Bocconi ricorda Roberto Assagioli

Ven, 05/09/2008 - 09:09

Bocconi ricorda Roberto Assagioli

 
 
"Un giorno...Ferrucci...mi disse che mi aveva fissato un appuntamento con Assagioli, che della psicosintesi era il fondatore. Non l'avevo chiesto questo appuntamento, e pensavo di non avere niente da dirgli, però ci andai.
L'appartamento in cui viveva era vecchiotto, pieno di cose un po' da salotto della nonna. La segretaria, che sembrava anche lei molto vecchia, mi fece passare in uno studio pieno di libri fino al soffitto.
Anche lui era vecchio: non alto, un viso affilato, con un lungo pizzo bianco. Aveva belle mani, che muoveva come fossero foglie al vento, se cercava una penna. Portava una giacca da camera di velluto rosso, di eleganza ottocentesca. Del resto era nato alla fine dell'Ottocento.
Non ricordo che cosa gi dissi in quel primo incontro, immagino di averlo tediato con le inquietudini esistenziali dell'età.
So che il tempo passò rapido, neppure ricordo bene cosa mi disse lui, comunque mi propose di tornare a trovarlo. Io non sapevo perché, ma ne fui felice, e così cominciai a frequentarlo sempre più spesso. A quel tempo progettavo di diventare giudice nel tribunale dei minori e lui appoggiava il progetto. Mi prestava libri da leggere: mi ricordo Uno psicologo nei lager di Frankl, Antica come le montagne di Gandhi, testi delle più diverse forme di spiritualità come gli Yoga sutra di Patanjali commentati da Alice Bailey. Non capivo molto, ma ogni libro apriva una breccia nelle Mura di Lucca, la mia città. Era una guida, non il mio psicologo: ma lo andavo a trovare regolarmente, continuando a chiedermi il perché. Lui era abbastanza sordo, e non ci teneva troppo a essere curato.
Era strano strillare i propri problemi nel suo piccolo studio pieno di libri, mentre nella sala d'aspetto altri allievi, venuti da ogni dove, potevano sentire tutto. Si dava con generosità, nonostante le poche energie, e non chiedeva nulla in cambio, se non che io crescessi. Aveva molti allievi, e continuava a essere più noto all'estero che in Italia, benché fosse stato un pioniere della psicoanalisi, stimato da Freud e amico di Jung per decenni. Aveva lasciato presto la psicoanalisi, fondando la psicosintesi negli anni Trenta, ed era riconosciuto tra i maggiori esponenti mondiali della psicologia umanistica e transpersonale. In Italia non lo conosceva quasi nessuno, con la psicologia preoccupata di guadagnarsi una rispettabilità scientifica o consolidare l'identità psicoanalitica, ormai rispettabile. Tutto questo l'ho saputo o capito dopo."
(Tratto da: Andrea Bocconi, Di buon passo, Guanda, 2007, pp. 35-36. Nella foto Roberto Assagioli)