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E' quasi il compleanno dell'Ariosto (8 settembre)
Sab, 08/30/2008 - 20:59
Io non so, sono qui, aspetto che Roberto Vannini, rappresentante di reliquie, si faccia vivo, mi scriva qualcosa, mi inviti a mangiare il pesce o mi dia in moglie sua figlia Adornata. E invece tutto tace. Allora, per non saper che fare, ho guardato sul mio almanacco e ho visto che l'8 settembre è il compleanno di Ludovico Ariosto. Mi vergogno un po' a dirlo, ma io l'Orlando furioso non l'ho mica mai letto (a parte quel che si legge a scuola). Ho letto invece il Tasso. E' tutto l'inverno che leggo e rileggo il Tasso. Scrive Ermanno Cavazzoni che l'Orlando furioso è un "libro da venerare e tener sempre in tasca in edizione mignon (ad esempio Hoepli) perché mai fu scritto al mondo libro più eccelso ed aereo" (E. Cavazzoni, Storia naturale dei giganti, p. 243). Del Tasso invece parla più che altro di suo padre: "Bernardo Tasso, Amadigi, 1560; e Floridante, 1587; postuma edizione, un po' stanca, e che anche da leggere stanca, ma non dico abbia fatto male a scriverla Bernardo Tasso; si vede che nel mondo ce n'era bisogno. Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, 1579; e Rinaldo, 1562; a Torquato Tasso, forse in opposizione a suo padre, i giganti sono sempre stati indigesti, e infatti li evita; e se per caso ce n'era ancora qualcuno nell'aria, lo ignora del tutto" (pp. 246-247).
Io non so che dire, mi sento un po' in colpa a leggere il Tasso e non l'Ariosto ma ormai il dado è tratto. Ho trovato anche delle recensioni, diciamo, d'epoca. Una è la seguente, la riporta Mario Praz: "Nel 1762 furono pubblicate le Letters on Chivalry and Romance di Richard Hurd in cui si esaltava l'incanto dei 'Gothic romances', dove l'elemento soprannaturale aveva reso le fantasie dei nostri grandi poeti moderni 'più sublimi, più terribili e più allarmanti (alarming) di quelle dei favoleggiatori classici'. 'Che sono gli stillanti mirti di Virgilio in confronto della foresta incantata del Tasso?' Il cuore ci dice, secondo Hurd, che queste menzogne gotiche sono una delle più grandi ragioni d'incanto di quei poeti...Nel 1749 s'era stampata una nuova edizione della traduzione che il Fairfax aveva fatto della Gerusalemme (1600), e ne fu ispirato William Collins per una strofa dell'Ode on the Popular Superstitions in the Higlands ove così rievoca le sue impressioni alla lettura dell'episodio di Tancredi nella foresta incantata:
Come ho tremato allorché, al colpo di Tancredi, il cipresso squarciato versò fuori un fiotto di sangue; quando ogni viva pianta parlò con mortali accenti, e una raffica impetuosa portò via la spada che svanì! Come son rimasto, mentre il vento pensoso modulava il suo flauto, ad ascoltare l'arpa del Tasso accordata dal britanno Fairfax! Affascinante poeta, la cui mente, che non dubitava, credeva alle magiche meraviglie che cantava! Onde, a ogni suono, la fantasia s'accende, onde il suo caldo verso scorre con la più soave dolcezza: scorre liquido, puro, numeroso, gagliardo e chiaro, e riempie l'appassionato cuore, e conquide l'armonioso orecchio (Mario Praz, introduzione a Il castello di Otranto di Horace Walpole, Rizzoli, 1956-1988, pp. 6-7).
Ci avrà creduto davvero il Tasso? Il Vannini (Roberto, rappresentante di reliquie, non Nedo lo psichiatra) che ne direbbe di questa storia, se la leggesse? Eh, Vannini, mi dica un po': Torquato ci credeva ai suoi fantasmi? Forse sì, visto che finì pazzo. Qua, dalle nostre parti, a Barga, dove c'era il Pascoli, c'era stato prima del Pascoli il Bargeo Pietro, che molti non lo sanno ma fu uno dei revisori della Gerusalemme che da Liberata diventò Conquistata. Però chi l'ha letta dice che sia assai peggio. Colpa anche del Bargeo, sicuramente. Ma figuriamoci se queste faccende interessano un poveruomo come quel Vannini Roberto reliquario, un ometto da poco. Come si fa a commerciare in reliquie? Bisogna avere l'animo del truffatore o perlomeno dell'accattone. Si vada a leggere il Vannini la novella del Boccaccio che parla del venditore di reliquie. Perché il Vannini non lo sa, butta giù delle ideuzze e pensa che siano sue. Ma son sempre idee di qualcun altro.
