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Marconi e l'accusa di plagio. Due parole sul primo italiano premio Nobel per la fisica.
Ven, 03/27/2009 - 14:18
Nel 1909 Guglielmo Marconi fu il primo Italiano a vincere il Premio Nobel per la Fisica. Con queste riflessioni voglio fare chiarezza su una credenza o meglio un dubbio persistente non solo in molti non addetti ai lavori, ma anche nel mondo accademico. Marconi si impossessò di idee e lavori di altri e si guadagnò una fama immeritata? In breve la storia fu iniziata dal fisico sperimentale Faraday che formulò il concetto di Campo Elettromagnetico, successivamente il fisico teorico Maxwell ne scrisse le equazioni matematiche. Questi due fatti aprirono l'interrogativo della natura elettromagnetica della luce. Necessita, prima di proseguire, chiarire che il fisico teorico formula una Teoria che deve ricevere verifica pratica, compito del fisico sperimentale. Hertz prima, Righi poi si impegnarono per la dimostrazione della teoria di Maxwell-Faraday con sperimentazioni di laboratorio seguendo un percorso ottico, realizzando generatori di onde elettromagnetiche, a scintilla, di lunghezza d'onda il più corta possibile. Il primo non riuscì a scendere al di sotto del metro (= frequenza di 300 MHz = 300 milioni di oscillazioni/sec.); il secondo si spinse a una lunghezza d' onda di 2 cm (= frequenza di 15 GHz = 15.000 MHz = 15.000 milioni di oscillazioni/sec.). Rimane chiaro il loro intento di avvicinarsi il più possibile alla gamma del campo elettromagnetico del visibile compreso fra 400 e 700 nano metri (1 nanometro = 1 milionesimo di millimetro) ovvero a frequenze comprese fra 428 THz e 749 THz ( 1 THz = 1.000 GHz = mille miliardi di Hz = mille miliardi di cicli per secondo). È evidente che i due scienziati accademici non intuirono alcuna applicazione pratica dei loro esperimenti, vincolati alla cultura scientifica accademica della loro epoca, per cui le onde elettromagnetiche non potevano che propagarsi in linea retta ed essere interotte da ostacoli intrapposti lungo il loro percorso, il comportamento della luce ne era la dimostrazione. Pur facendo uso di componenti, come si direbbe oggi, del coherer di Calzecchi Onesti, Logde, rocchetto di Rutherford, e altri, il giovane Marconi, libero da schemi accademici, ne intuì una applicazione pratica. Come disse Newton "sono salito sulle spalle di giganti", così Marconi, da scienziato sperimentale quale era, conosceva le ricerche, i risultati e le realizzazioni degli scienziati accademici, che sperimentalmente migliorò ed utilizzò in un laboratorio più vasto: il globo. Da provetto sperimentatore ignorò le teoriche restrizioni accademiche. Come spesso accade, la Natura gli venne in aiuto con l'allora sconosciuta ionosfera che, riflettendo le onde consente loro di circolare, per balzi, intorno alla terra. Per i suoi fini pratici si portò allo studio e sperimentazione delle onde lunghe. Nella prima trasmissione transoceanica, nel 1901, credette di usare un' onda di lunghezza di 1.800 m. (= 166 KHz = centosessantaseimila oscillazioni/sec.), mentre è ragionevole credere che la ricezione sia avvenuta sulla terza armonica se non sulla sesta, rispettivamente di 600 m. o 300 m., avendo impiegato un trasmettitore ,a scintilla, di grande potenza da 25 KW (= 25000 Watt). Non mi addentro in tutto il lavoro sperimentale su: antenne, concetto di terra, coherer, sistemi di sintonia, studi sperimentali sulle condizioni di propagazione ecc. Sento il dovere di citare Nicola Tesla ed Aleksandr Popov quali concorrenti di Marconi, sul piano pratico, ma quest'ultimo tagliò per primo il traguardo, la sua fama di pioniere e geniale scienziato risulta del tutto guadagnata e non c'è considerazione sostenibile di plagio. Come tutti i progressi e le conquiste scientifiche , anche quella di Marconi si avvalse di lavori altrui, il genio è nella intuizione di cosa usare e come usare: è innegabile che Marconi incarnò il pensiero Galileiano, profondamente, per ottenere i suoi risultati. Alessandro Calari
Gazzetta di Modena - Sabato 28 marzo 2009 - Pagina 9 - Attualità
I Reali di Svezia come Guglielmo Marconi.
Nel Museo di Villa Griffone, a Pontecchio Marconi, re Carl XVII Gustaf di Svezia e la regina Silvia, accolti da Elettra Marconi e dalla sindaca di Sasso Marconi, Marilena Fabbri (foto), hanno ripetuto simbolicamente il celebre esperimento dello scienziato bolognese Guglielmo Marconi del 1895. Re e regina hanno schiacciato il pulsante del ripetitore e udito il campanello dall'altro lato della sala.
Gustav V, bisnonno del re consegnò il Premio Nobel a Marconi.