Franco Loi all’Accalappiacani

di Trasciatti il 17 aprile 2010 · 0 commenti

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Sabato 17 aprile,
a Reggio Emilia,
alla Biblioteca delle arti,
in piazza della vittoria, 5
dalle ore 18 e 30 alle ore 19 e 30 circa,
nell’ambito della rassegna
Come se i libri eran motori
(e chi li leggeva era un meccanico)
si parla di
Da bambino il cielo
(autobiografia)
di Franco Loi
(a cura di Mauro Raimondi)
con Franco Loi e
la redazione dell’Accalappiacani

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Baghette e Piumini

di Trasciatti il 23 febbraio 2010 · 0 commenti

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L’edizione 2009 del premio di poesia Baghetta è stata vinta da Roberto Piumini, con “Il piegatore di lenzuoli” edito da Aragno. Gli altri finalisti erano:

Roberta Dapunt, “La terra più del paradiso”, Einaudi;
Nelo Risi, “Né il giorno né l’ora”, Mondadori;
Francesco Tomada, “A ogni cosa il suo nome”, Le voci della luna.

(Il disegno della locandina è di Alessandra Locatelli)

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Gianvittorio Randaccio: La sindrome di Pignagnoli

di Trasciatti il 23 febbraio 2010 · 0 commenti

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Sindrome di Pignagnoli. Rara forma patologica riscontrata in alcune zone della Lomellina e dell’Oltrepò. Chi ne viene colpito si assopisce improvvisamente per un lasso di tempo che può variare da qualche secondo a qualche ora. Al risveglio il soggetto in questione ha la tendenza a discolparsi per ogni tipo di cattiva azione che pensa di aver compiuto; per il disagio che, nella sua mente parzialmente deviata, ha portato nella società in cui vive e che può materializzarsi in un furto di caramelle come anche in un omicidio plurimo. La bizzarria propria di questo tipo di sindrome è che il fatto in questione spesso non è mai accaduto. Portiamo l’esempio di Manlio Pignagnoli, il paziente che per primo ha avuto i sintomi della sindrome e a cui ha gentilmente donato il proprio nome: nel marzo del 1999, al risveglio dopo tre ore di intenso sonno, tentò di discolparsi per settimane dall’inesistente accusa di aver ucciso il sindaco di Gambolò, in realtà vivo e vegeto. Ci volle del tempo per portarlo alla guarigione, e anche molta pazienza: le sue continue scuse cominciavano a essere veramente stressanti.
Probabilmente l’origine del disturbo deve essere individuata nel periodo dell’assopimento, nel quale è possibile nascano e si sviluppino sogni malvagi e inquinati che poi, al momento del risveglio, si fissano nella mente del malato, sostanziandosi all’improvviso e apparendo in tutto e per tutto come veri e reali. La sindrome è momentanea, così come la sua guarigione. Uno pensa di essere guarito e invece ci ricasca quando meno se l’aspetta. Ma vale anche il contrario: quando ormai sembra che non ci sia via di speranza, ecco che il malato si libera del senso di colpa, smettendola di seccare le persone che gli stanno accanto. In genere, però, la conclusione del periodo di malattia (che può anche essere brevissimo, anche solo qualche minuto) è sempre positiva e commovente: le scuse del malato sono talmente convincenti e sentite che, nella maggior parte dei casi, chi gli è accanto finisce per perdonarlo, fra abbracci e affettuose pacche sulle spalle in segno di contentezza. Fino a quando non ricomincia l’assopimento, ovviamente.

(In alto: disegno di Jessica Lagatta)

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Nullo Amato

di Trasciatti il 23 febbraio 2010 · 0 commenti

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Roberto Amato, Il Disegnatore di alberi, Elliot 2009.

Si potrebbero dire molte cose su Roberto Amato. O anche niente. Anzi, forse sarebbe meglio non dire niente, mi sembrerebbe più adeguato alla sua condizione di poeta in fase di sparizione. Sì, perché è un dato di fatto che Amato, come poeta ma anche come uomo, si sta estinguendo. Il suo ultimo libro, Il disegnatore di alberi consta di sole 93 pagine, mentre il precedente,L’agenzia di viaggi era di 163 pagine e il primo, Le cucine celesti, di ben 172! Di queste 93 pagine, 20 – dico 20 – sono completamente bianche, quindi Amato ha dato alle stampe appena 73 pagine di poesia, che è il suo record negativo. Leggi tutto…

