Ambulatorio Medico

210 commenti

Questo è l’ambulatorio di Psichiatria On Line del dott. Nedo Vannini. Per consulti lasciare un messaggio, sarete contattai quanto prima.

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FRANZ KARTER settembre 5, 2011 alle 18:41

FRANZ KARTER al dott. Nedo
E insomma quel casinista di Piediluc è riuscito a far della bolgia anche lì da voi, glielo diciamo sempre anche ai convegni europei, Piediluc rischi sempre di allargarti troppo, nonostante le tue intuizioni e la tua genialità nelle cure il tuo vero talento era il teatro, lui ha questo TEMPERAMENTO PASSIONALE e un amore incredibile per il gioco delle parti e per la potenza dei deliri, ma credo volesse prenderla solo un po’ in giro dottor Nedo, solo che le ha procurato una crisi biliare, stia tranquillo ho consultato il grande Hahnemann e per calmarsi un po’ si affidi a una dose di Cardus Marianus.

Caro TRASCIATTI,
A PARTE LA BOLLA DEI PROFESSORI, L’ARCHIVIO, L’AMBULATORIO VIRTUALE, SEI SEMPRE INTERESSATO A LETTURE E SCRITTURE TERAPEUTICHE NEL CASONE DI SPOLETUS?

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De Trasciattis settembre 5, 2011 alle 22:19

Certamente, tra l’altro mi manca molto quel cassone pieno d’ossa.

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dottor nedo vannini settembre 6, 2011 alle 10:36

Spero di non essere stato offensivo, dottor Piediluc. Io sono senz’altro d’accordo con le cosiddette terapie psicodrammatiche. E capisco benissimo la sua esigenza (probabilmente coatta) di indossare la maschera rassicurante di un “nipote caso clinico conclamato”. Io penso che la conclamanza (o conclamatura che dir si voglia) sia un’esigenza vitale del malato. Diciamo che certificare la malattia attraverso una diagnosi, a sua volta certificata dall’immensa immanenza della letteratura psichiatrica, certifica l’esistenza del malato stesso. Siamo dunque alla base della ricostruzione dell’ IO. Però c’è un però: lei non mi può confondere il cervello con uno psicodramma che è superiore alle mie forze. Lei non mi può costringere a concepire in astratto e nemmeno in concreto la malattia di suo nipote, perché io non sono in grado di concepire un bel niente!!! Io non sono quel bilioso che immagina quel fantoccio che dovrebbe dirigere super partes l’Ambulatorio. Sono semplicemente uno psichiatra esaurito. Capisce Piediluc? E-SA-U-RI-TOOOOOO!!!

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De Trasciattis super partes settembre 6, 2011 alle 11:01

Ascolti il mio consiglio, Vannini: digiti la parolina d’ordine e si introduca nel Limbo Medico, lì non la disturberà nessuno e i suoi nervi si distenderanno.

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Piediluc F. training settembre 6, 2011 alle 13:01

Ma si figuri Vannini, pensi, trovo questo vostro magnifico ambulatorio che mi sembra veramente rispondere a una mia esigenza vitale del momento, e il fatto di averla anche solo minimamente turbata e scossa con la follia amorosa di Pépé mi fa star male, ha ragione Trasciatti, lei è bravissimo, si immola, dà tutto se stesso, e anche nella sua diagnosi di Pepè è stato preciso, poi tutto questo via vai di trasportatori che voglion dir la loro, c’è troppa fiera ha ragione.
Si metta dunque seduto in poltrona, nella sua bella poltrona color carta da zucchero, i piedi a mollo nella bacinella, qualche scaglia di sapone d’olio d’oliva prima spremitura direttamente dalla Palestina, si concentri sul suo respiro…. ispiri ed espiri sempre più profondamente, con calma, metta le mani sul grembo e cominci a rilassarsi, sente che adesso le mani cominciano ad aprirsi, bravo, così, la mente si rilassa, si riempie di un colore, quello che vuole lei, il suo colore preferito,un leggero sfrigolio nei piedi, sotto la pianta, sembrerebbe partire anche un leggero eccitamento nella zona pelvica, lo lasci lì, se lo goda tranquillamente, si goda l’ebrezza di una dolce brezza, chiuda gli occhi se vuole, oppure mi guardi, potrei essere una bellissima ragazza con gli occhi blu, profondi come due laghetti, due laghetti nei quali lei può farsi un bel bagno rilassante, e se vuole adesso le racconto una storia, di un mio paziente, ma lei non deve dar diagnosi , non deve curare, non deve dover trovar soluzioni, forse stavolta la storia di un paziente, servirà a lei per allentar l’esaurimanto, sente anche la cute della testa si distende, poro per poro, un poro dopo l’altro, mentre lei continua a respirare con gli occhi che si chiudono, le palpebre sempre più pesanti, se ha sonno dorma pure e la mia voce le farà da sottofondo, bravo, così, vede, va tutto bene…..
partiamo

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F.Piediluc narratore Feuilletton terapia pro vannini settembre 6, 2011 alle 13:53

Caro Nedo,
questo giovane di cui ti voglio raccontar le vicende l’ ho incontrato alcune volte qui sul nostro appennino; per varie vicessitudini familiari e dopo un grave intervento alla testa era andato a vivere sopra alla falegnameria di un mio amico, in prossimità di un borgo dedicato al santo protettore degli amanti. All’inizio tutto bene, nonostante la lenta ma buona ripresa dal suo intervento, la vita correva tranquilla, lui e il mio amico avevano cominciato a stringere amicizia e come spesso succede cenavano insieme la sera e o andavano ogni tanto a farsi un birrino o un bicchiere di vino al bar; la casa sopra alla falegnameria non era grande ma veniva arredata pian piano, un pezzo dopo l’altro e oramai ci si poteva vivere dentro, giù da basso la strada, della ghiaia e un pratino con gatti e gattini che spuntano fuori ogni tanto in cerca di qualcosa da mangiare.
A un certo punto però, di notte, il ragazzo aveva cominciato ad avvertir dei disturbi. Nel cuore della notte capitava lì un tizio che gli ammollava dei ceffoni, sbem! sbem! sbem! Non si vedeva mai nessuno, ma lui sentiva la manata. Orca se la sentiva! Sera dopo sera, sulla medesima guancia. S’alzava, andava allo specchio del bagno e si ritrovava il palmo impresso sulla gota, un male della Madonna diceva, mica una sera: e una, e due, e tre; oh! Zio can! Diceva, tutte le sere! Adessa poi basta! Mi son rotto i maroni!
Ma tutte le sere sto tipo, si prendeva la briga di andarlo a menare.

