Radiopensieri e L’Orco nel catalogo Danae

di Trasciatti il 28 dicembre 2010 · 0 commenti

Radiopensieri di Andrea Bocconi e La via dell’orco di Alessandro Trasciatti sono stati inseriti nel catalogo dell’associazione Danae che conta una trentina di librerie sparse in tutta Italia. Guarda la mappa.

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Cinque puntate radiofoniche, cinque argomenti su cui riflettere, cinque “radiopensieri”. Con questi monologhi-racconti, lo psicoterapeuta Andrea Bocconi getta una rete invisibile ma coinvolgente sugli ascoltatori, trascinandoli all’interno dei suoi ricordi, esperienze memorabili, incontri con grandi personaggi del mondo artistico, tra cui l’amico Tiziano Terzani.
E la sua attenzione si focalizza su cinque verbi che al meglio descrivono le attitudini o i bisogni dell’uomo contemporaneo. Ricordare, rallentare, combattere, creare, cercare; forse proprio in questo si può riassumere il senso di una vita intera, il metro di misura per valutarne l’intensità.
Esercitarsi a ricordare i nostri Maestri, per non trovarci impreparati quando saremo noi a fare da modello; saper rallentare il ritmo del nostro passo, per non perdere di vista la bellezza del cammino pensando solo alla meta; combattere per costruire la propria identità, non per distruggerne altre; coltivare il dubbio e l’imprevisto, lo straordinario che mette in moto la creatività; infine cercare: mettersi in viaggio, col corpo o col pensiero, per trovare quel luogo in cui sentirsi in pace. Che sia fuori o dentro di noi.
Gli spunti per condurre il gioco della riflessione nascono da aneddoti vissuti o ascoltati, frasi celebri o modi di dire dell’antichità, rituali e costumi di popoli conosciuti in lunghi viaggi, soprattutto attraverso l’India. L’Autore mette a disposizione degli ascoltatori il suo denso e affascinante bagaglio culturale, in un flusso di coscienza che volentieri si lascia trasportare dal vento della memoria, per cui l’ascolto (e la lettura) assumono la fisionomia di una chiacchierata con un compagno di viaggio, più grande ed esperto, che ci fornisce le coordinate sottoforma di racconto.

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L’orco di questo libro non è quello classico delle fiabe, brutale divoratore di uomini, ma piuttosto “un orco da giostra”. La vera parte “orchesca” di quest’orco è la pancia, indiscreta e sfacciata, gorgogliante ed esigente, mentre l’orco è soltanto un insoddisfatto impiegato sulla quarantina che, nel mezzo della vita, ha dantescamente perduto la strada e vuole tentare di ritrovarla – e ritrovarsi – ricercando le proprie radici, familiari e culturali e una donna innamorata, quella che “banalmente e tenacemente” ha sempre sognato. Il protagonista parte dunque per un viaggio armato di una valigia stratificata, adatta al suo pantagruelismo intellettuale e anche nutrizionale, che contiene libri disparati, dalla Descriptio universi coelestis di Opicino de Canistris a Il diavolo innamorato di Cazotte, dalla Gerusalemme liberata di Tasso a una guida di Firenze di Treves del 1908 che, caso strano, servirà soprattutto a orientarsi a Lucca; e poi ci sono ancora lettere personali, e due altri livelli segreti di cui è meglio tacere, e ancora tanto cibo, salami, mortadelle, pecorini, tartufi, zamponi, lenticchie, teorie di salsicce… ma la valigia può anche trasformarsi in comodo giaciglio, in sarcofago, in culla.
Così provvisto, il Nostro può mettersi in viaggio, e scoprire se davvero egli discenda, in qualche modo, da Adolfo Federico di Svezia, che morì per essersi ingozzato con quattordici portate di semla, tradizionale pane dolce farcito di marzapane e panna.
«Per anni ho meditato un romanzo che percorresse la storia d’Occidente per vie traverse e la rivoltasse come una giacca per mostrarne le pieghe riposte, le cuciture invisibili su cui si regge tutto l’indumento», scrive l’Autore. Così è venuta fuori questa storia, raccontata tra sogno e immaginazione, con una vena di umorismo surreale che la percorre tutta, rendendola godibile, ironica, intelligente

Il romanzo è arricchito da disegni dell’autore e di Timofey Kostin (San Pietroburgo 1965), esponente unico del Concettualismo Ridotto.

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