Gianvittorio Randaccio: Intercettazioni ferroviarie

di Trasciatti il 26 febbraio 2012 · 9 commenti

17 dicembre

La signora bionda dice che il tavolo è angolare, lei fa un po’ fatica a spiegarsi, è molto quadrato, dice, e di cristallo, una cosa, guarda, veramente incredibile, elegantissimo, però molto semplice. La collega è tutta presa, è quasi incredula, e chiede se per caso non ci sia almeno un catalogo da poter vedere, che la cosa la interessa proprio, però di cataloghi non ce ne sono, perché il marito della signora è andato in quel posto in moto e non è riuscito a portarselo via. Comunque glielo farà avere, può stare tranquilla.

26 dicembre

Ecco, dice un signore a un ragazzino seduto accanto a lui, mentre sfogliano un libro d’arte molto grosso, vedi, guarda un po’ questo dipinto, è pazzesco, non è come tutte le altre cose che sei abituato a vedere, è completamente diverso, perché sembra che ci sia un prima e un dopo, sembra che il pittore abbia fermato il momento che vedi, ma che siano successe delle cose prima e che ne succederanno altre dopo, e ti fa venire la curiosità di saperle, queste cose. Per esempio, guarda la faccia di questa signora in macchina, sembra che stia pensando ai fatti suoi e che all’improvviso si ritrovi davanti alla scena di queste persone che sono su un treno, ma devono essere salite di corsa, all’ultimo momento, addirittura sembra che abbiano fatto una rapina e che abbiano preso il treno al volo, perché sono tutti trafelati e hanno dei sacchi in mano. Chissà a cosa stava pensando la signora, e chissà dove andrà la macchina: proseguirà dritta? Andrà a destra? Si fermerà a un semaforo? Non ti viene la curiosità di saperlo? E guarda anche quel signore lì, che cammina, sembra un po’ ingobbito, pare avanti con gli anni e vedi che è un po’ stupefatto da quello che sta succedendo ma che più di tanto non riesce a esprimerlo, perché solo per alzare la testa ci mette cinque minuti. E chissà cos’è successo dopo, chiede il signore al ragazzino, anche se sembra una domanda un po’ retorica perché il ragazzino è interessato fino a un certo punto. Magari la macchina gira a destra ed esce dalla visuale; oppure affianca il treno ancora per un po’ e poi si ferma a un semaforo, mentre il treno va avanti. E chissà anche il vecchio cosa fa: forse semplicemente abbassa la testa e va avanti a camminare.

9 febbraio

La ragazza sembra che non abbia molta voglia di parlare, ma si ritrova davanti il suo collega e allora le tocca. Dice che quando ti ritrovi in un team non è così facile andare d’accordo con le persone, che oltre a stimarli dal punto di vista lavorativo, professionale, bisogna trovare anche la sintonia dal lato umano e non è sempre facile. Per esempio in un team di cui si è trovata a far parte qualche tempo fa, lei dice che proprio non riusciva a ritrovarsi con il modo di pensare delle persone che le stavano intorno e allora le cose sono andate male fin da subito. Il team non riusciva a fare gli step necessari, allora c’è stata una riorganizzazione voluta dall’alto e lei ha dovuto mollare, anche se alla fine era quasi contenta, visto che si sentiva molto in difficoltà. Il collega, invece, che sembra molto interessato a questa storia, si mette a parlare di software, dice che lui se ne intende di software, e dice che trova pazzesco che molti suoi amici, o anche molti suoi colleghi, non li conoscano quasi per niente. Uno ha fatto un corso di marketing, dice lui e chiede, retoricamente, e secondo te ha usato qualche software? No, certo che no. Oppure un altro ha fatto un corso di economia aziendale: qualche software lì? Ma neanche per sogno. E anche un altro, uno che ha fatto un corso di finanza, ha dovuto ammettere che pure lì nessuno gli ha insegnato a usare un software di nessun tipo. È pazzesco, pensa lui, come si fa a pensare di lavorare senza avere nessuna esperienza con i software? Poi a un certo punto gli viene in mente di chiedere alla ragazza se lei ha conosciuto la stagista nuova, quella di ventiquattro anni, con i capelli ricci biondi, quella che hanno messo nel team di Maria Rosa. Solo che lei non ha in mente chi sia questa qua, anzi, chiede anche chi sia Maria Rosa e il discorso muore lì. Allora il ragazzo dice che stasera va a bere qualcosa in Brera, ma è un po’ indeciso sul da farsi. L’appuntamento è alle ventidue e allora lui non sa se uscire presto dal lavoro, diciamo alle diciannove, arrivare a casa verso le venti e quindici, mangiare e farsi una doccia, oppure uscire verso le venti dall’ufficio, fermarsi a Cadorna a mangiare qualcosa e poi andare in Brera. È strano che sia indeciso, dice lui, ma forse lo è perché non ha organizzato lui l’uscita, come fa di solito. In genere lui va su google map e su milano tonight e sceglie il locale e vede anche com’è la situazione parcheggio e poi scrive ai suoi amici facendo delle proposte. Sta attento anche a quello che scrivono gli utenti su milano tonight, ai pareri che danno sui locali, ai consigli che scrivono, alle fregature che prendono. Si rende conto che è un po’ fissato, ma questa cosa lo rende più tranquillo. Ieri però aveva un sacco da lavorare, quindi non si è potuto occupare personalmente dell’organizzazione e ha dovuto lasciar fare ad altri. Un altro dei dubbi che ha è che stasera non sa bene a che ora deve uscire dall’ufficio perché non sa fino a che ora c’è Caterina.