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nedo settembre 6, 2011 alle 14:12

Voglio morire.

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gori settembre 15, 2011 alle 20:53

prego

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f.p settembre 6, 2011 alle 14:32

Se proprio la metti così mi sacrifico io.
Tacerò per sempre.
addio nedo

Tu devi vivere.

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n. settembre 6, 2011 alle 15:33

lei piediluc non deve tacere. deve solo capire che l’ambulatorio è il centro dell’universo e noi abbiamo responsabilità enormi di fronte a tutto quello che esiste (ma esiste?) fuori dall’ambulatorio. ho avuto diverse conversazioni telepatiche col veterinario trasciatti. gli spiegavo la missione e lui diceva si capisco sì mi impegnerò… ma qui – come sa – io mi sacrifico per tutti e non è detto che morire non sia la soluzione più remunerativa.

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UNA FUTURA PAZIENTE settembre 7, 2011 alle 21:16

Nedo,
LEI non sai chi sono, sono una delle tante che aspetta in ambulatorio che ci sia un buco per prendere un appuntamento comunque a me è già partito il transfert solo a vederla girare nei corridoi,con quei suoi pulloverini melanges, lei dovesse morire come qualcuno ventila morirei di dolore anch’io dunque non farlo, ti aspetto per potermi curare

UNA FUTURA PAZIENTE

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Piediluc F Feuilleton part 2 settembre 13, 2011 alle 01:58

A un certo punto il ragazzo s’era accorto di una cosa, che se lasciava un bicchiere d’acqua sul tavolo lo spirito s’accontentava e il ceffone non glielo dava più; solo che ricordarsi tutte le sere di lasciare il bicchiere era un impegno, metti che una notte tornava ubriaco, o un’altra notte con una donna, dopo rischiava di prendersi di nuovo dei manrovesci, dunque voleva trovare una soluzione più definitiva.
Vicino al borgo dove abitava lui ci abitava un prete esorcista che dicevano fosse bravo e famoso, cioè che fosse diventato famoso perché era particolarmente bravo a scovare gli spiriti e cacciarli fuori da cose, corpi, persone, animali o oggetti, e qui si trattava di mandar via lo spirito dall’armadio, perché tra l’altro poi il ragazzo si era informato ed era venuto a sapere che molti anni prima il vecchio padrone di casa era morto d’infarto appoggiato proprio a quella credenza.

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F.Piediluc settembre 7, 2011 alle 22:58

Caro Nedo
non so…sono comunque così carico di energia… che ieri la casa mi finiva continuamente in corto circuito…dopo svariati corti ho dovuto chiamar l’elettricista. S’è scoperto che Alice, la mia macchinetta elettrica per fare il caffè, la quale io ti consiglio perché evita quegli schizzi di brodo nero sul fornello, che coprono il fornello finendo per fare strato (vedi fornello del mio amato collega prof. Cappelli, non so se lo hai mai visto), faceva saltar per aria tutta la casa, a livello elettrico….
Insomma, in un certo senso a volte ho l’impressione di sottoporti dei casi troppo pesanti, e di aver aperto le porte a troppa gente in modo indiscriminato, senza vagliare, tra l’altro i camionisti non so se siano contenti che si parli di loro, perché ieri sera sulla tangenziale di Modena nella corsia di immissione per poco non finivo falciato da un enorme tir che m’ha fatto un pelo millimetrico.
L’ho scampata per un pelo e ho pensato che non ho ancora steso le mie ultime volontà, forse sarà il caso di farlo. La buon anima di mio padre ogni volta che partiva per un viaggio mi lasciava un testamento da aprire in caso di morte, io invece anche se la morte la rischio abbastanza spesso o per dei periodi la sento veramente vicina che mi morde quasi gli sgarletti ho in mente alcune cose ma non ho ancora scritto nulla.
E a parte tutto, caro Nedo sono parecchio in crisi anch’io, mi manca il discernimento sulle anime, non che queste anime le debba giudicare, per carità, ma una volta avevo una spiccata facoltà d’intuizione mi bastava dare un’occhiata ai capelli, alla qualità della pelle, agli occhi, ai primi gesti quando i pazienti entravano in ambulatorio, e proprio il primo, primissimo sguardo mi lanciava talmente tante informazioni su chi avevo davanti che nella maggior parte dei casi venivano confermate poi dal racconto e dalla storia del paziente, ma a volte e in questo periodo è così, mi pare di patire un ottundimento dei miei propri sensi, forse sto solo rincoglionendo Nedo? Forse la stanchezza? A volte mio coglie il sentimento di non aver più tanto da dare, mi sento a secco, poi a un tratto arrivano gli altri che mi riempiono delle loro meraviglie.
Una piccola confidenza che mi sento di farti, tra le cose più belle di questi ultimi giorni: ho preso un paio di aperitivi con una donna che amo, la cosa non accadeva da tanti anni, noi due a tavolino, le nostre facce, vedo la sua la trovo sempre attraente, anche più affascinante di vent’anni fa…vorrei prenderla, scappare in stazione , e portarla in una qualche città d’Europa. Questo per dirti che fuori dall’ambulatorio c’è il resto del mondo, la vita che scorre, che a volte s’inceppa, che va e che torna, lacrime e riso…gioia e tristezza, scusa queste banalità … spero che ti passi presto l’ umor nero.
A volte penso ai libri che devo ancora leggere c’è una quantità di libri importantissimi che voglio ancora leggere, ce la farò?
Dimenticavo: conosco molto bene l’arte telepatica, sono felice che si possa comunicar così anche con voi.
Ti auguro una buona serata

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Mr X settembre 7, 2011 alle 23:26

