo invidiamo comunque. VA AMMESSO!!!

    roberto vannini rappresentante di inginocchiatoi

  8. Kabala on Dom, 11/16/2008 - 22:54

    Direttore, sappi che il Vannini mi fa arrossire non poco. Penso di non meritarmi tutti quegli encomi, ma al contempo di meritarmi ancora la tua attenzione critica ed agguerrita come è stato finora: le tue critiche  mi fanno crescere nella comprensione e mi rivelano lacune di preparazione teorica e pratica che devo urgentemente colmare.

    Per questo continua, o sommo direttore, a spiegarmi, stimolato dalle obiezioni ai tuoi commenti che ti farò qui di seguito.

    Sul rapporto tra la teoria e la pratica, penso che chi ha la teoria (e non se ne bei nell'immobilità degli autistici)  metta in pratica la teoria, ma chi non ce l'ha metta in pratica l'aria fritta. Dunque meglio averla, la teoria, che non averla.

    Certo che un racconto fatto per spiegare una teoria è un pessimo raconto. Ne sono convinto, tanto che mi vergogno perfino di aver una volta scritto testo di tal fatta. Ma questo, e lo sai, non è un racconto che spiega una posizione metafisica. E' un esercizio di scrittura che mi è stato imposto in una lezione alla Barnabooth, in cui non c'era spazio per la teoria (mia).

    Il prodotto di critica e quello di scrittura  sono due cose diverse, però.

    Si scrive con dei canoni che sono propri di un'arte pratica, pur tuttavia si critica uno scritto secondo dei pregiudizi filosofici ben definiti di carattere estetico e logico.

    Proprio su un argomento logico, mi pare, si fonderebbe la tua critica più risolutiva. Tu sei disposto a credere che il protagonista possa far tutto in assenza di lei, ma nulla in sua presenza. Questa è una cosa assai stramba. Io mi accorgerei immediatamente, ma anche te, di una intruione in casa mia e tra le mie cose. Se però il tipo è così bravo (o lo è diventato, tramite appostamenti e osservazioni) da non far mai intuire la vittima della sua presenza ed è così abile da recuperare un mazzo di chiavi della casa, è molto verosimile che riesca anche a dormire una notte sotto il letto di lei.

    Mi sembra che gli indizi tornino.

    Tu vuoi che il racconto "spieghi" una coerenza. Il racconto invece, a parer mio, ti "mostra" una coerenza. Mi insegni anche te che il racconto non deve spiegare nulla, nè sostenere tesi, nè descrivere concetti.

    La credibilità non è una dote capricciosa, per il lettore, ma la sua attitudine irrinunciabile fino a che nel testo non se ne dia prova contraria. Forse è in questo punto che sta la diatriba: per te la notte del guardone sotto  il letto di lei è una prova contraria alla credibilità.Per me no. Ma su questa divergenza inconciliabile potremmo discutere anni.

    Piuttosto dai discorsi tuoi e del beneamato psicologo sto iniziando ad intuire il come e il perchè della caduta nel finale. Per come la vedo io neanche qui è una questione di credibilità, ma più propriamente di tono. Il cacciatore che diventa cacciato, il misterioso inquilino che diventa un banaleguardone, l'amore nel dettaglio sgretolato dalla trivialità imbevuta di alcolici: questo sì, aveva bisogno di un altro respiro e di una ben diversacollocazione all'interno dell'equilibrio della storia.

    Nell'ipotesi che invece mi stia sbagliando, sul tema della credibilità forse non ci ho ancora  davvero capito nulla. E questo è grave.

    Dottore, cosa mi consiglia? Un prozac? Un'enterogermina? Un voltaren?

  9. trasciatti on Lun, 11/17/2008 - 10:44

    Eh guarda, io ti consiglierei una miscela proprio di prozac enterogermina (o gelmina?) e voltaren tutti insieme. Ci metti dentro anche un bel tuorlo d'uovo, sbatti tutto e te lo trangugi d'un fiato. L'ho fatto anch'io, oltretutto è buonissimo. Fammi un favore Libetico, guarda se riesci a sbloccare l'indicizzazione del sito, sennò arrivano le genti, vanno nella maschera di ricerca, digitano "libetico" e non vien fuori nulla, oppure "libeccio" e non vien fuori nulla, oppure "rotatoria biagetti" e vien fuori il Vannini, guarda, son cose brutte a pensarci.

    don trasciatti

  10. Kabala on Lun, 11/17/2008 - 21:15

    Direttore, ho operato come richiesto. E mi sono fatto anche tutto quel beverone semi-colloso che mi hai consigliato.

    Sono stato male mezz'ora ma adesso sto benissimo, salvo non distinguere più molto bene i colori.Le forme le distinguo, infatti non ho problemi a battere sui tasti.

