Lutto nel mondo della psichiatria

di Trasciatti il 18 ottobre 2011 · 51 commenti

E’ morto il dottor Nedo Vannini, illustre esponente della Psichiatria Ecumenica Riformata. Ne danno il lieto annuncio i suoi pazienti. Nella foto, il suo camice (Agenzia Piediluc).

Condividi:
  • Print
  • PDF
  • email
  • Twitter
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • MySpace

{ 51 commenti… prosegui la lettura oppure aggiungine uno }

l'elefante ottobre 18, 2011 alle 12:25

ma che agenzia siete? date così certe notizie tragiche? e festeggiate pure? capisco la liberazione di certi vostri poveri magari casuali lettori, però non si fa così, diamine!

Replica

I pazienti ottobre 18, 2011 alle 21:04

Sssssssssssssst! Stiamo vegliando il camice.

Replica

Coro dei pazienti ottobre 18, 2011 alle 21:12

Coro di pazienti nell’ambulatorio del dottor Vannini

Sola nel mondo eterna, a cui si volve
Ogni creata cosa,
In te, morte, si posa
Nostra ignuda natura;
Lieta no, ma sicura
Dall’antico dolor. Profonda notte
Nella confusa mente
Il pensier grave oscura;
Alla speme, al desio, l’arido spirto
Lena mancar si sente:
Così d’affanno e di temenza è sciolto,
E l’età vote e lente
Senza tedio consuma.
Vivemmo: e qual di paurosa larva,
E di sudato sogno,
A lattante fanciullo erra nell’alma
Confusa ricordanza:
Tal memoria n’avanza
Del viver nostro: ma da tema è lunge
Il rimembrar. Che fummo?
Che fu quel punto acerbo
Che di vita ebbe nome?
Cosa arcana e stupenda
Oggi è la vita al pensier nostro, e tale
Qual de’ vivi al pensiero
L’ignota morte appar. Come da morte
Vivendo rifuggia, così rifugge
Dalla fiamma vitale
Nostra ignuda natura;
Lieta no ma sicura,
Però ch’esser beato
Nega ai mortali e nega a’ morti il fato.

Replica

carlo cinquini ottobre 18, 2011 alle 21:42

non è il camice del vannini.
cc

Replica

Piediluc ottobre 19, 2011 alle 00:09

Cinquini, cosa dice? Certo che è il camice del Vannini, me lo hanno mostrato le pazienti che lo hanno evirato. Una brutta scena mi creda, gridavano contro lo psichismo maschilista infoiatore, erano delle virago orrende, mi hanno sventolato il camice insanguinato davanti alla faccia, sono scappato perché me la sono vista brutta pure io. Ha presente le donne di Germinal che castrano il farabutto? Ebbene erano quelle, forsanche peggio.

Replica

Vedova Boni ottobre 19, 2011 alle 20:22

Vedova Percalli?

Ha sentito che brutta cosa il dottore! Cosa dice, sarà il caso di mandare un telegramma alla signora Vannini? Poi bisogna informarsi sulla data del funerale, la sa lei?