23 febbraio

Le due colleghe parlano di un team leader appena arrivato dall’Inghilterra, e una dice che è proprio un bell’uomo, elegante e posato, che ha delle maniere gentili e raffinate e che è molto affascinante, anche se è un po’ basso. Anche la collega dice che è rimasta colpita da questo team leader che, più che basso, è meglio dire che non è molto alto, ma che compensa questa mancanza impercettibile con tutto il resto. E, insomma, era ora che arrivasse qualcuno come si deve: in genere arrivano delle mezze cartucce che fanno ridere solo a guardarli.

22 marzo

Il signore al telefono dice che è in treno e che sente un po’ male e poi chiede al suo interlocutore se può parlare o deve richiamare dopo. Niente, voleva dirgli che Roberto ha visto la copertina e dice che va bene, bisogna solo fare qualche piccola modifica. Il box più grande va bene, però cambierebbe il font e il colore sullo sfondo, perché dice che si perde un po’ e il testo non si legge bene. Quello più piccolo, invece, va ingrandito un po’ e spostato leggermente a destra, verso il taglio della pagina, in modo che l’inizio del testo sia più o meno alla base del palazzo nella foto. Lì, se non è un grosso problema, bisognerebbe mettere un fondino sfumato e magari il testo in rilevo. Comunque sì, si possono sentire poi in serata, così magari con il pdf davanti è più facile parlare.

12 aprile

La signora discute con un signore e gli dice che giusto qualche giorno fa è stata Medjugorie, dalla Madonna, ed è stato proprio un bel viaggio. Il signore sembra interessato e le chiede se Medjugorie è in Croazia, e la signora risponde che sì, è in Croazia, ma è meglio andarci con uno di quei viaggi organizzati, così c’è la guida che ti spiega tutto e tu sai sempre dove andare, senza perdere tempo inutilmente, e pensano loro a ogni cosa. Che poi a seconda del tipo di viaggio che scegli puoi decidere che giri fare perché per esempio puoi anche salire su quel monte dove in alto c’è la croce, e non solo limitarti ad andare al santuario o nei soliti posti. Il signore allora le chiede se è vero che si vede veramente la Madonna, perché lui ha questa curiosità e confessa di essere un po’ scettico. La signora allora dice che lei personalmente la Madonna non l’ha mai vista, ma che lì lo leggi negli occhi alle persone se l’hanno vista oppure no, non possono raccontare bugie, e stando lì si respira veramente un’aria speciale e si ha come l’idea di stare sospesi in un altro mondo, anche se effettivamente c’è un sacco di gente e a volte si vorrebbe un po’ più di tranquillità. La volta prima, per esempio, perché lei c’è stata anche cinque anni fa, era riuscita a trovarsi in una cappella completamente da sola e aveva passato dei momenti in cui si era sentita toccare l’anima da qualche cosa di veramente particolare, tanto che una sensazione così non l’ha mai più provata, dopo.

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kalz febbraio 28, 2012 alle 12:07

Il bello del treno è che non devi fare niente. Ti metti lì e devi solo guardare e ascoltare. C’è sempre qualcosa di interessante. Io lo uso raramente, ma ha ispirato anche me.

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randa febbraio 28, 2012 alle 16:36

A volte è anche il brutto. Ti metti lì e, anche se non vuoi, devi ascoltare per forza. E a volte di interessante c’è ben poco.

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gianfranco febbraio 28, 2012 alle 15:48

Molto belli tutti i “frammenti”.

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randa febbraio 28, 2012 alle 16:36

Grazie, gianfranco.

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Alfredo febbraio 28, 2012 alle 23:48

A parte un mio certo coimvolgimento immedesimativo nel ragazzo del software, è molto bello. Fa venire voglia di andare in treno per poi lamentarsene e scriverne e farne venire voglia a qualcun altro che salirà su un treno per lamentarsene e scriverne.

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gino cervi febbraio 29, 2012 alle 02:31

come sarà l’analogo di voyeur? écouteur, oreilleur? insomma, sei un sentone. g

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Trasciatti febbraio 29, 2012 alle 11:49

Sentone, sì, sentone! con gli orecchi vengon fuori altri epiteti ma lasciamo perdere

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randa febbraio 29, 2012 alle 13:00

Facciamo senteur, allora. E a volte, quando il senteur ascolta ciò che non vorrebbe, diventa anche un pendolore.

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kalz febbraio 29, 2012 alle 13:54

Che poi questo “senteur” sarebbe un flaneur con le orecchie.

p.s. oh oh Gino Cervi… questo nome non mi è nuovo :-)
kalz aliaa Silvano

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