Sono una maniaca. Da una vita segno su un’agenda ogni cosa che faccio. Di anno in anno. No, nessun pensiero. Banalmente azioni. Ore 8: spesa al supermercato. Ore 10: ritirate ricette dal medico. Ore 12: aperitivo con Ida. Posso andare avanti così annotando anche la cosa più insignificante. Che poi insignificante non è se serve a farti rivivere la tua vita. Faccio poi i riassunti mensili. A trovare genitori tot volte, dalla figlia tot, dai nipoti tot, dai malati dell’ospedale tot.
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«Cazzo! Ma perché non si levano dalle balle? ‘ste troie al volante»! Diede l’ennesimo colpo di clacson. Poi si accorse che non era colpa dell’auto guidata da una donna, ma che era un incidente a bloccare il normale scorrimento del traffico. Doveva arrendersi e restare in coda per chissà quanto tempo. «Porcoddio»! Non c’era niente da fare. Non gli restava che aspettare. Si accese l’ennesima sigaretta. Leggi tutto…
Il costruttore di piste
Aveva solo dodici anni ed era già il più abile costruttore di piste di tutto il bagno Tirreno. Era una grande emozione quando si metteva all’opera, perché, a suo modo, di vera e propria opera si trattava. Tutti i ragazzini della spiaggia seguivano estasiati. Pochi erano ammessi a collaborare. Le bambine impazzivano per lui.
Iniziava sempre col cercare qualche bambino che si lasciasse trascinare per segnare il percorso sulla spiaggia. Leggi tutto…
Sei troppo insistente. Sì, d’accordo, la tua intervista. Capisco. Ma trovo le biografie noiose. Anche quelle ‘ridotte’ per i giornali.
E poi, scusa, a chi può interessare la mia vita?
Dici che quando una scrive un libro, soprattutto se non è una ragazzina, suscita curiosità? Nel mondo intellettuale? Chiariamo subito, allora, che non sono un’intellettuale.
La laurea? Che c’entra? Non è mica il Nobel!
Amo la letteratura, ma non sono un’intellettuale. “Le intellettuali sono come le scarpe strette: non vedi l’ora di levartele dai piedi”. Leggi tutto…
Quando salì sull’ascensore al 7 di rue de Grenelle si trovò in uno strano corpo a corpo con un prestante signore.
«Secondo piano» seppe solo dire Marzia.
«È la nuova inquilina?».
«No… no» rispose con un certo imbarazzo.
L’uomo premette il pulsante. Marzia si chiese se poteva immaginare da chi stesse andando.
L’ascensore si fermò e l’uomo le aprì, galante, il cancelletto scorrevole. Poi la porta.
«Arrivederla, signora». E le sorrise.
Marzia suonò alla porta di Antoine.
Il ragazzo le aprì. Richiuse prontamente e l’abbracciò con la passione e la forza di un giovane.
Rimase con lui per almeno due ore. Leggi tutto…
Lucca ha, tra le tante caratteristiche, quella di essere una città di approdi. Qui, infatti, approdano figure estranee alla realtà lucchese e, nello stesso tempo, capaci di diventarne parti integranti, di essere, proprio loro – così diverse dagli abitanti della tranquilla e conformista città murata – talmente importanti da caratterizzarne la fisionomia, diventando figure più cittadine di quelle realmente cittadine.
Occhi azzurri – quasi cerulei – e chiome grigie, un’educazione comme il faut e un eloquio raffinato ed elegante, oltre a una cultura non comune e fuori da qualunque gabbia scolastica, accomunano una bella novantenne e uno splendido quarantacinquenne. E vite, per entrambi, avventurose.
Vita alla grande, per la signora, che, dopo un’infanzia dorata a Milano, sposa un nipote di Volpi di Misurata trasferendosi a Roma.
Vita alla grande, tra balli e mondanità. Poi l’incontro fatale con la cultura e la politica, che si incarnano per lei nel giornalista Antonio Calvi, direttore per tre anni de “La voce repubblicana”. Da qui nuove nozze e nuove figlie. E, tutt’intorno, il clima inebriante de “Il mondo” di Pannunzio.
Da qui non più balli e mondanità, ma, invece, ore piccole spese in discussioni e dibattiti. Una nuova vita, dunque, per la nostra novantenne. Leggi ancora…