SOLO PER TRASCIATTI
SAI TRASCIATTI OGGI CON TUTTA LA ROBA CHE HO VISTO IN GIRO PER LA CITTA’ PENSO AVREI POTUTO ARREDARE A GRATIS UN APPARTAMENTINO, HO TROVATO UN DIVANETTO DUE POSTI IN MIDOLLINO APPENA APPENA ROTTO ALLA BASE E FACILMENTE RIPARABILE E UNA POLTRONA PENDANT COMODISSIMA E DEL TUTTO SANA CON ANCHE IL CUSCINO VICINO ALL’ AUTOLAVAGGIO, ANCHE DUE SEDIE, MA QUELLE LE LASCEREI LI’ VISTO CHE NON SONO GRAN CHE’, POI UN BELLISSIMO LAMPADARIO SFERICO FATTO DI PLASTICA TRASPARENTE LAVORATA VICINO AL PARCHEGGIO DELLE POSTE E UN SERVO MUTO CON LE RUOTINE VICINO AL BIDONE DEL RUSCO DAVANTI ALLA PIZZERIA NOTTE E Dì-
VISTO CHE IN AMBULATORIO BAZZICANO PARECCHI TRASPORTATORI POUI MANDARMI QUALCUNO CHE VOGLIO PRENDER STA ROBA? GRAZIE; MI RACCOMANDO NON DIRE NIENTE A MIO FRATELLO NEDO CIAO.

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Trasciatti settembre 8, 2011 alle 10:04

La cosa che mi colpisce di più è il servo muto con le ruotine: cos’è, un tronco d’uomo? è muto dalla nascita o gli è stata strappata la lingua? è costretto a mendicare per vivere? la sua deve essere stata una vita efferata, mi dispiace molto.

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dottorvannini settembre 7, 2011 alle 23:36

gentile dottor piediluc,
lei soffre certamente di un disturbo bipolare. io invece sono rigorosamente monopolare. mi dia retta, non esiste nulla fuori dall’ambulatorio: solo allucinazioni.
il mondo si divide in AMBULATORIO e ALLUCINAZIONI.
buonanotte dottor piediluc

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allucinazioni varie settembre 12, 2011 alle 20:45

tra le allucinazioni dialogo al ristorante:

Lui: tu resti qui e non partiresti mai per La Spezia per star vicina a tua madre.
lei: Guarda non sai niente di me, sono abbastanza indipendente anche da mia madre, sono partita tante volte nella vita
Lui: non credo lo faresti
Lei: è dell’anima di mio padre che devi aver paura, del fatto che dopo che è morto ho mangiato l’anima di mio padre, non tanto di mia madre, che vive, lei in confronto è un gioiellino, adesso
davanti a te ci sono io più l’ anima masticata, deglutita e quasi digerita di mio padre dunque stai attento a quello che fai …

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Trasciatti settembre 8, 2011 alle 10:01

Egregio Collega Vannini, sono del tutto d’accordo con la sua affermazione che “non esiste nulla fuori dall’ambulatorio: solo allucinazioni”. Tuttavia non direi che “il mondo si divide” (al limite l’esperienza si diversifica) perché il mondo non si divide affatto, l’Ambulatorio è perfettamente integro e intero, di un’interezza allucinante (questo semmai mi dà da pensare).

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Rocco Papageno settembre 10, 2011 alle 12:05

Caro dottor Vannini,
eccomi qua di ritorno da una lunga vacanza, nel vero senso del termine. Ma lasciamo stare la mia vacuità… Lei parlò in occasione dello scorso consulto di “diffusa marcescenza del cuoio capelluto”. Questa espressione mi ha turbato moltissimo, al punto da farmi scappare a pie’ levato dall’ambulatorio. Ora torno e ci trovo addirittura tre locali, un limbo intrigantissimo dove però mi è inibito l’ingresso. Io starò qui in aspettazione ad aspettare, e nel frattempo le sottopongo lo sviluppo della mia malattia, che è roba sua in fondo. L’acqua santa ha alleviato il fastidio al cuoio capelluto, ma il problema si è esteso anche sulle guance: là dove c’erano graziose lentiggini ora ho – di nuovo – pustolette, che una volta grattate rilevano un segreto, un piccolo pelo nascosto e intrappolato come un feto. Sto divagando, e scivolo così inutilmente nell’analogia. Mi taccio e lascio a lei la parola, ma si ricordi cosa le dissi: “dottore, ne va del suo onore…”

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Trasciatti settembre 10, 2011 alle 12:33

Mi permetto di dire una parola, in attesa dell’esimio collega Vannini: questo pelo fetoso nascosto nelle pustole è veramente repellente. Mammamia!

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vannini medico anche generico settembre 10, 2011 alle 14:24

caro rocco.
avevo pensato di farla diventare il mio unico paziente, cioè il PAZIENTE UNIVERSALE, anche perché la marcescenza del cuoio capelluto è indubbiamente un’elevazione della malattia ben oltre il sistema nervoso. siamo quasi al sistema limbico, ma lì, come ha visto, nessuno può entrare. peccato perché l’attraversamento (e il superamento) degli apparati limbici sarebbe un vero rinnovamento del sistema immunitario, e dunque una guarigione certa (essendo ovviamente la sua una patologia autoimmune).
per ora provi a sostituire l’acqua santa con l’alcool canforato.
mi faccia sapere.
dottor vannini

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nv settembre 10, 2011 alle 14:28

preferirei che il veterinario non mettesse becco

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Trasciatti settembre 11, 2011 alle 10:34

Guardi, sono veterinario in quanto mi occupo di patologie animali e a forza di stare con gli animali mi è anche spuntato il becco. E comunque i pazienti vanno intrattenuti in sala d’aspetto, non si può lasciarli marcire nell’umidità di quattro parenti muffose in attesa che lei si degni di rispondere loro, ma cosa sono questi pazienti, delle pustole in attesa di sgorgare? Dei rifiuti tossici in stoccaggio? Degli stoccafissi appesi al muro? Delle murene? Io non so, sono basito dalla sua arroganza medica.