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Appello in difesa della Costituzione Italiana

di Trasciatti il 23 febbraio 2010 · 0 commenti

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Insegnanti, ricercatori e studiosi in difesa del valore della Costituzione Italiana: firma la bozza d’appello

giovedì, dicembre 24, 2009

Di Roberta De Monticelli

Un pericolo grande minaccia in questo momento la nostra comunità nazionale. Se ci arrischiamo a denunciarlo pubblicamente, in un modo e con mezzi che non sono quelli del nostro mestiere – e cioè l’insegnamento e la ricerca – è perché non ci pare che ce ne sia ancora sufficiente consapevolezza. Scorgiamo segni di questo pericolo in alcune dichiarazioni pubbliche di esponenti politici, in particolare quelle che urtano manifestamente contro alcuni articoli della nostra Costituzione: il pericolo è la distruzione degli elementari presupposti etici o pre-politici di uno Stato di diritto.

Senza alcuni elementari presupposti, il principio di maggioranza non basta a tutelare il cittadino da ogni sorta di abusi e arbitri di chi detiene il potere, come dimostra la tragica esperienza dei totalitarismi del secolo scorso, e dei regimi populistici e autoritari che si prolungano in questo secolo. Chiunque dovrebbe riconoscere questo fatto, a prescindere dalle sue posizioni o simpatie politiche.

Se chiamiamo “etici” questi presupposti, è perché essi, giunti a chiara formulazione come principi dopo l’esperienza tragica del secolo scorso, sono principi universali che vincolano al rispetto dell’eguale dignità e degli eguali diritti di ogni persona. In quanto recepiti nella Costituzione, questi principi vincolano ogni futura legislazione al rispetto di questo criterio, e quindi tutelano ciascuno di noi nei confronti di ogni abuso o arbitrio che possa esserci inflitto da chiunque eserciti il potere.

Secondo la nostra Costituzione (Art. 2) “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Ma il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo (recepito in effetti anche nei suoi due punti fondamentali all’Art. 3 della nostra Costituzione), recita che “Tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti”.

Dietro questa formulazione leggiamo i due principi che definiscono in campo morale e civile la modernità, da Kant paragonata all’età della ragione, all’età adulta degli uomini, alla loro maturità morale. I due principi sono (1) il principio di autonomia della persona, che non è per natura o nascita soggetta alla volontà di nessuna altra persona; ogni persona – in quanto soggetto di convinzioni, valori, scelte e azioni – è riconosciuta godere di dignità non inferiore a quella di nessun’altra; (2) il principio di eguaglianza di fronte alla legge di tutte le persone, che questa loro autonomia possono esercitare soltanto nei limiti stabiliti dai codici civile e penale.

I principi di autonomia e di eguaglianza sono in effetti impegni obbliganti per ogni futuro legislatore in materia, rispettivamente, di libertà civili e di giustizia. Proprio per introdurre limitazioni oggi incostituzionali nella sfera delle libertà civili (in materia di fine vita, di espressione, di stampa, di opinione e coscienza) e nella sfera della giustizia (impunità di chi ricopre incarichi istituzionali anche relativamente a reati commessi non nell’esercizio di tali incarichi) si suggeriscono revisioni della Costituzione che potranno vanificare precisamente i fondamenti pre-politici del nostro Stato, posti a garanzia del suo essere e restare uno Stato di diritto.

Tacere di fronte alla minaccia che grava sopra questi fondamenti è in qualche modo rendersene complici. Qualcuno ha parlato del “grande silenzio” degli intellettuali di questa generazione come momento essenziale di un declino morale e civile del nostro Paese. Il silenzio, il conformismo, l’indifferenza sono l’altra faccia della sopraffazione dell’argomentazione razionale attraverso la violenza dei toni e delle parole, invalsa in molti talk show, o del soffocamento del dibattito pubblico nell’incongruo linguaggio dell’odio e dell’amore. Ma se viene da chi ha un ruolo nella formazione dei giovani attraverso la scuola e l’università, e più in generale dell’opinione pubblica attraverso la scienza, l’arte e la cultura, indifferenza e silenzio sono segni di irresponsabilità anche di fronte alle generazioni future: contribuiscono a restringere sempre più il margine di libertà e le speranze di giustizia di chi seguirà.

Invitiamo dunque tutti coloro che sentono la loro parte di responsabilità nella costruzione del comune avvenire a rafforzare con la loro adesione, e soprattutto con la loro libera voce, questa denuncia del grave pericolo che siano distrutte le basi di una società civile degna del nome. E con esse le speranze dei nostri padri e l’avvenire dei nostri figli.

L’appello è una bozza in fieri alla quale nelle prossime settimane s’intende dare massima diffusione. Ogni commento in calce da parte di chi intenda sottoscriverlo, volto a migliorarla o integrarla, è benvenuto. Grazie.

