Marco Battista: Mezzogiorno di marzo

 
Alberi e nebbia dalla finestra. È la finestra della mia astronave. Sono lontani i tempi dei complotti, dei sordidi agglutinamenti di Male contro di me, arcani. La vita di famiglia è tribolata, dura, ma densa di soddisfazioni: i cuccioli, un magnifico cane, una moglie lussuriosa e solare che è pure pazza, devota, letterata, cuoca sopraffina, crapulona. La mia casa è un porto di mare. È un giardino di odori. La porta è sempre aperta. Amici vengono, vanno, si sbronzano insieme a me al tepore dell'abbraccio della famiglia felice. Mi scoppia il cuore, a volte, e vorrei tanto essere all'altezza di tutto questo.
Se chiudo gli occhi corro all'impazzata, fra l'erba, annuso, ansante e muscolare, poi, orgoglioso, lo sguardo mischiato al sole, porto trionfante al comandante Kirk il tesoro che ho trovato, stretto tra i denti, il ramo che mi ha lanciato, con grida, desideroso e certo del suo premio, della sua carezza: sono un cane felice.
 
(In alto: foto di Maurizio Antonetti)

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