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vannini medico universale settembre 11, 2011 alle 16:25

vede trasciatti, lei ha fatto il veterinario semplicemente perché non è riuscito a fare altro. ha fallito come urologo, come gastroenterologo, come otorinolaringoiatra, come ginecologo, come dermatologo, come podologo, come endocrinologo… MA C’È UN PERÒ: lei ha sviluppato (inconsapevolmente e forse perfino illegittimamente) la capacità di occuparsi del lato animalesco degli esseri umani. in realtà nel suo cervello malato tutti i pazienti umani sono animali, e questo – mi creda – giova alla psichiatria, perché la psichiatria si occupa primariamente di recinti e di stie. non a caso i nostri mai abbastanza rimpianti manicomi dell’ottocento erano in pratica dei pollai. dunque stia attento a nominare il BECCO con troppa leggerezza. mi creda, è pericoloso.
P.S.
non so se ricorda il veterinario ilario de becchis, quello che tutt’ora insegna storia della filosofia alla statale di milano…

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de becchis ilario settembre 11, 2011 alle 17:23

purtroppo fui radiato

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che devo fare ilario? settembre 11, 2011 alle 19:51

Caro, caro, caro Ilario! Come stai? Non ci sentiamo credo dal tempo che si corteggiava la signorina Margherita. La Hok, te la ricordi? Non so se erano bei tempi. Certo eravamo ragazzi, e io non ci pensavo mica a fare lo psichiatra. Anzi, la psichiatria mi pareva la scienza degli asini, e te mi davi ragione. Comunque dall’asino al mulo il passo è breve, e dal mulo al trattore è proprio un passo obbligato. Ecco perché non so riuscito a salvarmi da quello stuolo di Landini che scorrazzano nel mio modesto monolocale. Il capannone che avevo a Torre del Lago me l’hanno sequestrato perché secondo il comune era un loculo demaniale allargato abusivamente e neppure condonato. Insomma i trattori si sono ammassati nella zona notte del monolocale. Il sonno è diventato abbastanza difficile, ma non ci sono vie d’uscita, anche perché io sono morbosamente contrario al suicidio, nonostante il veterinario Trasciatti insinui qualcosa che io non capisco. Certo se bevessi una tanica di cherosene lui prenderebbe il mio posto nell’ambulatorio, ma capisci bene che sarebbe un disastro, specialmente per Rocco che mi sembra in via di guarigione.
Che devo fare Ilario?
Tuo Nedo

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rocco papageno settembre 11, 2011 alle 22:14

Mi scusi caro Dottore se le risulterò arrogante. Qui non si tratta di hybris, però i suoi rimedi mi paiono un po’, così per dire, strampalati. L’acqua santa sul lungo periodo s’è scoperta inefficace (la marcescenza del cuoio capelluto non la arresta), e l’alcool canforato mi mette una paura che soltanto all’odore io scappo. Ma. Visto che – seppure lei nutre dei dubbi sul caso o meno di farmi diventare suo unico paziente (universale, addirittura, dice lei) – io al contrario già da tempo la considero il mio unico e solo dottore, ho ignorato le paure e ho proceduto con le cure. Ora. Le gravidanze isteriche della mia faccia non accennano a emigrare, se non a scomparire dal mio organismo, e per di più l’olezzo sgradevolissimo allontana da me le proverbiali fiumane di mie belle ragazze.
Con immutata stima,

Rocco P.

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Piediluc F. settembre 11, 2011 alle 23:46

Ho fatto dunque come fa il Trasciatti e senza avvisare mi son preso qualche giorno di ferie, sulla costa dei poeti, per pensare ai casi miei e alla montagna di casi e di fogli che mi invadono la scrivania da anni e vedere di capire se c’è qualcosa che sia condivisibile col vostro ambulatorio, dunque volevo solo pensare e bere vino bianco, e invece chi ti trovo sulla terrazza della pensioncina Miramare di Tellaro? Il dottor Fautrichon, il nostro collega di Parigi che da qualche anno si è ritirato in Normandia in una magione del XIV secolo, egli è andato in pensione e adesso ha un transfer con la sua insegnante di arabo, una ballerina libanese che gli dà lezioni di arabo una volta al mese, fino a qualche mese fa aveva la scusa di andare a trovare la madre a Parigi, adesso la madre non c’è più ma lui non rinuncia alle lezioni.
La sera al ristorante giù la piazzetta un chitarrista canta per turisti di Francoforte, un filosofo della scuola di Francoforte, e probabilmente un’infermiera della clinica in cui è ricoverato mio nipote… resisti Pepé…

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Nedo's brother settembre 11, 2011 alle 23:56

Trasciatti
il DELI Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di Manilo Cortellazzo e Paolo Zolli II edizione dice:
servo muto ricalca l’ ingl. dumb-waiter.
Ma alla fine la roba possiamo andarla a prendere la roba? Se non ci hai un camionista in ambulatorio ci vado con Mario.
Ciao

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le donne delle pulizie settembre 12, 2011 alle 00:06

Comunque l’ambulatorio è un disastro! Non so i vostri pazienti cosa mangiano perché lasciano sempre i bagni in condizioni disastrose!!!!!!!!!!!! Carta igienica a terra, acqua non tirata, un water intoppato, noi ve lo abbiamo detto lasciate un biglietto in ambulatorio che i pazienti devono trattare i bagni con decenza,e i masdchi devono centrare il buco della tazza, siamo intesi? Adesso poi questo limbo, a che ora si può pulire il libo, e chi è che ha le chiavi, solo Vannini? Trasciatti e Vannini? Qui con questa novità noi ci dobbiamo mettere d’accordo che di sicuro ci toccherà di fare un turno in più se c’è da pulire anche il Limbo, e comunque ci vuole qualcuno che ci dica dove lascia la chiave.
Poi a noi ci serve uno sgabuzzino per le scope e la roba a voi vi sembra un idiozia ma l’ambulatorio funziona solo se c’è igiene e sottolineo iggiene , dunque strovateci uno spazietto per le sciope e i detersivi e anche come spogliatoio nostro, grazie .
Firmato le donne

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Trasciatti settembre 12, 2011 alle 00:20

Donne, calmatevi! Il Limbo non va pulito, è autoimmune, cioè è un’autoclave a tenuta stagna, si ripulisce da sé ogni due giorni. Del resto, essendo un posto di anime e non di animali, non c’è quasi un granello di polvere, l’automatismo che ho fatto istallare è un pleonasmo. Ora, si potrebbe obiettare che anche gli animali hanno un’anima, sennò non sarebbero animali ma dis-animali, ma insomma gli animali sporcano con la cacca e le piume, le anime no, sono sterili.