    Ho paura che ci sia qualcuno a spiarmi. Forse è sotto il letto. Mi sono messo sotto le ascelle il libro "introduzione al pensiero medievale" così quando viene fuori glielo tiro sulle gengive. Se poi persiste, gli tiro anche le garzantine di giardinaggio e bricolage.

    Oggi è passato da casa mia un tipo che mi ha chiesto come mai non scrivo più poesie a sfondo mistico-religioso, e mi ha domandato se mi ricordavo di lui. Gli ho risposto che sì, purtroppo mi ricordavo, e gli ho suggerito di parlare con te e il dottor Vannini, magari lo spiegate anche a lui che cos'è la poesia.Poi mi ha fatto pena, credeva che gli salmodiassi chissà quali bestemmie travestite da prima comunione, e gli ho dato anche l'ndirizzo del pasticcere di marina che il giovedì si fa spedire i cannoli e le cassate da Palermo, così con un pò di dolci alla ricotta si riprende.

    Nel frattempo ribadisco che se non si fosse allucinata ad ammaestrare pavoni, la Flannery O'Connor forse avrebbe commentato il mio racconto. Ovviamente, stroncandolo.

    Dixit insipiens in corde suo, non est Deus. Ricordalo!

    Libetico

     

     

  11. trasciatti on Lun, 11/17/2008 - 21:19

    Bella questa cosa di allucinarsi guardando i pavoni. Scrivici un racconto.

    dir

  12. nedovannini on Mar, 11/18/2008 - 07:01

    Siamo contenti che finalmente cominci a capire la differenza tra Sir Libeccio e Libetico e ti firmi come natura comanda.
    Ci piacerebbe leggere le tue poesie religiose.

    Vannini & Vannini

  13. trasciatti on Mar, 11/18/2008 - 22:30

    Vannini stai attento, sono poesie demoniache, poi te le sogni la notte.

    Sibillatti

  14. Kabala on Mar, 11/18/2008 - 23:11

    Non ricordo se il Direttore ha avuto in visione alcune di queste rachitiche velleità poetiche che si beano del profumo dell'incenso solo per nascondere altri più indecenti odori. La silloge consiste in cinque sfacciati componimenti, accorpati in una sorta di glossa poetica su alcuni testi del breviario, compaginata a guisa di un Breviario materialista, e che dunque hanno la hybris satanica di riscrivere Te Deum, Benedictus, Nunc Sante, Magnificat, Nunc Dimittis in forma squisitamente laica, credente ma de-clericalizzata.

    Se il Direttore le ha avute e non le ha inserite nel sito, non le ha ritenute degne. Se al contrario non le avesse ricevute, dopo questa mia presentazione non darebbe certo il consenso ad un inserimento nel suo spazio web di tale materiale sovversivo.

    Libetico tomisticamente materialista

  15. nedovannini on Mer, 11/19/2008 - 07:17

    vorrei leggerle.
    puoi dire al piattolatti di mandarmele?
    ecco, libeticus libeticus libeticus...

  16. Kabala on Mer, 11/19/2008 - 16:21

    Bene. Se non le trova più gliele spedisco di nuovo.

    Poi sarà lui a girartele, sperando che legga qui.

    Libetico

  17. Antao Sacarolhas (non verificato) on Gio, 11/20/2008 - 08:59

    Dopo aver letto il racconto di Libetico o Sir Libeccio che dir si voglia - non ho ancora capito la differenza fra i due - mi sono imbattuto in un articolo di Sebastiano Messina su Repubblica.it.

    (http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/liti-condominio/liti-co...)

    Qui il surreale è di casa, anzi di condominio - mi si conceda ormai la triste battuta e l'onore delle armi - ma leggendo tra le righe si può osservare come i vicini, i condomini non siano altro che inutili guardoni, degli stalker attenuati senza vittima prefissata; non misureranno mai lo spessore del rotolo di cartaigienica, non si metteranno mai sotto il letto del vicino, ma prenderanno nota di ogni tuo movimento: una curiosità morbosa ad innescare una patologica invidia.

    Un giorno fui colto da una tristezza spropositata nel vedere in una palazzina un piccolo appezzamento di giardino circondato da una rete ricoperta da una finta siepe!

    C'è più surreale nel reale rispetto a quel che si vuol trasformare in reale.

  18. Antao Sacarolhas (non verificato) on Gio, 11/20/2008 - 09:15

    è vero forse il lettore quando scopre lo stalker sotto il letto si domanda: perché Greta non si accorge?
    Quando trova le mutande e la biancheria intima nella cesta il lettore si chiede: ma questa Greta è talmente smemorata da non ricordare di aver lasciato un paio di slip, come da abitudine, sul pavimento?

    Allora il lettore parte con le sue congetture.
    Lo stalker non conosce bene la sua vittima, a Greta non dispiace che qualcuno corregga le sue imprecisioni, Greta si dimentica parecchie cose perché è un'alcolizzata cronica, cosa che allo stlaker può anche essere sfuggita, del resto o lo fa di mestiere o lo fa come passatempo morboso e così via...

