E’ arrivata una foto dell’ultimo incontro librattesco, venerdì 14 gennaio scorso. Da sinistra a destra sono riconoscibili (forse): Mariapia Frigerio, Cristiano Alberti, Alessandro Trasciatti, Nicola Dal Falco, Luigi Mariani.
(Foto di Emma)
di Trasciatti il 16 gennaio 2011 · 1 commento
E’ arrivata una foto dell’ultimo incontro librattesco, venerdì 14 gennaio scorso. Da sinistra a destra sono riconoscibili (forse): Mariapia Frigerio, Cristiano Alberti, Alessandro Trasciatti, Nicola Dal Falco, Luigi Mariani.
(Foto di Emma)
tag: Dal Falco, Frigerio, Libratti, Mariani, Opera Caffè, Trasciatti Editore
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Dopo Frate Indovino, Il Sesto Caio Baccelli, Il Bignami, Il Borzacchini e il Devoto-Oli, arriva Il Trasciatti. E' un calendario, un almanacco, un inventario di cose vecchie e inutili, un ricettacolo di scarti, di cose e libri dimenticati, di autori che non si leggono più o che non si sono mai letti. Ma è anche una specie di condominio dove sono stati invitati alcuni amici ad abitare, l'uno accanto all'altro, ma in completa indipendenza. Amici miei, voglio dire, fra loro magari neanche si conoscono. Così li posso avere tutti qui, vicini anche se lontanissimi, per fare delle belle chiacchiere inutili. Ognuno ha qualcosa di dimenticato nella testa, qualcosa di cui non parla mai con nessuno perché quasi si vergogna, o perché sa che tanto non lo stanno a sentire. Ebbene, questo è il luogo dove tirare fuori le vergogne. Io, per esempio, ho un mucchio di articoli che i quotidiani e i giornali in genere si sono ben guardati dal pubblicare. Non mi hanno neanche risposto. Potevano almeno dirmi, che so, "Guardi, a noi non ce ne frega niente del suo Francesco Franceschi difensore del Metastasio", che io invece amo tantissimo anche se non so nemmeno chi era. Però non me lo hanno neppure detto, son stati zitti. Hanno chiuso la redazione a chiave, e loro dentro zitti per paura di farsi sentire. Io lo sapevo che erano dentro, origliavo dalla porta e sentivo dei respiri di giornalisti ansiosi. Fumavano anche in silenzio, ma non osavano aprire le finestre per non fare rumore e tradirsi. Così la stanza è diventata una camera a gas e sono tutti morti asfissiati. Per colpa mia e della paura che avevano di Francesco Franceschi.
Alessandro Trasciatti è nato a Lucca nel 1965. Ha pubblicato "Prose per viaggiatori pendolari" (Mobydick, 2002), "La via dell'orco" (Trasciatti 2008) e varie plaquettes di versi e prose. Ha collaborato a "Paragone", "Poesia", "GenteViaggi".
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Dark0
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Mariapia Frigerio
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Alessandro Trasciatti
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Visto che l’altra sera ero poco loquace e un po’ incartato nelle mie carte, riporto qui non un commento alla serata, ma un commento al libro di Nicola, che scrissi qualche tempo fa: “Dal Falco viaggiatore per stile di vita e viaggiatore della parola: dal giornalismo ai versi, a un libro di prose d’arte. Questo. In copertina c’è l’immagine di un circo. Il volume si chiude con un brano sul circo. Un cerchio che si chiude, appunto. Il racconto ‘Al circo’ è emblematico del modo di guardare la realtà di Dal Falco. Spostare lo sguardo dall’attore principale al comprimario, dalla ’stella’ alla ’spalla’. Non per un vezzoso piacere per il minore e per l’eccentrico, ma perché spesso l’essenziale è fuori dalla scena, fuori dalla luce dei riflettori. Quelle di cui ci parla Dal Falco, nella sua prosa densa, poetica, sono storie che accadono nell’ombra: ‘Traslochi’, per esempio, ‘così irrazionale da dover essere raccontata’; lo stesso vale per ‘Nei paesi di campagna’ o per ‘Bucolica’. Il rapporto dell’autore con i luoghi è sempre molto intimo, li chiama per nome, e in essi abitano persone/personaggi che hanno sempre un nome. Il nome come cifra simbolica di un destino. Il toponimo come anima di un luogo. E a ogni destino che Dal Falco mette sulla pagina con parole ricercate fa da contraltare un disegno ruvido, scabro, spogliato di orpelli. Sono i disegni di Luigi Mariani, pittore che non si allontana quasi mai da casa e disegna sotto un fico, artista-perno che accompagna da fermo lo scrittore-trottola. Un’alleanza artistica improbabile e necessaria.