vedova Boni

Replica

trasciatti ottobre 20, 2011 alle 00:02

Caro Piediliuc

ho sviluppato una mia teoria ripensando alle apparizioni e scomparse del Vannini, e che darlo per morto sia l’unico espediente per fargli emettere un gridolino col quale egli attesti seppur furtivamente una microscopica parcella di vita; infatti dopo tutte le sue presunte morti egli in qualche modo ci ha tenuto comunque a riaffermarsi vivente. Tendo a convincermi che quest’uomo per vivere e dar traccia di se debba essere continuamente ucciso: dai folli, dai pazienti, dalle donne delle pulizie, dalle donne inferocite, da suo fratello, da me, da lei, questa è praticamente l’unica cosa che lo mantiene in vita, il bisogno costante della riaffermazione della stessa, nella quale penso, addietro nel tempo egli deve aver goduto di ruscellamento, esperienza che un mistico forse apparenterebbe a un’illuminazione, durante il quale (ruscellare) egli deve aver pensato alla nuova teoria della psiche senza riuscire a scriverla per tema che si bagnassero i fogli, dunque vedremo se codesta mia teoria che m’è passata per il cranio leggendo e rileggendo ripetute volte le epistole e i dibattiti ambulatoriali si attesta veritiera; se non lo fosse, bisognerebbe scovare un testamento di ordine spirituale, da aggiungere quello della vedova Percalli. Forse potrebbe serbarlo la vedova Vannini e in esso finalmente troveremmo più chiaramente espresse le tracce di questa rifondazione psicologica auspicata dal maestro, e se ci siano altrettante volontà relativamente alla sepoltura del corpo qualora lo si trovasse, (ad esempio se egli avrebbe desiderato esser messo in un sacco nero in incognito e portato nel baule di una macchina qualunque al suo paesello natio per evitare così le spese del trasporto di un defunto sull’autostrada, per cui la cifra aumenta enormemente, ma questo ancora non sappiamo) o se il corpo non salta fuori se si potesse al suo posto seppellire il grembiale “Qui giace il grembiale del Vannini”, o forse cremare il grembiale, che dovrebbe esser un caso eccezionale, per cui bisognerebbe informarsi qualora il corpo fosse dato tassativamente per disperso, e chi sceglie il posto ove spargere le ceneri? Sempre che non sia indicato nelle carte, si aprono tanti quesiti su questa luttuosa vicenda e l’ambulatorio rischia di trasformarsi in una camera mortuaria, mettiamo che nelle volontà egli volesse esser mummificato come Stalin o Padre Pio e rimanere esposto in ambulatorio all’ ossequio di noi tutti per un tempo indefinito, a questo ci ha pensato?
Non so come sempre se ridere o se piangere, e se rido forse è per nervosismo che sempre mi coglie nelle situazioni difficili e sofferte, oppure perché il mio spirito vitale non si ferma davanti a nulla neanche davanti ai morti evirati, e a questo punto non so cosa pensare neanche di me stesso … del resto presente passato e futuro ipotetico stanno nella mia mente in un baleno simultaneo, chiaro e confuso insieme, e dunque per l’appunto chi vivrà … vedrà….

Replica

Piediluc de Piedicul ottobre 20, 2011 alle 00:43

Caro Trasciatti, non so, sono molto confuso stasera, mi pare quasi di scrivere a me stesso ma è sicuramente un effetto dell’aulin. Dunque, dicevo, caro Trasciatti, lei avanza dei quesiti molto rilevanti però vien da chiedermi: era sposato il Vannini? come si fa a mandare un telegramma alla vedova se non sappiamo neanche se era ammogliato? Io non gliel’ho mai chiesto mi sembrava di essere invadente, lui era talmente riservato, per non dire scorbutico, che a chiedergli qualcosa sulla sua vita privata avevo paura mi fulminasse col fiato, che in effetti spesso era fetido ma lascio subito perdere sennò mi accusano di sparlare degli assenti morti. L’avrà fatto testamento? Io dubito, non voleva lasciar niente a nessuno per conto mio. Il grembiale sì, lo cremerei, se non altro per questioni igieniche. Vado a letto, caro Trasciatti, questi giorni funebri mi stanno provando molto, buonanotte.

Replica

cinquini ottobre 20, 2011 alle 09:31

l’alito del vannini è sempre stato puro.

Replica

Piedicul de Piediluc ottobre 20, 2011 alle 10:18

In effetti, caro Cinquini, il Trasciatti è un po’ trivialotto a volte (con tutto il rispetto che gli devo), gli piace la parolotta grassotta salsicciotta, o anche un po’ fetentotta ripugliante, ma comunque è un brav’uomo e anche un buon veterinario, una volta gli ho portato il pony di mia figlia Poca Onta e lui me lo ha rimesso a nuovo, quando è uscito dal garage, cioè dall’ambulatorio sembrava un altro, il pony dico, ma sarà stato un altro? non è che il Trasciatti me lo avrà cambiato di nascosto perché questo nuovo pony era verde metalizzato, non era così in partenza… Ma lasciam perdere, torniamo al fiato del Vannini, credo anch’io che fosse leggero, una volta ho addirittura letto che distillava le urine fino a ottenerne una camomilla purissima.

Replica

carlo cinquini ottobre 20, 2011 alle 14:33

sì, distillava le proprie urine.