Lasciamo perdere. Volevo dire che ho anche un'altra recensione d'epoca al Tasso. Questa è di Jacques Cazotte che, nel 1772, scrisse il Diavolo innamorato e alla fine del libro dice (lo traduco così, all'impronta, perché son bravo):
Ci ricordiamo che a venticinque anni, scorrendo l'edizione completa delle opere del Tasso, ci imbattemmo in un volume che conteneva esclusivamente le spiegazioni delle allegorie racchiuse nella Gerusalemme liberata. Ci guardammo bene dall'aprirlo. Eravamo follemente innamorati di Armida, di Erminia, di Clorinda; avremmo perduto delle chimere troppo belle se queste principesse fossero state ridotte ad essere dei semplici emblemi.
E allora cos'è questa storia? Certamente a fine Settecento piaceva di più il Tasso che l'Ariosto. Ma il discorso sarebbe lungo assai, il tempo vola, la notte avanza e il Vannini tace. Aspettiamo l'8 settembre, che poi non è esattamente il giorno in cui è nato l'Ariosto, ma quello in cui fu battezzato. (E poi mi pare che l'8 settembre si festeggi anche qualcos'altro).
a.t.
(La foto in alto non è che c'entri molto con questo discorso: è Pietro Aretino; è un'incisione che è in una cinquecentina che ho posseduto per sbaglio e per poco, l'ho rivenduto per pagarmi un paio di sedute dallo psicanalista, chissà se ho fatto bene, mi sa di no; e chissà chi ce l'ha ora quel libro)
Sentirsi in colpa per leggere il tal autore anziché un altro?
Lord Trasciatti, la capisco perché anche io talvolta son preda di tali suggestioni, ma per quanto mi riguarda poi alla fine non mi approvo. Leggo Gaiman anziché Dostoevskij. Ma il primo mi diverte e mi interessa, il secondo mi interessa di più ma non riesce ad appassionarmi, dunque ad amor lontano ed ipotetico scelgo l'amor vicino anche se mono blasonato.
Talvolta mi rimprovero, ma se avessi più tempo mentale per leggere il Dostoevskij dopo aver letto Blondel tutto il giorno, forse sarei da nobel. E grazie a Dio non lo sono.
Tu punta al nobel, Trasciatti. Il mondo ne ha bisogno.
Il Biag(etti)
Quale Nobel mi consigli? Sono incerto se candidarmi a quello per la Pace o a quello per la Fisica.
direttor Torquatti
E poi vedi Biagetti, tu sei giovine, puoi permetterti di non aver letto questo, questo e quest'altro. Io son vegliardo e dovrei aver letto tutti i Tassi e tutti gli Ariosti possibili, e tutti i Pulci e tutti i Boiardi e aggiungo anche tutti i Gargantui e i Pantaugrueli. Credimi Biagetti, parlo solo del minimo sindacale. Me lo diceva anche il mio buon professor Francesco Orlando (che prima o poi lo infilo in un poema) quando mi vedeva comprare un mucchio di libri a metà prezzo e anche a prezzo intero: "Sì, ma poi leggili, non li comprare e basta."
direttor Torquatti
Ma caro Torquatti, nella novella del Boccaccio si parla proprio di me.
Roberto Vannini Rappresentante
Vannini se la vada a leggere la novella del Boccaccio, son sicuro che non sa nemmeno qual'è. Non finga con me. Io la svelo, la rigiro come un calzino. Ne so una più del diacono.
Torquatti
Torquatti, io con uno che scrive "qual è" con l'apostrofo non ci parlo.
r.v.
Se vuol, lo apostrofo glielo tolgo, ma le faccio presente che "qual" e abbreviativo di "quale", "qualo", "quala". E anche raccorciativo smozzicante di "squalo" "squala" per cui alle volte andrebbe scritto con il doppio apostrofo davanti e dietro, cioè 'qual'. Ma lei è il solito ignorante, nonché sofistico e petulante. Quindi faccia quello che vuole. Mi dispiace solo che in questa mia risposta ho incontrato pochi apostrofi sennò li toglievo tutti e li mangiavo per farla contento.
Tor Quatto
"qual è" con l'apostrofo è orripilante. dunque se vuol parlare con me smetta di orripilarmi. c'era un tale che scriveva sempre "do" con l'accento (non so se sa di chi parlo) e io l'ho ridotto a reliquia...
r.v.
Ora basta, Van Roberto, se lei si orripila, vada a conglomerarsi in un pertugio fossile sulle Alpi Marittime, io delle sue fisime e delle sue fisiche ne ho abbastanza, ho molto da fare, sa, ho da scrivere otto romanzi e due enciclopedie. Più dovrei anche fare visita al Ciclope che è tanto che non mi vede. Sa che non sono andato a trovarlo per stare dietro alle sue bolsaggini da reliquiario accattabrighe? Ma per chi mi ha preso? Ma non ha niente da fare, lei, che attaccarsi agli apostrofi degli altri? Li usi un po' di più anche lei, vedrà che le faranno bene. Povero il mio Ciclope, là sempre in mezzo a un pecoraio che non si dice. Non mi faccia blaterare oltre che mi si alza la pressione e mi dimentico pure del mio amatissimo Torquato, per stare a rispondere alle sue lamentele lagnose e lanose non ho più trascritto niente di Tassiano, che ormai - questa del trascrittore di Tasso - è la mia vera e più impegnativa vocazione. Ci sta anche che la riscriva la Gerusalemme liberata perché qua e là ho visto che ci son delle pecche, come dei buchi nelle pagine.