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de becchis ilario settembre 12, 2011 alle 00:41

l’asl non mi ha perdonato che operassi i capponi (più esattamente i capponandi o capponuri) con la crioterapia. però ho ancora l’attrezzatura, e per papageno potrebbe essere una buona alternativa. venite a prenderla,previo appuntamento.

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assalto all'ambulatorio settembre 12, 2011 alle 14:17

caro, caro, caro de becchis!!!
come non ricordare quel tuo saggio mirabile sul marasma dell’oca da brodo. altro che capponandi!!!
certo anche la capponatura è una faccenda interessante. ma è reversibile?
c’è una bestia nel LIMBO MEDICO. quattro zampotte da cinghiale. una pancia che non ti dico. poi ha un transito di gas duodenali. rumori, odori… credo che la capponatura in qualche modo gli gioverebbe. dico: un taglio netto (meglio se irreversibile e refrattario a qualunque tipo di sutura).
insomma ilario, velatamente ti sto proponendo un assalto all’ambulatorio.
basta costringere il veterinario in carica a fare un passo indietro. ma appunto quella bestia, quella bestia…
ci si capisce al volo no?
tuo nedo

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le donne delle pulizie settembre 12, 2011 alle 20:20

Gina, dai vieni a fare una fumatina, hai visto, i dottori si son fatti il Limbo, non lo so mica cos’è. Hai visto, ci han perfino messo il cartello: LIMBO dei dottori, limbo era quel posto dove andavano i bambini dopo morti se non s’era fatto in tempo a battezzarli, me lo diceva sempre mia nonna da piccoli, battezzate subito i bambini che altrimenti vanno al limbo, loro secondo me lo usano per fumare, non vogliono neanche che puliamo… meglio così… dice che puliscono loro col pleonasmo, sarà un detersivo particolare, comunque dice Trasciatti, che noi non ci dobbiamo interessare… mah, c’è un fumo che esce da sotto la porta, mi sembrava anche di sentire dei rumori strani, dei versi, come ragliare un somaro, grugniti che so … poi gliel’ho detto… ho dovuto a un certo punto…anche Vannini sembra che caschi sempre dalle n uvole, per fortuna che c’è Trasciatti che risponde più a tono, guardate occupatevi dei vostri pazienti, mi son sentita di dirgli, li vedi tu, ce n’è sette otto che sono lì da mesi nell’anticamera dell’ambulatorio, vengono tutti i giorni, prendono il numero, ma non li degnano neanche mai di uno sguardo, la segretaria hai sentito, tutte le volte gli dice Eh il primo posto che si libera è suo, ma questi qui sono lì da mesi, poi non so cosa mangiano a pranzo, perchè quando tornano al pomeriggio i bagni sono infernali, bisogna dire a Vannini che comperi detersivi più potenti, dice le anime non puzzano, mah non lo so, quelli lì fuori, i vostri pazienti, quelli di cui non vi occupate, non so cosa sono, comunque i bisogni li fanno, e belli profumati… . Uno l’altro giorno ha avuto il coraggio di chiedere uno sconto alla segretaria, Potrò avere uno sconticino ha chiesto, visto che è tanto che aspetto, lei gli ha detto che i dottori non fanno sconti, sarà….
Comunque Gina gli ho anche detto che da qualche parte ci dobbiam cambiare, non so tipo nella stanza dove una volta facevano l’ elettroshock, è un bel po’ che non ci va più dentro nessuno cosa dici? Sembra che siam sempre in prestito con gli scoponi e la mazza e lo straccio, senza un posto nostro, dopo tutti questi anni ce lo meritiamo, io mi son sentita di dirglielo, al Trasciatti

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Trasciatti settembre 13, 2011 alle 11:19

Allarme, allarme! Ogni volta che entro in ambulatorio scatta l’allarme ANTIVIRUS! C’è qualcosa di pericolosissimo nell’aria, ha la forma di un cavallo di Troia. Fare attenzione, chimare i Troiani a raccolta e dirgli di non aprire a nessuno, specialmente a gente fatta a cavallo.

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vannini psichiatra settembre 13, 2011 alle 14:17

Ho molto rispetto per le cosiddette pulitrici. Rispetto squisitamente umano. Ma dal punto di vista scientifico ormai diversi studi dimostrano il nocumento di un’igiene sfrenata. Distruggere la flora batterica dell’ambulatorio è assolutamente sbagliato. Non nego che ci possano essere germi patogeni, nego che sia una soluzione scientificamente corretta buttare dalla finestra il bambino (il batterio buono) con l’acqua sporca (il batterio cattivo). Diciamo che la soluzione ideale è buttare dalla finestra tutte (ripeto TUTTE) le sedicenti donne delle pulizie.
n.v.

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L'Alfreda settembre 13, 2011 alle 19:24

Guardi Vannini,
faccia come vuole lei, se non vuole spendere, non spenda, se preferite star nella sporcizia e nella puzza fate come vi pare, comunque si sarà accorto che il sapone al gelsomino è un po’ che non glielo assortisco più nel suo ambulatorio, quello che piaceva tanto alle pazienti, ma adesso, mi chiedo, a che pro? Che cosa fate? I pazienti in ambulatorio non ci entran neanche più, non che mi riguardi, era così per dire; mentre invece questa gliela devo proprio dire, sono degli anni che ci sto male, ma dottore, ma si rende conto che lei il dottor Trasciatti lo tratta da cani! Lo tratta come un essere sub umano delle volte! Ma lei vannini avrà anche studiato tanto, si sentirà tanto e tanto bravo, sono convinta, ma guardi che nessuno le dà il permesso di trattar un suo collega così! Che il trasciatti è sempre gentile, abbozza sempre un cenno con la testa, per salutare, ma lei ma s’è mai visto la mattina quando arriva qui, ma LEI FA PAURA!
l’alfreda prima del volo

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Trasciatti settembre 14, 2011 alle 01:06

Rigrazio l’Alfreda per la comprensione, il Vannini – lui sì che è un essere sub-umano, mi spiace dirlo di fronte a tutti, ma ormai l’ho detto.

