• nedovannini on Dom, 01/20/2008 - 21:37

    ... sed rem dubiam decrevit vox opportune emissa, quod cum senatus post paulo de his rebus in curia Hostilia haberetur cohortesque ex praesidiis revertentes forte agmine forum transirent, centurio in comitio exclamavit: 'Signifer, statue signum; hic manebimus optime'. Qua voce audita, et senatus accipere se omen ex curia egressus conclamavit et plebs circumfusa adprobavit... Naturalmente lei capisce benissimo che cosa voglio dire, dottore. Anzi secondo me dovrebbe scrivere con gesso da sarta “hic manebimus oprtime” sul vetro smerigliato. Sa, il gesso da sarta ha una leggera consistenza cerosa. Naturalmente hic manebimus io e lei, dottore. L'Anelito non mi dispiaceva ma è un po' rumoroso. Cioè, non capisce che questo è un luogo che può contenere soltanto il suo nome, che è un nome davvero inadatto a un uomo orchesco come lui. Un uomo intestinale direi, con una cistifellea che sembra una spremitura di fegato d'oca. Insomma uno schifo che sporcherebbe un luogo sacro come questo (e sia chiaro: io in terra non ci pulisco, dottore!). Peccato perché davvero il nome era molto bello. Anelito mi sa di alito mentoso o eucaliptico. Ma forse è una cosa mia: l'anelare volante di un' anima amatiana. Ho anche pensato: e se quel ciacchero escrementizio avesse una coratella di libellula? Ronzare ronza. Ma è un ronzio di tafano. È inutile fantasticarci e renderlo flebile con l'autoinganno e lo svilimento critico. Io sarei per chiuderlo fuori senza tante storie, il bestione. Ma lui ce l'ha la chiave dell'ambulatorio? Io ci scommetto, dottore, che lei le lascia in giro le sue chiavi. E cosa crede che facciano quei maledetti trasciattucoli che fingono un sonno innocente nelle loro cullette? Ci spiano, dottore! Aspettano una mossa falsa per denunciarci alle Autorità e far mettere i sigilli a questo ambulatorio. L'invidia, dottore, è come la cocaina: se l'annusi una volta dopo la devi annusare per sempre. Sono degli orribili annusatori quei trasciattotti paciocconi che si dondolano nelle loro cullotte. È un dondolare ipnotico, dottore. Vogliono obnubilarci le antenne prensili per non essere captati. Così una volta obnubilati noi siamo come due carciofi lessi, e senza più nemmeno una spina. Insomma noi non nuociamo! Il che è pazzesco perché lei lo dovrebbe ammettere, dottore, che questo ambulatorio ha passaggi segreti dappertutto, e dappertutto lei, nottetempo, porta fiaschi di nitroglicerina come fosse un vinaio. Io la capisco sa? C'è qualcosa di immateriale negli esplosivi liquidi. Qualcosa di marino e, mi permetta una considerazione ostetrica, di amniotico-placentare. E perché no, di endocranico. Sì all'Anelito bisognerebbe spaccargli la testa con quelle grandi macchine che servono a mettere i tappi di sughero alle bottiglie di rosatino. Ma no, mi sono lasciato prendere la mano dalla mattanza. No, l'Anelito andrebbe soffocato con un cuscino mentre gli si sussurra nell'orecchio: sei morto? E lui zitto perché è furbissimo... Ma dottore che fa? Dorme? Mi lascia solo in questo luogo di spiritati?

    rob. amato

     

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