Replica

Piedicul ottobre 20, 2011 alle 20:55

Vede, lo sapevo che era vero! Dove lo ha letto, lei? O forse lo ha visto di persona mentre distillava? E come faceva, usava una cannula? Poneva il suo, come dire, il suo connotato virile su un fornelletto? Mi dica, se lo sa, mi dica…

Replica

Le PREOCCUPAZIONI DI UNA MADRE ottobre 20, 2011 alle 22:11

Ma poi del distillato che ne faceva? Lo teneva per se, come uso privato o aveva un contratto con la bonomelli o altre ditte? Per cui in questi anni dopo il divezzamento avremmo calmato la sera i nostri pargoletti con la pipì del vannini distillata ed essiccata, dicendo dormi piccino bevi la bumba?

Replica

Trasciatti ottobre 20, 2011 alle 22:56

Mah, guardi, purtroppo non posso rassicurarla, sono in corso indagini dei NAS

Replica

Piediluc ottobre 21, 2011 alle 21:34

Peccato che sia morto il Vannini, avrei voluto domandargli se aveva visto l’ultimo film che parla dei nostri avi psichiatrici, un faccenda pericolosa, tradotto in italiano e cosa ne pensava, perché a me è piaciuto ma a mia sorella no; dice che tutti e tre i maestri fanno una figura barbina, che lo Jung alla fine ne esce come un borghesuccio con parecchie amanti, mentre lei sapeva solo di una e c’è rimasta male, che la Spilerein che si fa batter con la cinta sul sedere nel mezzo dell’incontro amoroso le pareva scabroso per una che poi è diventata una grande psicologa infantile e che il Freud quando non vuole rivelare il suo sogno allo Jung per timore di perdere la sua autorità ne esce come uno che non ha saputo mettersi in gioco; le dirò che infondo a me il film è piaciuto proprio per questo, perchè le idee grandi o le grandiose, le rivoluzioni del pensiero o in qualunque ambito son spesso fatte da gente che umanamente non è molto diversa da quegli altri e che può aver avuto anche dei grossi bassi, personaggi della storia di qualcosa lettratura, medicina, psichiatria che noi in qualche modo idealizziamo, del resto chissà che pensieri celava n.v. il quale distillava l’urina e aveva l’alito dall’odor di violetta, io quasi non ci dormo, La frase di Jung, solo il medico ferito può guarire, cosa che io del resto condivido, mi fa pensare se un medico morto possa ancora qualcosa, se lo si possa rievocare parapsicologicamente attraverso arti medianiche per sapere se la sua dipartita precoce non ha privato di qualcosa di fondamentale la storia dell’umanità.
Che ne pensa Trasciatti le lo vorrebbe evocare?

Replica

Trasciatti ottobre 22, 2011 alle 11:18

Guardi, Piediluc, penso anch’io che solo un medico ferito può guarire. Del resto, solo un cavallo zoppo può correre. Quanto al medico morto, il caso è dubbio, va sperimentato. Però devo documentarmi meglio sulla questione medianica, come sa sono solo un veterinario di provincia – e non di quelli che girano con la jeep a salvare i puledri e poi bevono il Montenegro, ma che vanno davvero a mettere i piedi nelle stalle merdose e le mani in culo alle galline, non so se mi spiego. Un mio collega si occupa di psicofonia animale, penso che possa darmi una mano. Lui si occupa di questi animali, per esempio un pollo, che non riescono a dormire perché sentono le voci degli altri polli morti di morte violenta (quasi tutti). Insomma, anche le bestie fanno le sedute spiritiche, si riuniscono in cerchio e sentono le voci. Però queste voci possono arrivare anche senza fare le sedute, proprio all’improvviso, per esempio quando questo pollo sta tranquillamente becchettando nell’aia, a un certo punto sente queste voci di polli morti violenti e comincia a muovere la testa a scatti, a destra, a sinistra, con l’occhio fisso, li ha visti come fanno i polli? come guardano di traverso con la testa inclinata e la muovono a scatti? Ecco, è perché sentono le voci.

Replica

carlo cinquini ottobre 22, 2011 alle 16:09

lo splendido silenzio del vannini deve bilanciare il vostro opaco chiacchiericcio.