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paziente 1 settembre 14, 2011 alle 19:52

PAZIENTE N. 1

Grazie dottore, finalmente mi riceve, sono sette anni che aspetto in anticamera, finalmente la segretaria mi ha detto che si era liberato un posto.
Preferisce la sedia o il lettino?
Se non le spiace mi sdraio. Ormai sono passati molti anni, sono stata seduta molti anni, lì fuori, in sala d’aspetto, in tutti questi anni passavano i giorni e io sapevo che avrei dovuto curarmi, che ne sarebbe andata di una parte importante della mia vita se non mi curavo, adesso finalmente sono dentro sono in ambulatorio, in questi anni ho pensato molto a quel che le dovevo dire, sul perché stavo male, su perché quel giorno preciso di 12 anni fa io fossi stata così male.
Allora lavoravo in uno studio molto piccolo senza finestre, la scrivania occupava quasi tutto lo spazio, ma la titolare ci aveva fatto stare anche un beniamino di plastica, da pochi mesi avevo traslocato, e forse anche questo, dopo un po’ la casa nuova, quella mansarda, in principio con poca luce, a volte mi sembrava che il tetto di perlinato scendesse fin sul pavimento e operasse uno schiacciamento a mio danno, mi sentivo schiacciare in quella casa dal soffitto, ogni tanto credo, mi prostravo a terra pensavo in quel modo che il soffitto m’avrebbe ricoperto solo dopo, solo più tardi, solo in un secondo momento. Ero tornata da un viaggio, quello era stato il fatto,ero tornata da un viaggio, se ricordo bene, è passato così tanto tempo, da allora sono rimasta qui in anticamera a pensare a quel che le dovevo dire. Quell’uomo con cui ero partita allora che mi piaceva così tanto, ma tanto dottore a un certo punto nella casa aveva avuto l’idea di mettersi tutto nudo sopra il letto, forse era stato quello, il suo corpo tutto nudo, forse non ne vedevo da tanto, m’ero dimenticata d’aver visto un uomo del tutto nudo … a pezzi sì, come ci si lava a pezzi, ma quello è un altro effetto, ma non tutto nudo che tra l’altro mi piacesse così tanto, eppure così silenzioso, non so allora se fosse stata la nudità o il silenzio, o la somma dei due, ma forse più il silenzio che quell’uomo allora aveva addosso un silenzio del tipo abisso marino e forse era stato per quello che la sua faccia aveva cominciato a cambiargli in continuazione,vedevo la faccia che gli cambiava in continuazione, faceva mille facce, ne ha fatta una tremenda a un certo punto che mi ha fatto schioccare il cuore, ma chi sei? ma tu chi sei? cosa fai qua cosa ci facciamo qua? dove siamo? casa mia? Non è casa mia questa qui, non so neanche aprire la porta, questa è una galera, e questi chi sono? amici? Amici miei? Miei amici? Amici voi parlate ma io non vi comprendo, cosa dite, potete ripetere, due tre volte, la testa solo piena di pensieri tutti pensieri mi ruminano in testa! Li vedevo tutti, tutti lì davanti muovevano la bocca, non so leggere le labbra però, devo imparare, lo imparerò, se continua così dovrò imparare…

E’ scaduto il tempo. Ci vedremo domani.

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vannini settembre 14, 2011 alle 21:36

L’Ambulatorio è sull’orlo del disastro. Troppa insipienza da parte del Supervisore (lui lo sa di chi parlo). Troppo dilettantismo da parte di gente che riceve stipendi e vitalizi d’oro… Ma non voglio fare polemiche.
Io non dico che bisognava tagliare la testa all’Alfreda prima di buttarla dalla finestra, ma almeno la lingua sì. O forse no, perché si sa che le lingue delle pulitrici sono immortali come le code dei gechi acherontici. Insomma una volta che un ambiente sano viene infestato dalle pulitrici occorrono esorcismi che non sono alla nostra portata. Non sono pratico del soprannaturale. Non mi interessa nemmeno. In fondo sono sempre stato morbosamente attratto dal sottonaturale, ad esempio dalle metamorfosi del veterinario Trasciatti. Ora però sono stanco, e anche offeso. Non mi si può dire: IL VANNINI FA PAURA! Io non faccio paura nemmeno ai miei vecchi trattori, che se tremano, tremano solo per un leggero sbilanciamento del ciclo diesel, per quella loro ormai cronica discrepanza iniettoria. Oppure tremano perché mi fanno le fusa. Io non faccio paura signora Alfreda. Io suscito amore!
Per quanto riguarda la paziente che sostiene di poter finalmente penetrare nell’ambulatorio, non so che dire. Tutti sanno che io non accetto pazienti di sesso femminile. Ci dev’essere un errore.

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ilario! settembre 15, 2011 alle 09:56

caro caro caro de becchis,
ho in mente di lasciarti la direzione dell’ambulatorio. l’alfreda mi pare un donnone arrogante. non che io sia pavido, ma sono stanco, ecco, sono stanco, e le donne – lo sai meglio di me – son tutte oche incrudelite dal marasma ovarico.
io non pretendo che mi si dica grazie, ma nemmeno che mi si chiuda un gatto morto nel cassetto della scrivania, o mi si mandi un lemure a rosicchiarmi gli stinchetti mentre son tutto preso da una diagnosi.
tuo nedo

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l'alfreda settembre 15, 2011 alle 15:49