Firma l’appello

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Guido delle Colonne: Ancor che l’aigua

di Trasciatti il 23 gennaio 2010 · 0 commenti

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Piombi e rami: quarto appuntamento

di Trasciatti il 23 gennaio 2010 · 0 commenti

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Edizioni Due Lire alla Libreria Baroni

Un piccolo editore d’arte toscano che è anche artista partecipa al quarto e ultimo incontro di piombi e rami 2009, sabato 28 marzo, alle 18. Come sempre alla Libreria Baroni, in via San Paolino. Le Edizioni Due Lire nascono dagli incontri di Simonetta Melani, grande incisore di Santa Croce sull’Arno, con i poeti, incontri trasformatisi in amicizia, in sodalizio artistico.

Del catalogo Due Lire il più sono le collane, ovvero come i due cantori, incisore e poeta, prendano posto per narrare. Simonetta Melani, ne ha pensate per il momento quattro.
Ecco, allora, I Notturni, neri di seppia, sotto il doppio imperio della malinconia e della passione, Le Brezze, bianche di vento e di spuma, mezzo di trasporto per aforismi, Le Gemme, l’oro d’ogni campagna, in cui spendere l’eterna elegia del paesaggio, Le Panzé, viole del pensiero seminate nelle pagine della memoria. Quattro collane per trascrivere un portolano d’amicizie, un mediterraneo di voci. La serata in libreria sarà accompagnata da letture poetiche.

Edizioni Due Lire di Simonetta Melani
piazza Garibaldi, 3 – 56029 Santa Croce sull’Arno (Pisa)
tel. 0571. 31105; 328. 9318355
simonettamelani@tiscali.it
presenta
per la collana I Notturni:
A Chopin, testo di Maria Grazia Calandrone, acquaforte di Simonetta Melani
Ai poveri trovieri di Parigi, testo di Pasquale Di Palmo, acquaforte di S. M.

per la collana Le Gemme:
In nomine, testo di Anna Maria Farabbi, acquaforte di S. M.
Passo passo per stagioni, testo di Giacomo Corradi, acquaforte di S. M.

per la collana Le Brezze:
Baci da Scerì, testo di Domenico Vuoto, disegni originali di S. M.
Chicchi a chi?, testo di Alberto Casiraghy, disegni originali di S. M.

per la collana Le Panzé:
Nero Obliquo, testo e acquaforte di Simonetta Melani

(nella foto: Simonetta vista da Bobò)

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Fabrizio Antognelli: Bambini e Carbonio

di Trasciatti il 23 gennaio 2010 · 0 commenti

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Bambini e Carbonio

un “pizzino” di Ciccio Antognelli

“Un mondo che è capace di mettere sullo stesso piano un bambino e il carbonio è un mondo che ha perso la sua fede nell’umanità”,  Fran Furedi, sociologo.

Durante il periodo natalizio, ho avuto il piacere di conoscere un australiano che lavora da molti anni in progetti legati alla demografia nei paesi poveri (io non li chiamo da tempo con nomi assurdi come Paesi in via di sviluppo o emergenti). Questa persona mi ha raccontato che c’e’, e forse c’e’ sempre stata nell’aria, la voglia da parte dei paesi ricchi, di condizionare gli aiuti a questi paesi ad un controllo demografico sulle nascite.
La cosa mi ha incuriosito o ho fatto qualche ricerca. Se il Trasciatti mi passa questa mia, magari viene anche a voi la curiosità di capire come pochi vogliono che il mondo giri.

Ci sono sempre più persone, in questo mondo, anzi, nel mondo che più conta, che stanno rispolverando (o forse non hanno mai abbandonato) teorie malthusiane sul controllo demografico della popolazione mondiale:

“Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti…pertanto…dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare. Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in inganno, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari”

( dal “Saggio sui principi della popolazione”di Thomas Maltus).