Replica

Piediluc ottobre 23, 2011 alle 18:16

Caro collega peccato che da alcuni anni ci abbia lasciato una musicista che invece s’occupava di psicofonia vegetale. Dopo alcuni anni passati presso comunità orientali ne era uscita portandosi dietro un macchinario per rilevare il canto linfatico delle piante, dalla margherita, al ciclamino (io assistei per l’appunto al canto del ciclamino) per non parlar di come cantassero gli olmi, i faggi e i noci, lei attaccava gli elettrodi alle foglie e l’apparecchio traduceva gli impulsi e le vibrazioni elettromagnetiche della linfa in suoni e ne usciva il peculiare canto della pianta la cui vita e voce ci è di solito ignota, sempre che non sia una pianta del nostro giardino, che magari aveva piantato il bisnonno e alla quale la famiglia ha sempre accudito, eppure anche così nessuno ha haimè la capacità di sondare gli stati, gli umori e le voci e le peripezie dei vegetali. Grazie all’ingegnoso macchinario le piante invece cantavano e a volte lei le accompagnava in concerto col suo violino. Penso avesse inciso anche qualche cd.

Per la tragedia delle galline, e la violenza su di loro perpetrata, non ho parole, tranne che la invito sia lei che Cinquetti a visitar su You tube un filmato di un regista sconosciuto, al secolo Giovanni Circelli dal titolo Galline e poi mi dirà quel che pensa, il suo amico psicanimalista potrebbe sicuramente esserci utile, si informi, lo farò anch’io, servirà senz’altro un tavolino rotondo (ricorda Gian Burrasca) poi un oggetto caro al defunto dunque conservi il grembiale, magari in una sporta in frigo, anche se non vorrei perdesse le proprietà organolettiche utili alla seduta, poi organizzerei al più presto una seduta, prima che egli si trovi in mondi e psicosfere troppo lontane dalle nostre, Cinquetti lo inviterei se vuol venire, visto che adesso sembra ossequioso verso il vannini, ma coi defunti questa è una reazione comune

Replica

dottor cinquini ginecologo ottobre 23, 2011 alle 20:30

sinceramente penso che la grandezza del vannini non sia stata minimamente compresa. lui quelle cose lì le faceva senza elettrodi.
come tutti i grandi amava la semplicità, e la semplicità non è cosa di questo mondo.
credo che l’unica concessione alla complessità (si fa per dire) l’avesse fatta ai landini. ma vede, dottor piediluc, la complessità di un trattore è più nella forma che nella sostanza. non bisogna dimenticare che l’essenza del trattore non è nel traballante corpo meccanico ma nel rapporto sentimentale (anzi direi incestuoso) con la terra madre (cioè con la propria matrice).

Replica

Piediluc ottobre 24, 2011 alle 10:48

L’anima del Vannini è trasmigrata nel corpo del Cinquini, ne ho la certezza

Replica

p. ottobre 24, 2011 alle 10:53

Lo slittamento del complesso edipico verso un complesso Landini mi pare ci apra a un’idea archetipica vasta e di ampie prospettive (per una nuova trattopsicosalvolologia)

Replica

Trasciatti ottobre 24, 2011 alle 10:55

Credo anch’io, caro Piediluc, il Cinquini parla con la voce del Vannini, mi pare un chiaro segno di trasmigrazione avvenuta. Anche il concetto di Incesto Landinico è tipicamente vanniniano: il trattore che scava e rimesta nella propria matrice è qualcosa di arcaico, mi fa pensare all’accoppiamento con la terra di certe tribù indigene africane.

Replica

Trasciatti ottobre 24, 2011 alle 10:56

Ma, dicevo, quel dipinto del Vannini che va verso la luce… lo posso appendere qui nel’atrio? Mi sembrerebbe un bell’omaggio.

Replica

F.Piediluc ottobre 24, 2011 alle 12:34

lo faccia senz’altro

Replica

Trasciatti ottobre 24, 2011 alle 10:58

Si pone poi una questione: se l’anima del Vannini è trasmigrata in Cinquini, l’anima di Cinquini dov’è? E’ rimasta lì dentro? Ci entrano due anime in un corpo solo? Non si creano interferenze, disturbi di trasmissione, conflitti di competenze?