Se l’è presa, stavolta se l’è presa, sarei un donnone arrogante, come se non mi vedesse, qui da vent’anni, nell’ambulatorio, al suo servizio da vent’anni, che sguro e taccio, non mi sembrava d’aver chiesto molto, comunque le scope staran dove son sempre state,non volevo mica sollevar dei polveroni, li abbiamo abituati male, te lo dico io, abbiam sempre dovuto pulire e far sembrare che non avessimo pulito, e invece abbiam sempre pulito, però bisognava anche fare in modo che non si vedesse troppo,che pulivamo, che lo sai bene anche tu Gina, si fa il doppio della fatica, sol che Trasciatti anche se a volte non si capisce niente di quel che fa o che dice nella sua svagatezza non smette di essere gentile, Vannini invece appunto certe mattine ti vien paura a passargli vicino, quando poi sta dei giorni senza farsi la barba; le donne poi si sa, non gli son mai piaciute è, misogeno, si dice dice così, poi secondo me adesso non sopporta più il genere umano in generale, quanti anni avrà oramai, mah….ne avrà quasi vicino a settanta, sua moglie non so come ha fatto a reggere con uno così, per tutti questi anni,dicono che abbia un’arma segreta nei piedi, che con questa riesca a sedurre le donne, sono pettegolezzi di corridoio, un unghione solleticante, attraverso il quale suscita amore. Io una volta ti dirò, andavo anche fiera quando mi dicevano ma dove lavori, eh faccio le pulizie nell’ambulatorio VANNINI la gente in giro si vedeva che alzava le palpebre e faceva un’aria come per dire Uhh Vannini! Adesso guarda tra lavorar per Vannini o per la bocciofila non so cosa sceglierei e comunque Gina per farmi perdonare gli ho ricomprato la saponetta al gelsomino gliel’ho messa nel suo bagnetto privato.

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gori settembre 15, 2011 alle 20:58

ma voialtri, invece di comporre versi eterni, esilaranti racconti di tre righe, romanzi fiume su personaggi storici debitamente inventati, non avete nient’altro da fare che far finta di farvi curare?

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Bortolo del Boccale settembre 15, 2011 alle 22:10

Boia, Gori. Tanto di cappello. Non è lontano dalla verità.
Del resto, nessuno lo è.
Poi, se anche delle donne femmine iniziano a frequentare l’ambulatorio, siamo tutti ancora più vicini.
La malattia è un racconto, e anche la verità.
Il sistema limbico è una biblioteca, quello endocrino una wikipedia, l’ambulatorio una grammatica essenziale per districarsi tra l’eternità del verso e la contingenza dell’inchiostro.
Voglio fare un verso eterno. Ma ho paura dei crampi. Dottore!

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gori settembre 20, 2011 alle 14:24

le conviene piuttosto far merenda

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gori settembre 20, 2011 alle 14:24

le conviene piuttosto far merenda

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le donne settembre 21, 2011 alle 15:40

Cosa intendono lor signori per donne femmine?

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Paziente 1 seduta n°2 settembre 16, 2011 alle 00:49

Paziente n.1 seduta 2°

Sono anni che tutti in casa mi dicono: fatti curare, devi farti curare, parenti, amici, tutti, finalmente ho detto loro, ho trovato uno psichiatra dopo tanti anni d’attesa, dopo aver girovagato qua e là da uno studio a un altro ho finalmente trovato il mio psichiatra.

Oggi si siede o si sdraia?

Mi sdraierei se non le dispiace. C’è qualcosa di nuovo oggi qui da lei dottore, un profumo buonissimo.

E’ un sapone al gelsomino, sono contento che le piaccia.
Continui il suo racconto la prego.

12 anni fa con Gori completamente nudo sopra il letto, in quella casa non so perchè tutto ha cominciato a girare, giravano le cose fuori e nella testa, rimescolio delle frasi, le frasi comuni di tutti i giorni, ma anche le frasi dei profeti, sa i libri sacri, ballava tutto, le cose che dicevan le persone con le loro bocche in quel momento quando succedevano le cose di cui le parlo non le capivo più… C’era uno che parlava, parlava, parlava, parlava di donne poco ma sicuro, ha sempre parlato di donne, una volta i suoi discorsi li capivo, era uno quello che era sempre corso dietro alle donne, si credeva anche bello, ma bello non era, sempre attaccato a delle sottane, un artista, ma questa vicenda non la seguivo, non la seguivo mica, facevo di sì con la testa ma si vedeva che non ero convinta, solo un gran male al petto, a sinistra, come se m’asvessero preso in mano il cuore e m’avessero spremuto il sugo, non vedo più, non sento più, sto solo molto male …E tua moglie, tua moglie , non ci pensi! che era all’ospedale, Che non aveva nessuno, corri, corri pur dietro le sottane! Non so se l’ho detto, forse l’ho solo pensato, e lui cos’ha risposto? Mah? Dopo ancora vedevo muovere le labbra. In quel paese lì avevano tutti freddo, questo si capiva, lo ha detto molte volte, tante persone, vedi uno e fa: che freddo, un altro ancora uh! che freddo, ho capito che c’era freddo. Io non ho molto freddo, tu Gori hai freddo? Un po’. Dice, sta col cappotto in casa, ma in casa si sta abbastanza bene, a letto fa freddo, tutte le coperte da una parte. Ma di chi è questa casa? Questa casa di chiunque sia non mi piace neanche un po’, ma dico – Bella no questa casa? Bella, dice, grande come il mio paese. Questa casa è un manicomio, meglio stare raccolti, stare in due tre stanze, un mucchio di chiavi, per porte che non si aprono, cancelli che non si chiudono, luci che non si accendono.
Dopo mi son chiusa fuori, attacco a suonare, non mi risponde, nessuno risponde, suono due ore, ma che sarà successo, forse un malore ? Chissà starà male? Vado a chiedere aiuto, Vittoria! Vittoria! Hai un mazzo di chiavi? Non mi apron la porta. Dormiva, un sonno di piombo, ho ancora il peso nel petto, guai se ridi , guai se qualcuno osa ridere, è come la mia dipartita, un paletto nel petto, Tachicardia? No.Espansione? No. Rinsecchimento. E’ la casa che ha qualche cosa. Perchè prima di arrivare stavo bene.

Grazie per oggi. Per oggi è abbastanza.

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gori settembre 20, 2011 alle 14:36

gori nudo sul letto di un estraneo! panzane! lui non si spoglia nemmeno in sua presenza! e si capisce che non lo conosce proprio gori: non ha cappotti, semmai pellicce, sintetiche, simil castorino; e pur indossandole sempre non lo fa mai dentro casa: millantatore!

