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Le Voci della stazione
Lun, 02/02/2009 - 21:19 | Aggiungi un commento
Loro sanno da dove vieni.
LE VOCI DELLA STAZIONE.
Loro sanno dove vai.
Testi di Valerio Millefoglie e Sarah Spinazzola.
(Tratto da "Linus", agosto 2005)
Tutti le sentono, nessuno le vede. Chiaroveggenti dei binari, sanno prima di te chi arriva e chi parte. E quando partirai e arriverai, dagli altoparlanti come messaggeri sopra la testa, ti diranno dove andare. In un mese in cui tutti vanno, loro restano, per far sì che tu vada meglio. Sono le voci della stazione. Abbiamo incontrato una delle più storiche, quella della stazione centrale di Milano. Si chiama Liliana Bellu e ci ha parlato di lei, della misteriosa voce del Sistema Solare e di colui che muove i fili, l’onniscente Regolatore.
Quella è la leva, le hanno detto, quando il treno arriva, o la azioni o scappi, ma se scappi stai attenta a dove scappi che i binari sono pericolosi. Questa è stata la sua iniziazione. “Io lavoravo sulla Milano-Mortara, addetta alla manovra, e ho chiesto il trasferimento in Centrale perché ho avuto un bambino e ho cominciato a lavorare in Centrale giù in tettoia, poi sono stata mandata su in cabina per mancanza di personale, o anche per prova… e niente… è stato attestato che ero in grado di stare su in cabina radio”. Una piastra microfonica dove c’è il pulsante, per mezzo del quale viene diramata tutta la diffusione. Uno schermo con le personali Ansa delle Fs e “al massimo una bottiglietta d’acqua per far sì che la voce non si asciughi”. Questo il kit. Adiacente alla cabina radio c’è una sala in cui farebbero bellissima figura gli scienziati della Nasa per complimentarsi dell’operazione di grande successo. Un enorme pannello su cui sono puntati gli occhi degli operatori segnala la situazione. Le linee bianche indicano la strada che percorrerà il treno. Le linee rosse indicano il treno quando è fermo. Quando il bianco diventa rosso e viceversa si ha la vita intera dei binari. La visuale migliore nella stanza ce l’ha lui. Il Regolatore. Colui che sovrasta e decide cosa la voce deve dire e cosa no. Ad Aprile, attraverso degli incontri, sono stati comunicati alle voci i nuovi sistemi di informazione al pubblico. Un manuale più aggiornato del precedente manuale meno aggiornato è stato appositamente modificato dalla direzione generale con degli annunci più concisi, più corretti nei confronti del cliente. Il momento più critico per la voce di Liliana Bellu è stato “il primo sciopero dei macchinisti dei Cobas in ferrovia, che non sapevi cosa ti sarebbe capitato, era una sorpresa per tutti, e allora munita di sangue freddo e autocontrollo ho portato avanti il mio lavoro”. Ci vuole massima coordinazione con gli operatori, con i capistazione, con i direttori, qualora ci sia un incidente, un guasto. Bisogna tenere sempre sotto controllo i terminali e la voce del Sistema Solare. La voce del Sistema Solare è una voce registrata che dà le informazioni di base. Si chiama Voce Solare perché così si chiama la società che l’ha progettata. Ed è l’unica voce maschile. Il principe azzurro delle voci femminili, in tutto sei, che nessuno ha mai visto in faccia. “Sappiamo che è di Udine, conosco l’ingegnere che ha fatto l’impianto, ma lui no…. che dire… spero sia un bell’uomo”. Lei invece è stata riconosciuta dalla voce. “…parecchi, magari amici o conoscenti mi dicono Sai ti ho sentito caspita… sono contenti, non ti vedono, ma ti sentono… beh devo dire che è simpatico perché comunque arrivano parenti o amici e diciamo che si affidano a te per il tipo di annunci che fai e quello che comunichi”. Una volta le è capitato di annunciare la partenza di un treno sul quale c’era una persona a lei molto cara: “… Perché mi è stato proprio chiesto, ecco devo dirlo, mio