Replica

Piediluc F. ottobre 24, 2011 alle 12:33

comprenda cinquini

Il semplice per eccellenza per me è il santo Francesco, il suo sentimento panico e beato della comunicazione col creato, l’estasi dell’ anima e del corpo nell’accorgersi della fusione e del vibrato che attraversa tutte le cose e si propaga da un corpo all’altro, animato e inanimato, di uomo o di bestia, l’accettazione piena e totale dell’ esperieanza umana, morte inclusa, senso della vita ch’egli esprime nel magnifico cantico.
Non so se Vannini parlasse coi lupi e con gli uccelli, ma può darsi di sì, forse esistono anche i Fioretti del Vannini, e qualcuno li ha raccolti, potrebbe averlo fatto un contadino suo amico, ad esempio, e non so quali casi di splendide guarigioni saranno da attribuirgli, ma se esistono verranno senz’altro a galla, le Grandi Guarigioni del Vannini, e allora vede si muoverà anche la Santa Sede, la quale non capisce che se uno è stato beato in vita lo sarà anche dopo morto senza bisogno di alcun processo, ma a loro piace così, fare i processi di beatificazione.

Noi poveri psichiatri dopo aver per anni sverniciato mobili e grattato muri delle chiese al caldo d’estate e al freddo in inverno e aver riempito di consolidante le bolle di un intonaco malfermo, avendo così curato un certo qual nostro masochismo applicando la forza delle nostre mani, tanto salvifica quanto distruttiva, al martello e allo scalpello, per far riaffiorare dipinti nascosti, ci ritroviamo nel mezzo del nostro cammino a dedicarci alla cura delle anime, a esercitare silenti la funzione di orecchio, che accompagna e segue il tracciato del discorso altrui; mentre lei apre e chiude tube, controlla cascate di ovuli, pratica ecografie, si occupa di orgasmi mancati, di figli nati, di figli che non devono nascere, di cisti che s’ingrossano e chiudono i canali, di piccole e grandi labbra, tutto il giorno con gli occhi piantati nella bocca di sotto delle donne,permetta una confidenza, ho sempre pensato che chi sceglie la via della cura della psiche sia di partenza un gran malato della psiche lui stesso ma mi son sempre chiesto, senza trovare risposta, che cosa spinga un uomo, di sesso maschile a specializzarsi nella ginecologia, e a piantar otto ore al giorno il suo naso tra le gambe delle donne, e comunque lei è un uomo di azione e in mancanza dell’ostetrica un uomo deve saper farlo nascere. Noi quando va bene siamo orecchie senza bocca, ricettori delle vite e delle sofferenze altrui, che partono tutte dall’uscita da quel benedetto buco, dunque lei mettendo al mondo, infligge all’ esserino il più grande trauma della sua vita, peccato originale, che nessun grande analista, nemmeno il più grande, potrà mai risarcire, poi noi ogni tanto non ne possiamo più, usciamo e ci facciamo bagnar dalla pioggia perchè abbiamo bisogno di umidità, non so se sia così anche per voi, e ci chiediamo cos’è successo, perchè non abbiamo scelto un altro mestiere, e perchè non siamo a far l’amore con qualcuno che amiamo dalle tre alle sei del pomeriggio come tanti anni fa e perché oramai passiamo le giornate chiusi nel nostro ambulatorio

Replica

cc ottobre 24, 2011 alle 14:23

è lunedì e qui c’è pieno.
scientificamente parlando si può pensare di essere in un covo di barbieri.

Replica

Dr. Mozzi acchiappafantasmi ottobre 27, 2011 alle 21:51

Eccomi, sono l’acchiappafantasmi. Sono qui per il fantasma del dottor Vannini. Qualcuno mi ha chiamato oggi pomeriggio, non ha detto chi era, aveva una voce stridula, diceva del tormento del fantasma del dottor Vannini, ridacchiava, cioè… copriva la cornetta, però io lo sentivo ridacchiare al pronunciare il nome. “Vannini”. Ora, siccome io prendo sul serio il mio lavoro ho fatto finta di niente, per cui eccomi qui. Indicatemi la stanza del fantasma, e se mi avete chiamato per farvi due risate il servizio lo pagate comunque. Dunque? Chi si fa avanti?

Dr. Mozzo acchiappafantasmi

Replica

n.v. ottobre 29, 2011 alle 15:52

noemi vizzini, noemi vizzini, noemi vizziniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……………………..

