Un racconto di Flavia Piccinni

Dom, 01/06/2008 - 22:20

Un racconto di Flavia Piccinni


Gesù vuole che io vinca
Per me la vita non ha nessun valore. Ma non è giusto che, chi crede ne abbia, non riesca a sopravvivere a causa mia. È la stessa filosofia dei biscotti. A me piacciono solo quelli Doria, i Bucaneve, quelli di pastafrolla con il buco al centro e la glassa bianca sopra. Fanno ingrassare di più di due ritornelli o due gocciole, ma a me piacciono solo quelli. Non per questo però boicotto la Mulino Bianco o la Pavesi; mica perché non fanno biscotti che piacciono a me voglio che chiudano. Per lo stesso motivo non mi va che, quando morirò, forse per un cancro ai testicoli o per un'emicrania, qualcuno non prenda i miei organi. Sarebbe non provare rispetto per le persone che credono che la vita abbia un valore, che i biscotti della Mulino Bianco o della Pavesi siano buoni; forse anche più buoni di quelli Doria.
 Me l'ha insegnato il Cristianesimo a essere più buono. Sapete? All'inizio pensavo che fosse tutto di plastica e allora non volevo mangiare. Non so cos'era l'inizio, ma era qualcosa in cui credevo. Ne parlavano tutti. A scuola la maestra diceva che siamo figli dell'evoluzione e, pensavo, se c'è un evoluzione c'è anche un inizio e della fine non me ne preoccupavo, che sarebbe arrivata dopo tanto; alla fine appunto. Poi hanno cacciato la maestra e ho scoperto che non è vero che il mondo è di plastica perché il mondo è bello, è nato così e non avrà mai una fine. E poi noi ci dobbiamo volere tutti un grande bene che, se non ci amiamo fra noi cristiani, diventiamo come le bestie, tipo gli arabi, e allora cominciamo ad ammazzare le persone con gli aerei o con le bombe. Io pensavo che anche gli arabi fossero persone e una volta ne ho visto uno che mangiava il riso sotto casa mia. Lo mangiava con le mani, me l'ha fatto vedere mia mamma perché io neanche me ne ero accorto.
La nuova maestra, che porta il velo - è una suora, non un'araba, anche se tutte e due a quanto ho capito portano il velo per la religione - dice che dobbiamo rispettare le persone e il pianeta Terra. Ma io non capisco perché devo rispettare la Terra se tanto dio l'ha fatta nascere così e me l'ha data così e non ci sarà mai una fine nel mondo. Questo l'ho letto sul libro di storia, nel capitolo dopo quello del  Medioevo che, secondo l'autore, è stata un'invenzione tipo il Codice da Vinci per spaventare le persone e vendere i gadget della Gioconda (anche se non esisteva ancora). Insomma, non mi è chiaro perché devo rispettare la Terra se tanto non morirà mai perché dio ha deciso che dobbiamo restare sempre sulla Terra a duplicarci fino a quando saremo talmente tanti che avremo solo lo spazio che riusciamo a occupare con il nostro corpo e la Terra allora cadrà verso il basso per il nostro peso, un po' come quando la mamma non riesce più a portarmi in braccio e le viene mal di schiena e si deve sedere sul divano. Comunque, prima che la vecchia maestra se ne andasse, pensavo che fosse tutto di plastica e allora non mangiavo niente che non fossero i biscotti Doria, forse per questo mi è venuta una carie grande quanto tutta l'arcata inferiore destra e parte della sinistra. Mia mamma diceva che dovevo andare dal dentista perché altrimenti potevo diventare sdentato come il macellaio che sta vicino a scuola. È un uomo né magro, né grasso. Ha i capelli, ma è un'esagerazione dire che ce li ha tutti. Nonna dice che quando era giovane era bello, ma io non ci credo. A nonna piace chiunque, perfino il bidello di scuola mia che ha le sopracciglia attaccate e una macchia rossa sul naso. Fatto sta che me l'ha insegnato il Cristianesimo a essere più buono per un sacco di ragioni. La prima è che, se la mattina dico la preghiera prima delle lezioni, la maestra non mi sgrida. La seconda è che se dico anche quella specie di frase che sta scritta in caratteri di polistirolo blu al refettorio, benedici Dio il pane che ci dai oggi e domani o qualcosa del genere, è più facile che mi regalino la cioccolatina dopo quel pranzo orrendo che fanno le suore. Un mese fa però la suora della cioccolatina è morta. Si chiamava Suor Elisabetta. Aveva la pelle gialla, ma non era cinese, era piena di rughe che lo sporco si infilava dentro e, alla luce, sembrava una di quelle lucertole o iguane che fanno vedere nei documentari la domenica pomeriggio. Ma io i documentari non li guardo mai, che preferisco vedere l'Inter con papà e mi sembra da scemo vedere quello che fa la natura adesso, mentre io studio quello che faceva millenni fa. A volte penso che se continuo di questo passo, a studiare la storia e la geografia, non andrò mai da nessuna parte.