Tarchiato Tasso
i piccoli testi.
BASTA!
Dopo questo idilliaco scambio di battute, penso che manchino gli estremi oggettivi sui quali candidarsi al Nobel per la Pace.
Ed è vero che son giovane. Ma è un male che col tempo si guarisce.
Biagetto Libecciato
O Libecciato, lo vedi come mi snerva questo Vannini? Se non fosse che è amico di Roberto Amato e, a volte, mi passa delle informazioni preziosissime su di lui, lo avrei già mandato al diavolo da un bel pezzo.
Quanto alla gioventù, son d'accordo, si guarisce. Il fatto è che, appena guariti, si crepa.
Buonanotte e figli maschi
Dirquato Tassatti
libecciato, fai male a essere amico del torquatti, lo vedi com'è rozzo? si crepa... il giovin poeta non è mica una capra? come non diffidare di uno che scrive qual è con l'apostrofo? magari lui ti dirà di diffidare di me che non metto quasi mai la maiuscola dopo il punto, ma dovrebbe sapere com'è faticoso pigiare il tasto con la freccia all'insù (dico per noi psichiatri infingardi).
a proposito mi sono accorto di averti dato del tu... l'ho fatto perché sei giovine e io "quasi guarito".
comunque scrivimi e semmai passa dall'ambulatorio per una visita endocranica.
dottor nedo vannini endocranologo
Sono Torquato travestito da Biagetti,
avrei bisogno anch'io di una visita endocranologica. Però allo stomaco, quindi direi endoesofagea. Ma è anche vero che stomaco e cervello sono così legati da sembrare un insaccato, quindi credo di avere bisogno di una visita endocranoesofagea. Come sta sua figlia Adornata (così per cambiare discorso)? E' molto che non la vedo. Sta cucendosi il velo nuziale. Mi dia qualche ragguaglio, non mi tenga sulle spigole. Però ritornando al fatto esofageo, devo dire che mi ricorda anche Pietro Bargeo, il correttore del Tasso, e questo mi rincuora nel mio malessere, perché avere un malanno che mi lega al Tasso mi pare molto aulico e dolcissimo in questi frangenti frattagliosi. Lo sa che gli Scozzesi prendono uno stomaco di pecora, lo riempiono di frattagliumi, lo legano, lo bollono per 6 giorni e se lo mangiano di gusto? Son cose belle, queste, riempiono la vita oltre allo stomaco, davvero mi fanno pensare al mio povero Tasso che si martoriava il cervello per paura di aver detto delle eresie. Che uomo sarà stato il Tasso? Noiosamente ossessivo come lei, Vannini pschiatra piscione? Sì, perché ho saputo da sua moglie Arcangela che ha dovuto mettere nel letto un incerato matrimoniale e rimboccarglielo addosso per evitare esondazioni notturne. Ma perché è regredito a tal punto da scompisciarsi nel sonno? Immagino pure che polluisca, ma non ne voglio sapere niente. Spero solo che quella brava donna di Arcangela si sia messa in salvo ai piani alti della vostra tristissima casa oblunga. Metta almeno una lampadina in più, anche il gatto le va in depressione con quell'albore smorto che aleggia nell'ingresso. Davvero mi meraviglio che lì dentro, in quel fiocore, in quell'aria stantia di pesci morti, possa essere cresciuto un fiore radioso e luminescente come vostra figlia Adornata. Eh, questi son languori da vecchio...
Direttor Torquatti
Lei mi fa vomitare. È un orco pieno di putridumi vermicolanti, di lussurie contorte e avvizzite, di villi allungati in una brodaglia intestinale che le si rovescia direttamente nel cervello senza bisogno di esofagi o poltigliodotti artificiali. Sarebbe meglio che incanalasse le sue bave in un brodocomio. Mi creda direttore, solo un bagno di calce viva potrebbe ridarle non dico un aspetto umano ma perlomeno la parvenza di un animale abbastanza domestico (un maiale).
Io comunque non sono un veterinario.
Vada via!
Vedo che le piaccio, Vannini, è evidente che ho toccato dei suoi tasti sensibili. E poi, sa, più che esseri umani siamo cloache, al nostro interno è tutto un gioco di travasi e vasi comunicanti. L'anatomia, se l'avesse studiata, le sarebbe stata di conforto, una presa di coscienza della nostra essenza viscerale non le avrebbe che giovato, caro il mio psichiatruogolo.
sempre suo, Torquatti
Le punte goethiane d'aulicità romantica cui si rende capace il Torquatti mi distolgono di buon cuore dalla questione dell'apostrofare. Comunque accetto l'invito di entrare in cura da lei, dottor Vannini. L'inibizione dell'endorfine è uno sport che trova consensi all'interno del mio mondo interiore.
Capitan Libeccio
semmai ero io il romantico... hai confuso le lettere,
n.v.
chiedo venia per la confusione.
Biag