    Onestamente in molti libri, anche nei classici, nonostante la coerenza di fondo e la logicità dei passaggi, esistono passi insicuri che nel lettore risvegliano il dubbio, indirizzandolo verso un'analisi dettagliata delle vicende narrate. Se tutto fosse chiaro e esplicitato dallo scrittore, il lettore si annoierebbe seguendo binari prefissati.

    Ho trovato il racconto a tratti divertente, grottesco e surreale. Nel complesso mi è piaciuto, come anche i commenti che sono seguiti...

  19. trasciatti on Ven, 11/21/2008 - 11:55

    Antao firmati per favore. Io ti vedo, ma gli altri no. Grazie

    il direttore onnivedente

  20. nedovannini on Ven, 11/21/2008 - 13:14

    ti avevamo chiesto i componimenti liturgici di libeticus.
    nulla vedemmo ancor.

    vannini & vannini

  21. trasciatti on Sab, 11/22/2008 - 08:30

    Sono a capo di una Commissione che sta valutando l'ortodossia cattolica dei componimenti libetici.Il lavoro sarà lungo. Ti ricordi il Tasso?

    Tassatti

  22. nedovannini on Dom, 11/23/2008 - 10:10

    cose in odore di eresia.

    V&V

  23. trasciatti on Dom, 11/23/2008 - 19:44

    Vannatti, le ho lette. Sono piuttosto eretiche, non so se fanno per te. Te le manderei anche, ma Libetico non mi ha ancora dato la permissione. E' una materia molto aspra, sono versi piuttosto martellanti. Secondo me c'è del bello. Ma senza permissione libetica non posso farteli leggere. Abbi pazienza ancora.

    Vasatti

  24. Antao Sacarolhas (non verificato) on Lun, 11/24/2008 - 11:37

    mi scuso per le mie solite dimenticanze...
    Ma mi scordo sempre di firmare.

    Allora queste poesie/liturgico con la sua hybris satanica arrivano o no?

    L'ortodossia cattolica?
    Senz'altro ci deve essere una forte pressione sul libetico , sarà quel maledetto che si crede il dio in terra o quella "Ruina" del mondo moderno e quel Bagn-Asco dell'immondo mondano...

    Comunqe anche dio era un umbratile guardone.

    Antao Sacarolhas
    (Impaziente e con la giusta verve)

  25. trasciatti on Lun, 11/24/2008 - 22:23

    Non scalpitare Antao, non mi sembri nella disposizione d'animo giusta per ricevere le poesie di Libetico, ti vedo troppo voglioso di sacramentare...

    don trasciatti

  26. nedovannini on Mar, 11/25/2008 - 07:12

    noi vannini le abbiamo ricevute in privato, e ci hanno riempito di serenissima angoscia. la carminalità di libeticus ha un passo ereticheggiante, come quello dei grandi santi e dei sublimi allevatori di uccelli parlanti.
    noi vannini ci siamo accodati al libetico volo talare, e forse siamo precipitati nella buca dietro l'altare (lì dove c'è il Suggeritore).

    i vannini

  27. Kabala on Mar, 11/25/2008 - 13:45

    Sono sempre più commosso dai commenti della coppia vannini. Per me possono anche esser messi pubblici, quei componimenti.

    Bella l'immagine dell'allevatore di uccelli come untore di afflati eretici. Grazie anche per quella.

    Per inciso: l' ortodossia cattolica è una questione che non dipende dalla gerarchia. L'ortodossia ha come oggetto formale l'immagine di Dio e dei suoi "attributi" che ci creiamo nell'intimo, più o meno conforme all'esperienza ecclesiale sulla base dell'Evangelo. Non è dunque il caso di sacramentare.

    In fondo dietro ai miei componimenti c'è una messa in discussione dell'immagine di Dio tradizionale, in chiave non certo iconoclasta ma di sicuro meno antropomorfa e paradossalmente più umanista.

    Vediamo...

    Libex

  28. Antão Sacarolhas (non verificato) on Mer, 11/26/2008 - 18:37

    Questo Don Trasciatti è già la seconda volta che mi tira le orecchie per il mio sacramentare. Alla terza scatterà la scomunica...

    L'ortodossia cattolica, credo, dipenda dalle gerarchie, infatti il papa è il custode dell'ortodossia della chiesa cattolica apostolica romana etc etc o forse lo era il Sant'Uffizio (in fin dei conti vi è ormai continuità, grande ratzi!)
    Se si parla di ortodossia senza "cattolica" condivido quel che ha detto Libex...

    Mh...non c'azzecca nulla, però io preferivo il politeismo.
    Zeus che scendeva dall'Olimpo alla ricerca di fanciulle in odore di santità, Afrodite e Efesto, Minerva, Era e poi tutte quelle ninfe...
    E poi Ares...
    In fin dei conti erano più credibili, più umani, quindi più affini a chi li aveva inventati...

    Antao Sacarolhas