Cito dichiarazioni di alcune personcine di buon cuore:
“Il diritto di dar la nascita non è un diritto assoluto”, parola d’ordine diAurelio Peccei, presidente del Council of the Club of Roma, un gruppo di chiaro stampo malthusiano, in cui l’odio contro l’uomo non trova più limiti: l’uomo infatti nei loro scritti diventa “un cancro”, “un essere perverso”;
“Nel caso io rinasca, mi piacerebbe essere un virus letale, così da contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione”, principe Filippo (Mountbatten) Duca di Edimburgo massone d’alto rango e presidente internazionale del WWF;
“5 dollari investiti nel controllo della popolazione, valgono quanto 100 dollari investiti nello sviluppo economico” Dichiarazione nel 1965 del presidente USA, Lyndon Johnson fatta a San Francisco durante il 20° anniversario delle Nazioni Unite:
Il 24 aprile 1974 Henry Kissinger firmò il “National Security Study Memorandum 200” e lo inviò al presidente Gerald Ford. Questo Memorandum  è  “uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale sugli interessi strategici americani” mettendo ben in evidenza quali sono “le implicazioni politiche ed economiche internazionali”. Kissinger & C. (creatura dei Rockefeller) raccomanda caldamente il trasferimento della tecnologia contraccettiva, la sterilizzazione, l’aborto, il condizionamento della popolazione e dei leaders politici.
Per arrivare al noto democratico ecologista del Tennessee, Al Gore, insignito del Nobel dell’ipocrisa, sorry, della difesa ambientale: “la prima causa di tutto questo surriscaldamento globale è da imputarsi all’aumento delle popolazioni e alla pressione esercitata dalle nazioni più povere!”…e conclude dicendo che “le risorse naturali sono limitate”.
Questo implica una sola cosa: se una nazione vuole mantenere il proprio standard di benessere, come per esempio gli Stati Uniti, dovrà far di tutto per impedire che queste risorse (appunto limitate) vengano distribuite equamente.
Ecco le guerre, le carestie e i genocidi.
Thomas Malthus è l’ideologo del controllo demografico, e le sue teorie demografiche saranno riprese e studiate da Charles Darwin, applicate sulla popolazione da Adolf Hitler, e, in questo caso, propagandate dal nostro “sempre-verde” Al Gore.

Io credo sia normale chiedersi quanto spazio debba esserci per tutti in un territorio limitato. E’ anche ovvio tentare di capire cosa fare per regolare la densità di popolazione. Qualsiasi individuo, quando ad esempio acquista una casa, la sceglie in funzione del numero dei membri che la abiteranno e dello spazio. Per la terra vale esattamente la stessa cosa.
Cosi come, se in un tavolo ci sono tre panini e non uno di più, al massimo si sfamano tre persone. Se le persone sono sei, ognuno ne mangia metà. Se sono 12 ognuno ne mangia un quarto. Così tutti hanno fame. Allora accade, come è avvenuto fino ad oggi, che in due abbiano mangiato più del necessario e in quattro non abbiano mangiato nulla. Questo è il capitalismo e l’economia è sempre stata così, prima con la schiavitù e poi con la classe operaia sfruttata.

L’inganno non è tanto nell’attuare forme di controllo di massa, quanto nell’affermare che gli uomini sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti in quanto uomini. Poiché così non è, e nella storia dell’umanità non è mai stato. In fondo i sistemi economici non sono altro che la trasposizione della legge della giungla in chiave sofisticata. Il capobranco s’impone sul branco. La classe agiata o ricca s’impone sui piccolo borghesi e proletari. Le nazioni ricche s’impongono su quelle povere. Al posto dei ruggiti, degli scontri e delle clave abbiamo sostituito il potere economico dei soldi e delle armi.
I ricchi consumatori possano compensare il loro stile di vita mondano finanziando i programmi di contraccezione nei Paesi più poveri.
Alcuni calcoli mostrano che le 10 tonnellate metriche di anidride carbonica emesse da un volo da Londra a Sydney potrebbero essere compensate da un bambino in meno nato in Paesi come il Kenya.
Il neocolonialismo continua a sopravvivere negli atteggiamenti di alcuni ambientalisti (i già citati Al Gore & C), che non vedono alcun problema nell’esortare le Nazioni in via di sviluppo a ridurre la loro popolazione per consentire ai Paesi ricchi di continuare a emettere gas serra.
I sostenitori del Nuovo Ordine Mondiale, i fautori, i pensatori di questa teoria (che in molti denunciano, ma ufficialmente non esiste – il che non è garanzia dell’effettiva inesistenza) pensano a controllare, gestire, smistare, governare.
Ma siamo realmente sicuri che non si possa uscire dai soliti schemi e che non si possano trovare altre forme di organizzazione che vadano al di là delle nostre capacità di vivere la società e l’economia?
Il controllo demografico annuncia una situazione allarmante e, con i soliti rimedi, la soluzione sarebbe un bel conflitto mondiale. Con quattro miliardi di persone staremo tutti meglio, forse anche con cinque. Ma chi glielo dice agli altri che devono morire?

Chi volesse informarsi di più:http://www.disinformazione.it/algore_controllo_demografico.htm

(Nella foto, da sinistra a destra: Ciccio e Policarpo; da destra a sinistra: Policarpo e Ciccio)

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