Vi ricordate Barbarella, Uranella, Alika? Oppure film come La bestia nella spazio? Bene, ricordateveli e basta perché Acquario è un’altra cosa. Però questo Acquario n. 3 si spinge là dove accennavano di andare gli altri due numeri precedenti, cioè verso il fanta-erotico, il sexy-stellare. La prima cosa che colpisce, però, è la copertina: un omaggio esplicito a Urania, agli inconfondibili disegni di Karel Thole. Qui si vede un “divoratore di pianeti” su uno sfondo di rocce aliene, sotto un cielo rosso marziano, intento a spalancare la sua bocca mezzalunata per inghiottire il pianeta di turno. Un disegno veramente degno della migliore tradizione uraniana.
Ma torniano al fanta-sexy-scientifico. Non staremo certo a raccontare la trama di Catrame o di Una cosa spiacevole sul pianeta Ramar. Sottolineamo però che in questi racconti compare la nuova, sublime figura del mummulitto, scimmia da compagnia per signore e signorine sole (ci siam capiti). Nel racconto La scatola d’acqua (ultima reliquia di acqua potabile rimasta) l’autoumiliazione carnale della dottoressa Delgado, durante uno strano concistoro dedicato a sbrogliare il complicato “affaire” Panglass, ha come correttivo l’amore lesbico con la bellissima assistente Priscilla. E gli uomini? Gli uomini sono tutti presi dal fascino di robottesse programmate, un po’ fidanzate un po’ geishe, come sognano tanti.
Ma non dimentichiamo Lerchi, dal membro orrendamente grande e dal viso bellissimo di semidio, bramato dalle donne e cacciato dagli uomini, Lerchi costretto alla fuga, solo, disperato e struggente: Non c’è nessuno, è solo Lerchi, solo con il fruscio delle onde, solo nel mare immenso. E all’improvviso Lerchi ricorda, e urla, Lerchi, un grido acuto come di balena, lungo e straziante, mischiato alle lacrime, un grido che il vento solleva e porta lontano.
Non manca, poi, Crampal, il fantaromanzo a puntate, che stavolta vede protagonista non l’ingegner Giorgio Crampal, ma il suo amante alle prese con… la moglie di Crampal medesimo. Insomma, l’amore erotico è declinato in ben più di un modo in questo numero di Acquario che si chiude con Baia, una prosa lirica nera, un raccontino inquieto e simbolico che fa pensare a Buzzati.
Più decisi e orripilanti anche i disegni, le figurine, i mostriciattoli di Edoardo Gori che spuntano da tutte le pagine.
E il Golfo Stella? Un mistero.
Acquario si può ordinare sul sito di Libertà Edizioni