Per Lapo (Giuliano Parenti)

di Trasciatti il 12 febbraio 2011 · 4 commenti

Tre mesi fa (il 13 novembre 2010) se n’è andato Giuliano Parenti, amico, scrittore, autore per il teatro e per la radio, insegnante, animatore… Tra le sue varie pubblicazioni ricordiamo con piacere il romanzo Per amore o per finta, che abbiamo letto e recensito qualche tempo fa. Dal suo cilindro ogni anno tirava fuori dei librettini, pubblicati nelle sue edizioni domestiche del Trito&Ritrito. Libretti fatti con materiali poveri, ma a cui non mancava nulla: coperta, sovraccoperta, illustrazioni, cucitura a mano; e poi eserghi, prefazioni, post-fazioni, colophon… Già, il colophon recitava sempre così: “I libri della Trito&Ritrito non sono in vendita da nessuna parte. Vengono regalati per simpatia verso chi li riceve e per antipatia verso il mercato con dispetto parlando”. Si firmava col nome Lapo. L’ultimo libretto del Trito&Ritrito è dedicato appunto a Lapo e lo hanno confezionato la moglie Liliana e la figlia Martina. Ha un titolo che è un aforisma: Non ti abbattere. Nessun albero lo farebbe mai da solo. Qui sotto riportiamo la loro prefazione e alcune poesie di Lapo che ci sembrano particolarmente belle e ironiche, pensose e lievi, come era lui.

“Come gli amici vecchi e nuovi sanno, è ormai tradizione dal 1993 che, in prossimità delle feste, Lapo invii per auguri un librino, tirato in un limitato numero di copie dalla ignobile Casa Editrice del Trito&Ritrito.
Non si tratta – ci tiene sempre a precisare – di un manufatto prezioso, ma artigianale, perché – va ricordato – l’organigramma dell’Editrice raggruppa le funzioni di direttore editoriale, redattori, correttori di bozze, impaginatori e grafici, stampatori, rilegatori e distributori in un’unica persona.
Quest’anno l’Editore (autore, redattore, correttore di bozze, grafico, ecc. ecc.) ha avuto un contrattempo, di cui si scusa con il manipolo di affezionati lettori: il 13 novembre, alle ore 8,55 (circa) ha dovuto assentarsi, non si sa per quanto tempo ma, se lo conosciamo bene, sarà per poco.
Anzi, pare sia già tornato.
È sicuramente molto seccato per questo inconveniente, di suo non se ne sarebbe certo andato, aveva ancora un sacco di progetti in cantiere, tra cui il prossimo librino di Natale.
Allora abbiamo pensato di proporci all’Editrice del Trito&Ritrito per uno stage breve, il tempo di provare a fare noi (quasi del tutto inabili, come manualità) un’edizione straordinaria del librino 2010, così che gli amici possano avviarsi tranquilli verso il nuovo anno.
Abbiamo raccolto le poesie che sono state lette per il suo congedo (una volta tanto non era lui a leggere), qui a casa, con le tantissime persone venute a salutarlo e a brindare in suo onore.
Sono state aggiunte anche alcune sue poesie, ultimamente aveva cominciato a raccoglierle, magari avrebbe fatto un librino per sé, dopo i tanti per gli amici.
Il manufatto forse non è all’altezza degli altri, ma tant’è, in uno stage non è che s’impari granché, senza tutor, poi!”

Liliana e Martina Parenti


Mi sogno di mia figlia

Davanti alle sardine senza testa
accomodate nella scatoletta
d’untuosi conforti provvedute
troppo  oscura mi appare quella stretta
di latta.

Al momento mi dico
meglio solo nel vento
che magari mia figlia
d’ogni sussurro attenta
dirà una sera:
“Lo senti mamma?
Questo è papà che al volo
fa stormire le foglie del nocciolo”.

Trentanove pipe

Ho trentanove pipe
forme fuggenti di rotonda donna
altre diritte
come pronte da rampa per la luna
ce n’è una il fornello istoriato
di natura, una liscia,
altra rugosa di radica scura
lucidata da  callide carezze,
quattro hanno anelli
riflessivi a specchio
di poco brustolite e una nera
mortificata dalla raganella.
Ho trentanove pipe
ma sempre quella fumo.


Dare o ricevere un addio

Dare o ricevere un addio
è come entrare in uno spazio strano
senza sapori né soli
con nulla in mano
un po’ feriti
e un poco feritori.

Dare e ricevere un addio
è come entrare in uno spazio strano
d’un astratto inquietante
come chiudere un gabbiano
in una scatola volante.

Dare o ricevere un addio
è come entrare in un sentimento strano
d’un astratto inquietante
come chiudere e buttare la chiave
della scatola dei sogni.

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ambra mori novembre 30, 2011 alle 02:41

sono sempre a caccia di libri per il mio “bimbopersempre” alexandro e, il 9 novembre, giorno del suo 24°compleanno, abbiamo incontrato FRRRR…… così. incanto, fascino. amore.
volevo saperne di più, la sua bibliografia… e ho scoperto che. dolore. strano. dolore.
forse, forse, forse Lui ha buttato la chiave della scatola dei sogni ma io e alexandro l’abbiamo trovata. grazie .
ambra e alexandro con palmiro, sig taddeus, cassiopea, papaghena, tatamatilda, tobi, settepunti, cuoricino, birilla, cirillo, pesciulini e l’extralacustre giorgi. baci

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Trasciatti novembre 30, 2011 alle 22:12

Sì, Lapo non c’è più. Qui possiamo comunque ricordarlo. Grazie del commento.
Alessandro

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STEFANIA febbraio 24, 2012 alle 00:17

Se non ricordo male dev’esser stato il mio insegnante di laboratorio teatrale quando ero alle medie (Mantova, anni 1982, ‘83, ‘84). Avevamo preparato “Il Rinoceronte” di Jonesco. Quanto tempo è passato…ed ora lo ritrovo qui, così…
E la cosa buffa è che il mio primogenito si chiama Lapo!!!! (nome piuttosto comune a Firenze dove ora abito). Bella esperienza quella del teatro con lui, me la ricordo ancora, avevamo fatto persino le maschere di cartapesta per lo spettacolo…..Un caro saluto alla famiglia.

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Trasciatti febbraio 24, 2012 alle 23:40

Saluti girati alla famiglia, grazie.

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