figlio da piccolo faceva parte dei boy scout, salivano a Corvetto, a Santo Stefano e poi scendevano qui in Centrale per prendere il treno diretto al campeggio. Allora sapendo che c’ero io, e mio figlio che diceva C’è la mia mamma!, mi chiedevano, per tenere unito il gruppo dei bambini, se gentilmente potevo ripetere due o tre volte l’annuncio in modo tale da sapere, una volta scesi dal treno, dove recarsi”. Un’altra volta le è capitato di dare un messaggio di auguri. “Ho fatto diverse volte l’ultimo dell’anno in servizio, allora a mezzanotte, dietro autorizzazione dei capi e dei colleghi, ho fatto gli auguri di un felice anno nuovo innanzitutto ai colleghi che erano presenti e che lavoravano con me quella notte e poi ai clienti, che comunque erano presenti in stazione, fu un momento emozionante”. Non interpreta un’informazione perché “ non si può cambiare una voce”, l’importante è avere una buona dizione, dice. Dalla radio della stazione ad una stazione radio non ci ha mai pensato. “ Allora, le radio deejay hanno un altro carisma onestamente, devono tenere praticamente svegli durante la notte o nell’arco della giornata con informazioni, barzellette, non so se ne sarei capace, si potrebbe provare, tutte le strade possono essere percorribili”. Dopo aver visto un certo numero di lucine e aver ammirato il podio de Il Regolatore, che è uno che deve sapere a memoria tutti gli arrivi e tutte le partenze, che ogni anno cambiano, torniamo da dove siamo partiti. Al piano ferro, dove c’è il Reparto Territoriale di Movimento. E’ detto piano ferro perché si trova a metà fra la strada e il primo piano di tutti i palazzi della città, il piano fatto di quello di cui sono fatti i binari. Il ferro. La voce sulle banchine dice “Attenzione informiamo i clienti che l’interruzione della via Novara-Torino è terminata. La circolazione riprende gradualmente, ci scusiamo per il disagio”. Tutto è bene quel che finisce bene, perché la cosa più bella è “quando smonti dalla notte che hai fatto e tutto va bene, non è successo niente, i treni sono arrivati e partiti in orario, il cliente finalmente prende il treno e parte in orario”. Cliente. Prima si chiamava Viaggiatore. Poi Passeggero. Ora il Manuale dice di chiamarlo Cliente. “Perché dal momento che entra in stazione paga un biglietto e ha in cambio un prodotto”. Anche se suonava meglio, ed era più da buon viaggio dire “Avviso ai passeggeri”. La prossima volta che varcherete la soglia di un piano ferro alzate lo sguardo al cielo, lì dove gli altoparlanti segnano la linea di confine fra chi non sa dove andare e chi sì.
Dalla stazione radio alla radio della stazione.
E adesso amici d’agosto, passiamo la linea alla nostra corrispondente dalla città, la nostra voce della stazione!!! “Ciao ragazzi clienti, attenti al binario che sicuramente prima o poi un treno ci passa e voi non fatevi trovare in mezzo, ehi ehi ehi, prima di quel momento ho qualcosa da consigliarvi, un bel disco assolutamente inappropriato alle vacanze, ma che proprio per questo vi farà apprezzare le gioie che al momento sono impossibilitata a vivere. Ecco perché vi dico di cercarvi il disco di Matt Elliot, “Drinking Songs”, otto canzoni che vi faranno passare la voglia di far baldoria. Trombe rarefatte, chitarre western, voci spettrali, strumenti che vanno nel senso contrario come fossero un disco con la puntina che si ribella e suonini che richiamano la colonna sonora de Il Padrino, questo ragazzo sicuramente non doveva stare molto allegro al momento dell’incisione. L’etichetta è la Ici d’ailleurs, la canzone che vi mando qui dal piano ferro è “The Guilty party”, ciao ragazzi clienti, al rientro sarò ancora qui ad aspettarvi!”.
(In alto: disegno di Tim Kostin tratto dal libratto La via dell'orco)
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