Oh! che mi sia concesso

Ven, 01/25/2008 - 08:30

Oh! che mi sia concesso

 
Sabato 26 gennaio 2008 iniziano a Lucca i corsi della Scuola di Scrittura Barnabooth (in programma Marco Santagata, "Dalla vita al romanzo", ore 10.15-13.15). Ne approfittiamo per suggerire di leggere "Le poesie di A.O. Barnabooth" di Valery Larbaud. Ma perché non leggersi anche il breve romanzo "Fermina Marquez" o il saggetto "Sotto la protezione di San Girolamo", sempre di Larbaud? Motivi apparenti non ce ne sono e nemmeno reconditi. Son letture da fare:
Borborigmi! borborigmi!
Brontolii sordi dello stomaco e dei visceri
Lamenti della carne incessantemente modificata,
Voci, bisbigli irrefrenabili degli organi,
Voce, la sola voce umana che non mente
E che persiste qualche ora fin dopo la morte fisiologica...
Amica, quante volte abbiamo interrotto le nostre carezze
Per ascoltare quel canto di noi stessi;
Quante cose talvolta diceva
Mentre ci sforzavamo di non ridere!
Saliva dal profondo,
Ridicolo e imperioso,
Più forte di ogni promessa d'amore,
Più insolito, più irreprimibile, più grave -
Oh, l'inevitabile canto dell'esofago!...
Chioccolio soffocato, gorgoglio di caraffa che si svuota,
Frase lungamente, indefinitamente modulata;
Eppure ecco la cosa incomprensibile
Che non potrò mai negare;
Ecco l'ultima parola che dirò
Quando, tiepido ancora, sarò un povero morto "che si svuota".
Borborigmi! borborigmi!...
Ve ne sono anche negli organi del pensiero,
Che non s'odono attraverso lo spessore della scatola cranica?
Almeno, ecco qualche verso a loro immagine...

(V. Larbaud, Prologo da Le poesie di A.O. Barnabooth, Einaudi, 1982)