Replica

Dr. Mozzo acchiappafantasmi ottobre 29, 2011 alle 15:58

nv, non si nasconda dietro il nickname di noemi vizzini, che semmai sarebbe noemi mestizia, esca allo scoperto piuttosto, ho armi potenti pronte ad aspirarla

Replica

Trasciatti ottobre 29, 2011 alle 18:15
noemi novembre 2, 2011 alle 15:57

pare il giorno dei morti.
n.v.

Replica

Trasciatti novembre 2, 2011 alle 23:56

Oggi è indubitabilmente il giorno dei morti, ma non per questo bisogna ottenebrarci. Pensi che il signor Cavallo lavorò dieci anni intorno alla propria tomba. Quindi, almeno per gli ultimi dieci anni della sua vita, lui ha pensato costantemente, quotidianamente al proprio trapasso. Secondo me lo faceva senza ambasce, quasi come se stesse preparando una valigia.

Replica

Trasciatti novembre 4, 2011 alle 12:17

Ma qui mi sa che son morti tutti per andare dietro al Vannini, non si fa più sentire nessuno: Piediluc, Debecchis, Cinquini, le comari pulitrici… nessuno, nessuno. Mi torna in mente la fatina di Pinocchio che si affaccia alla finestra della casa bomboniera e dice: Qui non c’è nessuno, sono tutti morti. Però questo riferimento collodiano andrebbe verificato perché più che altro mi ricordo il Pinocchio di Comencini che ci ha confuso le idee a tutti, però era bello.

Replica

nessuno novembre 5, 2011 alle 16:57

nessuno

Replica

la donna di nessuno novembre 5, 2011 alle 20:40

Poichè una volta un uomo al telefono mi urlò tu sei la donna di nessuno!

Poi dopo del tempo mi telefonò mi invitò a un funerale e mi disse Tu c’eri sempre.

Quell’uomo che amavo e che amo.

Replica

nedovannini novembre 6, 2011 alle 11:15

Non capisco perché mi si dà per morto. Capisco invece che l’Ambulatorio è il luogo di nessuno e il non luogo di tutti. Ma i tutti non esistono se non in parte. I tutti ormai non dimostrano più l’esistenza dell’intero, I tutti sono pazienti incapaci di riempire un ambulatorio così vasto. Ecco perché conviene pensare che il Vannini sia morto.

nedovannini

Replica

Trasciatti novembre 6, 2011 alle 12:55

Rabbrividisco a queste parole, lei Vannini è morto da un pezzo, ho visto le comari che issavano sulle picche la sua testa e se la rimbalzavano da una picca all’altra, non ci son dubbi che lei è stato straziato, mi dispiace però che non se ne sia accorto e continui a pensare di essere vivo.

Replica

Trasciatti novembre 6, 2011 alle 12:55

Quei massacri del 93 in cui lei è stato coinvolto sono davvero una cosa terribile.

Replica

nedovannini novembre 6, 2011 alle 19:21

“La psichiatria. Lo psichiatra. Il paziente. L’ambulatorio è il luogo. Il luogo è l’ambulatorio.”
Sillabava con calma e con estrema sapienza il mio gatto Sempronio ieri sera, mentre io cacciavo un paziente con un fucilino a elastico (dunque nel modo più incruento del mondo). Devo ammettere che questo non può essere vero perché nessun paziente potrebbe svolazzare liberamente nel tinello della mia casa: alle finestre ci sono le zanzariere (anche d’inverno). L’ho detto solo per contraddire Sempronio. Ma… è vera contraddizione? E cosa sono in realtà i tinelli?

Replica

paziente 1 novembre 7, 2011 alle 10:22

Il tinello. Molti anni fa ho pensato che il danno, il danno psichico assoluto, ma anche fisico e decisivo, la nefandezza orrenda, orrenda e perpetrata, si fosse svolta tanti anni prima e reiterata poi esattamente nel tinello, con quel suo tavolo rotondo con sopra il tappeto marroncino a fiori rosa, e con un buco rotondo da sigaretta che stava lì, visto che tutte le notti le passava a fumare, a fumare e far di conto con un bicchiere di vino bianco lasciato a metà, un divano appoggiato al muro; tutta l’angoscia della casa si concentra lì ogni notte, tra quel suo andirivieni notturno dal bagno al tinello, gatti non ne avevamo, solo il cane di casa, mi chiamava così , sempre chiamato, e m’aveva scritto fior di lettere,a me a mia madre a mia sorella, con quella vena tragica esaltata dalla lunghezza delle notti, su quei foglietti d’ albergo firmati CIGA HOTEL, poesie, comandamenti, suoi ricordi, scriveva di notte nel tinello, faceva anche dei conti per l’ufficio, in primavera estate la finestra era spalancata, ci entrava il profumo della magnolia, oppure pugilava da solo davanti alla tele accesa come se non ci fosse nessuno, con un lampadario a tre bocce che scende proprio in centro al tavolo, la tele di notte quando finiva c’era solo l’insegna rotonda di Capo d’Istria o tante bande colorate verticali e uno strano suono che si mescola al buio del giardino …

