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Ugo Cornia: economia negativa
Lun, 06/02/2008 - 14:05
L'altro giorno ho letto un libro la cui uscita ha suscitato notevoli polemiche tra gli accademici degli Stati Uniti: The First Treatise on Negative Economy (Primo trattato di economia negativa) di Jonathan Cuperian, giovane e promettente economista angloarmeno. La tesi principale di questa opera definita da molti come assolutamente sconcertante e difficile da afferrare secondo gli attuali parametri, è questa: "l'economia negativa è una scienza che si interessa esclusivamente di non-transazioni: il suo campo infinito di indagine è quello generato momento per momento dalla totalità delle differenti non-transazioni che ogni pomeriggio avvengono sulla faccia della terra".
Secondo Cuperian tutto il sapere economico, essendo figlio di una ben determinata episteme "che si rivela oggi un autentico colabrodo", produce una "pericolosa cecità dell'economista" e più in generale dell'operatore nel campo economico, cecità gravida di conseguenze negative per il pianeta". L'autore sostiene che i danni prodotti da questa tipica "cecità dell'economista" sono visibili ormai su scala mondiale da alcuni decenni, e accusa la comunità scientifica "di essersi gettata a capofitto, per motivi sia di comodo che di stanchezza teoretica, in uno sconcertante cono di buio".
Un esempio illuminante, che può aiutarci a comprendere più in profondità lo stile e il pensiero di Cuperian, compare nella prima parte dell'opera, Guardare in faccia l'invisibile, a pagina 22:
"E' necessario a mio parere prendere atto della grande differenza che intercorre tra il mancato acquisto di una confezione di normali chewing-gum, dovuto alla consueta volatilità del desiderio immediato, e il mancato acquisto di una costosa fuoriserie.
"Già da qualche anno mi sono reso conto che la cosiddetta raffinatissima strumentazione teorica dell'economia positiva, prigioniera della sua ontologia fattuale, ponendo ogni non-transazione come uno zero, rendo ogni non-transazione esattamente uguale a qualsiasi altra non-transazione. Quindi ogni non-transazione diviene esattamente sostituibile con un'altra non-transazione, che è come dire che di notte tutto è buio, ma grazie a Dio si può dire che qualcuno ha inventato la lampadina, e che prima della lampadina la natura aveva reso possibile l'esistenza del fuoco. La scienza della non-transazione è la nostra lampadina".
Nella seconda parte dell'opera, parte finale che porta il suggestivo titolo Problemi e fughe da questo mondo. Siamo tutti stanchi, Cuperian sostiene che è fondamentale studiare empiricamente la non-transazione nella relazione che va istituendo con una nuova forma di soggettività e quindi di felicità, che per motivi di comodo, nella mancanza di una nuova terminologia, viene chiamata la soggettività "dell'uomo non comprante, o uomo scarsamente comprante ma ugualmente felice".
Bellissimi alcuni schizzi che compaiono nelle pagine finali, dove l'autore rivolge il suo sguardo agli uomini che non lavorano e passano il tempo passeggiando nei centri urbani, intenti a guardare le vetrine senza mettere piede nei negozi, apparentemente appagati delle loro vite. Leggetelo.
Jonathan Cuperian, The First Treatise on Negative Economy, Bloodbleeders Press, Tipperary 1997.
(Tratto da: Ugo Cornia, Sulle tristezze e i ragionamenti, Quodlibet Compagnia Extra, 2008, pp. 99-101)
mamma mia, mi e'piaciuto molto, mi ha fatto ridere e piangere, mi sembrava un po' la mia vita e .....
e poi...continua continua...
...e poi ho letto roma, bello, ho appena finito le pratiche del disgusto che mi ha un po' scombussolato, voglio anche gli altri due.
Ma chi sei? chi essere tu? chi avere parlato? potrebbesi avere una firmina, anche finta, per non fare troppa confusione nei commenti? grazie assai.
director tra
sono io, mi piacciono troppo i libri di ugo cornia,gli ultimi due che voglio li devo ordinare domani, qui a sondrio non e' che c'e' una grande scelta ciao miriam
Miriam da Sondrio! Ormai siamo intercontinentali. Il sor Ugo è molto bravo in effetti, ha la stima nostra tutta.
Il Direttorio