 Fatto sta che Gesù è furbo e mi fa i tranelli. Perché secondo voi trasmette il pomeriggio i cartoni animati su Italia1 quando io devo studiare? È chiaro che vorrei vedere i cartoni, ma siccome sono furbo anche io, allora faccio finta di studiare e vedo solo le immagini. Il volume lo tolgo che mi hanno detto a scuola che, se non fai rumore, lui non se ne accorge. È per questo che hanno inventato le pistole con il silenziatore.
Poi fa un sacco di altre cose che mi fanno impazzire. Mi tormenta da quando sono piccolo. Prima la storia delle banane, me lo sognavo la notte e lui mi diceva che non potevo stare nella stessa stanza con persone che avevano mangiato banane. Il problema è che tutti mangiano banane. Poi il periodo in cui dovevo contare in continuazione tutte le cose che avevo addosso. E quindi la mia prima crisi mistica, a otto anni. Vedevo intorno a me morire le marmotte. Le persone ammazzavano le marmotte come fossero le zanzare dell'estate. Mia mamma ne aveva investite tre e con la coda di una si era fatta una specie di portachiavi che diceva essere un portafortuna, mentre a me faceva solo schifo. La crisi mistica consisteva nelle marmotte che mi parlavano in continuazione. Certo, i bambini parlano con gli animali, lo sanno tutti, il problema è che a me parlavano le marmotte morte, quelle delle pellicce delle vecchiette in Chiesa e pure le carcasse dentro i tombini. Sapete come sono uscito dalla crisi? Chiamando Radio Maria. Tutti i pomeriggi fanno un gioco per bambini che si chiama l'angelo bambino perché, come dice Concetta, che è la conduttrice e ha la voce di un cigno strozzato "i bambini sono tutti angeli". Mi piacerebbe presentarle, a Concetta, mio cugino brasiliano che viene da una favela e quando è venuto in Italia a sei anni la prima cosa che ha fatto è stata andare al bar sotto casa e rubarsi tutti i pacchetti di caramelle. Adesso lui vive a casa di un suo amico e non è fidanzato e mia zia è disperata perché non studia e non si lava i capelli. Il gioco è interessante, ma ve lo dico dopo che mi è venuta in mente un'altra mia zia, zia Paola. Una volta zia Paola mi aveva detto che voleva andare a Chi l'ha visto, ma non perché aveva perso qualcuno, tipo zio Giovanni o i miei cugini italiani, che sono fastidiosi e brutti, ma perché si era persa lei, con il tempo. Voleva fare qualcosa tipo "Chi mi ha perso?" oppure "Come mai mi sono persa?". Lei crede che, con gli anni, tutti ci perdiamo e che solo la preghiera ci può aiutare a restare dove siamo, ma non in senso fisico, in senso spirituale. Sinceramente quando parla l'ascolto poco, ma mamma dice che dobbiamo starle vicino in questo periodo che si sta in-de-men-ten-do come sua mamma e sua nonna. Sì, zia Paola ha sessant'anni e sua nonna è ancora viva. È ultracentenaria e passa le giornate in una carrozzella da handicappati con gli occhi semi chiusi a guardarsi le mani grinzose, mangia solo budini Motta al cioccolato bianco e se la fissi se ne accorge e fa una puzzetta per punirti. Non parla mai, ma quando lo fa, muove la testa avanti, indietro, e indica in alto con il pollice che sembra un'autostoppista mummificata. Una volta zia Paola mi ha detto che lei, quando aveva paura di morire - zio Pinuccio aveva scoperto che è