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Al fuoco
Felice di restare sempre qui
aspetto che mi crescano radici.
Contento di guardare un vecchio film
non apro se mi suonano gli amici.
Mi piace il mondo se finisce qui
non sento più nemmeno quel che dici.
Il mio cervello in fumo se ne va
i monti sono in fiamme alle pendici.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco gridano.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco sono io.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco gridano.
Al fuoco, al fuoco…
Inganno il tempo per non vivere
inganno il mondo per non farmi male.
Aspetto il tempo della gioventù
aspetto ancora il tempo delle mele.
Mi piace il mondo se finisce qui
mi piace stare solo in riva al mare.
Il mio cervello in fumo se ne va
mi sento già lambire dal calore.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco gridano.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco sono io.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco gridano.
Al fuoco, al fuoco, al fuoco sono io.
Al fuoco, al fuoco…
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mi sento ancora una volta di condividere la sua poetica incendiata
P.f.m per cosa sta? Premiata Forneria Malconci?
La testa mi ha preso fuoco tanti anni fa, il giorno preciso non lo ricordo, adesso non mi ricordo con precisione neanche se ci fosse più fuoco sul dietro o sul davanti, anche il dottore allora me lo aveva chiesto – Ma da dov’ è che le uscivano le fiammelle dal davanti o dal di dietro?- Non me lo ricordavo, scottava e basta, allora rimediavo mettendo la testa sotto il braccio della doccia, mi mettevo in ginocchio ai piedi della vaschetta e prendevo la doccia e sotto ci mettevo la testa, l’acqua fresca era un sollievo sentirla sgocciolare, così bella fresca sulla testa bollente, quei giorni là imprecavo contro casa mia, imprecavo contro il soffitto, imprecavo contro il pavimento, mi sembrava di star così stretta in casa che il soffitto mi schiacciasse del tutto, pur amando la casa e lo stare in casa non ero una persona da casa, cioè non mi sarei mai comperata una vestaglia, o delle ciabatte, le ciabatte ce le ho ma me le hanno regalate, a mettersi il pigiama presto alle cinque sei di sera stando in casa ci si sente malaticci, anche a mettersi le ciabatte, lo facevo una volta quando ero piccola, a volte ho girato per casa con un uomo che conoscevo che aveva una vestaglia arabescata e la guardavo con interesse, sorridevo alla sua vestaglia sui toni del beige con quei begli arabeschi rossi, e ho capito che amo l’indagine sugli uomini un po’ scamiciati, ad esempio quando escon dal bagno e si riempiono la faccia di cremina lenitivo solare, poi le passioni se bruciano male si va in fiamme da soli, se bruciano bene si va in fiamme in due, problema del dosare l’acqua, tenere il fuoco al minimo che duri senza fare danno, tenere anche un sorriso sulla faccia quando si può, se non ci si cava troppa acqua dai due fuochi se si può, dopo in giro a volte spellati, nervi e carni al vento in preda a tutto mosche zanzare altri insetti pidocchi sulla testa, testa e capelli al vento, vento tra i capelli quando l’aria finalmente libera li pervade e rende soave la testa.
Ma lo sa, Mr. Trasciatti, che nella foto fa un po’ pensare a un cert Al Bano?
Ha notato anche lei? Ho notato anch’io.
al bano e bobbi solo, direi
Al bano? Bobby Solo? Ma chi sono?
eh, no, eh no, eh no!
lo stesso chiodo, la stessa pettinata; e la canzone? le mando i link: un jour viendra, j’ai oublier de vivre, vivre pour le meilleur… valuti, confronti e poi mio dica, almeno mi citi nelle note
al bobbi
Chiodo? pettinata? note? oublier?
non faccia il lucchese e vada su youtube – lo frequenta, no? – inserisca i titoli che le ho scritta e si sciacqui le orecchie… pure gli occhiali s’è messo