Replica

Trasciatti novembre 7, 2011 alle 02:07

Vannini, la sua voce è di una pacatezza agghiacciante: non sente le urla giù in strada dei giacobini iracondi? Non sente le grida delle monache cacciate dai conventi e dei preti infilzati con le baionette?

Replica

nedovannini novembre 7, 2011 alle 13:35

Taci Trasciatti, e lasciami visitare il paziente numero uno.
Dunque:
Lei caro paziente numero uno è pazzo. Ma questo è normale. La pazzia e la pazienza sono come la pazia e la pazzienza: una semplice ipotrofia/ipertrofia ortografica. Diciamo che lei è un pazziente, ossia un ingrediente ortodosso per un ambulatorio. Diciamo che sulla sua pazzienza ho edificato l’idea stessa di un ambulatorio. Detto questo a me pare che lei dovrebbe riflettere meglio sul concetto di tinello, e certo non dovrebbe limitarsi a certi lacerti della memoria. D’altra parte: che cos’è un lacerto se non un brandello di profonda incertezza?
E ancora: la lacertezza è una scienza esatta o una scienza semplicemente denotativo-classificatoria?
Si esprima, si esprima tranquillamente. Qui nessuno le metterà una camicia di forza. Nel mio ambulatorio esistono solo camicie di debolezza, e dopo, a guarigione ottenuta, solo camicini della felicità.

nedovannini

Replica

Trasciatti novembre 7, 2011 alle 22:48

D’Annunzio aveva un camicione da notte con il buco in basso, lì davanti… ci siam capiti dove.

Replica

Trasciatti novembre 7, 2011 alle 22:49

Le palais lui-même défie toute description. Juxtaposant les
thèmes, accumulant les motifs, sans enchaînement logique, au
hasard de l’inspiration du moment, ou en fonction des matériaux
qu’il trouve à sa portée, le facteur, nouvel apprenti sorcier se
voit entraîné par son horreur du vide à une incroyable surcharge
des formes qui s’enchevêtrent à la manière des lianes, croissent
et foisonnent sous la poussée débridée d’une force intérieure que
rien n’arrête plus : jungle pétrifiée où l’oeil ne rencontre pas le
moindre espace où trouver un repos.

Replica

paziente 1 novembre 8, 2011 alle 19:22

Dott. vannini
La ringrazio tanto dottore, per quell’immagine del camicino della felicità promessa; l’ultimo medico da cui sono andata e al quale ho portato i miei sogni di anni, copiati in giro dalle varie agende, m’aveva solo detto che avevo avuto una gran fortuna a salvarmi il culo, e a saltarci fuori così. Del resto i lacerti, gli sbrendoli di memorie, così vecchie che ormai la mente aveva sigillato a un loro posto,dopo che mi eran riaffiorati dieci anni fa impedendomi di vivere, li avevo tornati a imprigionar da qualche parte, loro e l’ossessione del tinello, adesso non so, riparlarne con lei, oramai avevo chiuso la questione, e a volte mi sembra che anche indulgere nella malattia quando l’oblio o come dite voi, ha fatto la sua parte sia un voler indulgere a rimandar la vita e le sue corse, non che ne faccia più tante , e l’aspetto mi si volge al triste, ma le espressioni variegate, il tono muscolare, la vivacità della voce, la spontaneità del sentire, sono le cose che vorrei ritrovare, al di là delle abitudini della vita delle quali, tranne poche forse, tranne una sola , tranne la strada della mia vita, non sono mia stata molto amante, dopo anni di grande spaesamento, in cui devo aver creduto di esser stata a Londra ma forse non ci sono andata, e di aver incontrato un fisarmonicista sotto un pesco vicino al British Museum confondendolo con quello che suona sotto il portico vicino a casa mia, se lei è un uomo in carne ed ossa e non solo un fantasma tornato per portarmi l’immagine del camicino, lo dica, se può aiutarmi, perchè tutti ormai la davano per spacciato, ero del resto venuta alle esequie del suo grembiale, e m’ero detta che per me non c’eran più speranze, poi quella notte ho sognato un poeta, che ho conosciuto tanti anni fa, gli ho fatto leggere una pagina che avevo scritto ed egli storceva il naso, poi ha solo detto questa frase “la misericordia di Dio?”
Cosa voleva dire dottore secondo lei?
Oggi poi nel pomeriggio leggendo la storia della follia di M. Foucault ho letto “la follia, nei suoi vani ragionamenti, non è vanità; il vuoto che la riempie è “male fuori dalla mia esperienza” come dice il medico a proposito di lady Macbeth; è già la pienezza della morte: una follia che non ha bisogno di medico, ma della sola misericordia divina. Voleva dir quello il mio sogno? Che solo Dio è l’unica speranza per me nello stato in cui mi trovo?