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La paziente precisa settembre 21, 2011 alle 15:19

Non so forse un caso di omonimia, forse un suo cugino o qualche suo parente, il gori prima di denudarsi sul letto portava in casa un cappotto spina di pesce e sulla testa un cappello, di questo sono senz’altro certa.
Tra l’altro quando partimmo da quella casa e ci mettemmo finalmente in macchina per andarcene da quel posto maledetto io mi sentii subito meglio, la morsa si allentò, al confine di quella regione, la sua faccia si distese e si aprì a un magnifico sorriso, in macchina al suo fianco il sangue prese a ribollirmi in corpo e mi sentii addosso la forza di una famiglia patriarcale di una ventina di elementi.
Voglia scusarmi la precisazione.
Dov’è il dottore?

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fautrichon e/o piediluc potrebbero settembre 17, 2011 alle 10:17

potrebbero succedermi se de becchis rifiuta il primariato.
come ho detto faccio un passo indietro poi due avanti e poi tre indietro.
nv

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un portavoce settembre 19, 2011 alle 16:03

De Becchis non so, ma fautrichon è in pensione e si dedica solo alle danze libanesi, Piediluc avrà prima o poi il cuore di andare a riprendere il nipote, lei faccia il gambero se le va balli, avanti indietro, danzi le gighe, le gavotte, a volte a me m’ assalgono le voglie di partenza , il desiderio della fuga, temo del resto oramai di stare sempre fermo, spesso a leggere seduto sulla soglia del terrazzo incerto tra il dentro e il fuori, in prestito alla soglia, da basso per la strada, sento i passi e gli echi dei discorsi, chi va e chi viene, se lei dovesse andarsene forse mi verrebbe voglia d’Africa, non vada la prego resti nel suo ambulatorio, sappia tra l’altro che il trasciatti la stima e le vuol anche bene, come del resto tutti noi. I miei rispetti.

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dottor carlo cinquini settembre 21, 2011 alle 08:49

Il Vannini è scomparso (forse per sempre).

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Piediluc settembre 21, 2011 alle 15:03

Stamane ho avuto il medesimo presagio e mentre camminavo per corso Guido Fassi la mia mente non faceva che ripetere Nedo dove sei?
Se Vannini scomparisse temo che mi sentirei in colpa per il resto dei miei giorni.

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L'Alfreda settembre 21, 2011 alle 15:31

un biglietto per il dott. Vannini

E’ passato un suo paziente che chiedeva di lei, non ho saputo cosa rispondergli, era un po’ nervoso, ha riempito l’antibagno di scaglie callose, le ho già scopate via.
Le ho spolverato i trattorini e le ho messo un mazzetto di mughetti del giardino in un bicchierino.

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dottor carlo cinquini settembre 21, 2011 alle 21:44

ieri il vannini al telefono mi aveva chiesto un camice . gli ho risposto che non abbiamo la stessa taglia. io sono un metro e settanta lui un metro e ottanta, e questo lo sa bene. poi ha le braccia molto lunghe. insomma si è disperato. dice che gli rubano i camici e che per lui il camice è come un parafulmini. dice che lo protegge da tutte le malattie. non so se dice o diceva… forse disse.
comunque che andava a finir male si sapeva.

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Trasciatti settembre 25, 2011 alle 23:49

Non c’è più nessuno in questo ambulatorio, sono andati via tutti. E dire che avevo anche messo un po’ di musica in filodiffusione, delle belle canzoni di Villy De Ville, non so neanche se sia morto Villy, ogni tanto mi viene in mente qualche musicista che non sento nominare da tempo e mi vien da chiedermi se sia morto o invece abbia aperto un alimentari. Villy potrebbe avere aperto una birreria, un baretto dove si serve il mescal o il pampero, bisogna che mi informi, vado a vedere su wikipedia.

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Trasciatti settembre 25, 2011 alle 23:54

Come volevasi dimostrare. L’ho portato in ambulatorio troppo tardi.
Willy DeVille (pseud. di William Paul Borsey Jr.; Stamford, 25 agosto 1950 – New York, 6 agosto 2009) fu un musicista e cantautore statunitense. Inizialmente con il suo gruppo Mink DeVille e, in seguito, da solista, DeVille vanta una produzione artistica saldamente ancorata alla tradizione musicale americana. DeVille ha collaborato con numerosi artisti provenienti da campi molto diversi della musica statunitense, fra cui Jack Nitzsche, Doc Pomus, Dr. John, Mark Knopfler, Allen Toussaint, Eddie Bo, Mariachi los Camperos e David Hidalgo. È morto il 6 agosto 2009 a New York a causa di un cancro al pancreas[1].

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G.B. settembre 26, 2011 alle 09:40

A Whiter Shade of Pale è un singolo dei Procol Harum, pubblicato il 12 maggio 1967. È stato scritto da Gary Brooker, Keith Reid e Matthew Fisher, prodotto da Denny Cordell e distribuito dalla Deram Records.

La canzone riscosse un notevole successo restando in cima alle classifiche inglesi per 6 settimane, dall’8 giugno 1967. In Inghilterra fu pubblicata solo come singolo, e non fu inserita nel primo album del gruppo Procol Harum. È presente invece nella edizione USA dell’album. Nel 1997 fu ripubblicata una nuova edizione del primo album dal titolo A Whiter Shade Of Pale, in cui oltre al famoso singolo erano incluse anche alcune tracks non presenti nell’edizione originale dell’album.

La canzone, di notevole successo già dal 1967, ha avuto numerose interpretazioni. In Italia, su testo di Mogol, è stata incisa dai Dik Dik col titolo Senza luce che, mantenendo la parte musicale, si discosta dal testo originale dal significato ermetico.

Sono state inoltre incise versioni in francese (Le Jour du Dernier Jour), tedesco (Tränen im Gesicht), svedese (Då Är Hon Åter Lika Blek), portoghese (Ao Meu Lado Outra Vez), spagnolo (Con Su Blanca Palidez) e finlandese (Merisairaat kasvo)[1].

Originariamente la canzone era attribuita ai soli Gary Brooker e Keith Reid. Nel 2005 Matthew Fisher intentò una causa vittoriosa contro Gary Brooker sostenendo di aver collaborato a scrivere le musiche di A Whiter Shade of Pale.

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