bello picchiare le donne -, sentiva sempre Radio Mater. Così anche io ho cominciato, a causa di  questa crisi mistica da bambino di otto anni, ad ascoltare Radio Mater ma mi sembrava troppo aggressiva, troppo alla moda, troppi canti e anche qualcosa di sacrilego - tipo le telefonate per i carcerati. Allora ho scoperto radio Maria. È stata come una vittoria perché poi ho conosciuto pure Concetta. Me la sogno tutte le notti, con il velo azzurro in testa e le mani unite, ma questa è una storia mia privata. In ogni caso, quando ho scoperto del gioco, l'angelo bambino, ho capito che dovevo partecipare. È un gioco, tutto sommato, abbastanza semplice. Ti chiedono di spiegare che cosa è il mulino della vita, come si fa a costruire da soli un rosario e cose così. Certo, sono un po' pignoli (una volta hanno bocciato un bambino perché non si ricordava quante reliquie avessero fatto da Santa Gemma), ma ogni risposta esatta vale 150.000 punti che corrispondono poi ad un bonus per andare in Paradiso. Il mio parroco dice che non studiare equivale a -10.000 punti, dire le bugie da -5.000 a -1.000.000 a seconda di quanto è grossa, farsela con le femmine degli altri è solo -2.000 perché lo fanno tutti e rubare è -1.000 che, secondo il parroco, rubare è come tradire la castità: naturale. Comunque io ho fatto i calcoli e, da quando sono nato, ho fatto un debito di 8.759.567 punti. Quindi devo dare 58,4 risposte esatte, che mi piace arrotondare per eccesso. Certo, non sono poche, ma neanche tante. Ho comprato allora il libro dell'Alpha Test per diventare il chierichetto ideale con i soldi rubati alla mamma (-1.000 punti) e poi ho cominciato a studiare veramente. Quando mi sono sentito pronto, non dopo aver tentato di corrompere una centralinista di Radio Maria per avere un aiutino, ho parlato con Concetta. È stata abbastanza cattiva. Prima mi ha chiesto se sono un bambino buono, se prego tutti i giorni e qual è la mia preghiera preferita (e mi sono trattenuto da non urlare il ritornello del Cantico dell'Inter), poi mi ha fatto domande su un paio di versi della Bibbia, del Vangelo e cose così. Per fortuna Google mi ha aiutato un sacco soprattutto all'ultima domanda sul numero dei pesci del miracolo. Io non lo sapevo. Ho tirato a caso e,  non so come, c'ho azzeccato. Questo secondo me è tipo un segnale che mi ha dato Gesù, perché anche lui voleva che io vincessi e andassi da lui come angioletto.
Concetta, prima di darmi i punti, mi ha chiesto se avevo dei problemi, stavo per dire le cose delle marmotte e dei biscotti Doria, quando mi sono ricordato del prete che dice che per fare colpo sulle donne non bisogna mai (mai!) farsi vedere deboli e problematici. Così, quando ho smesso di pensare alle marmotte, loro hanno smesso di parlarmi. È un po' la filosofia che mamma usa con gli extra-comunitari. Lei pensa che non esistono e loro, di colpo, non esistono per davvero.
 Così, grazie a Radio Maria, ho vinto il paradiso, ho dimenticato le marmotte e ho capito che bisogna donare gli organi perché dio ti può perdonare le cose che non vede e Radio Maria ti può regalare il Paradiso, ma se l'ultimo gesto cattivo lo fai prima di morire, come fai poi a recuperare?
Flavia Piccinni (nella foto, al Campiello Giovani 2005)