Replica

alfreda novembre 8, 2011 alle 19:29

Sa Trasciatti cosa ho visto ieri,

un dottorino nuovo che entrava in ambulatorio e mentre si tirava dietro la porta ha mezzo dato un calcio alla Lola e le ha urlato Via! Via! Cani felici noi qui non ne vogliamo! Dunque gli parli lei che io non lo conosco ma che se tratta un’altra volta così il cane lo prenderò a scopate in testa!

Replica

Trasciatti novembre 9, 2011 alle 23:43

Ma, guardi, penso che sia il Trapunti, è uno tutto borioso. Aveva il pizzetto?

Replica

alfreda novembre 10, 2011 alle 21:10

Ah non lo so mica cos’aveva, perché non ci ho più visto e se la scopa ce l’avessi avuta in mano gliel’ avrei tirata sul coppetto pure subito, poi sarà anche il Trapunti! SE LO VEDE GLIELO DICA CHE LA LOLA E’UN CANE SACRO, NON SI TOCCA, NEIN, il cane sacro dell’ambulatorio, se non fosse uno borioso potrebbe dirgli il porta fortuna, ma se è borioso, gli dica pure che è il cane sacro, e come tale va rispettata se proprio non si è capaci di amarla, se l’amsse il Trapunti pizzuto sarebbe meglio, ma se non riesce fa lo stesso, MA LA DEVE RISPETTARE.

Grazie Trasciatti io so che qui dentro posso contare solo su di lei.

Replica

nedovanninipsichiatra novembre 11, 2011 alle 10:12

non me lo ricordo chi sono.
sono io?
a volte mi pare di sì, ma c’è come uno scivolo, e in fondo, nel punto più basso, l’ambulatorio.
voi, omiciattoli dottoruncoli pazientucoli, non lo capite il disastro. non lo capite il senso orribile di un ambulatorio ormai senza governo. è un corpo senza vita che giganteggia come fanno i morti. presto l’ambulatorio si mineralizzerà come una stella, e, ve lo assicuro, colmerà tutto l’universo.
nedovanninipsichiatra

Replica

Trasciatti novembre 11, 2011 alle 11:15

Sì, è vero, l’ambulatorio è un enorme mostro galleggiante, una salma erratica, vorrei direi un salmone (se non fosse una battuta di dubbio gusto) viste le dimensioni gigantesche, come quelle astronavi siderali scassate dalle troppe battaglie, con le piattaforme deserte e desolate che incrociano a largo di Vega, senza più controllo, tenebrose, inumane. Laggiù in fondo alle scale, Vannini redivivo (o redimorto, non so) l’ambulatorio sprofonda, s’incunea nella melma fino a scomparire del tutto alla vista, s’immerge nell’intestino della terra dove le costellazioni sono a rovescio, e a rovescio del rovescio del rovescio, e si avvita, l’ambulatorio, e scava con il becco perforante, trivella e scava, e con le zampe palmate raspa indietro tutta questa terra che non sappiamo più dove mettere… Quando smetterà di scavare?

Replica

Lascia un commento

Post precedente:

Prossimo post: