Alessandro Fiori: La vigna del Nonno Bì

di Trasciatti il 22 luglio 2011 · 2 commenti

Quando scendevo dal letto era già lì da un paio d’ore

con l’orologio da taschino ed il berretto intonato col completo.

Sembrava un signorino tra i filari ma la zappa pesava perlomeno

cento volte il mio piccolo rastrello.

Lo raggiungevo dopo colazione lontano dai rimbrotti della zia          

e lo aiutavo a rassettar la vigna, o almeno ci provavo,

di sicuro gli facevo compagnia.

Il bisnonno era uomo di poche parole, più precisamente di punte,

e in casa era costretto in una sedia.

Ferme sopra il suo berretto le appestate evoluzioni                                               

delle Nazionali senza filtro strozzavano donne Sante

attaccate alla parete, mentre in tasca il suo segreto

eran monete antiche strette nella carta del giornale.

Beveva un bicchiere del suo vino asprognolo e sgarbato

e meno male che se sembrava morto s’era solo appisolato.                       

A merenda anch’io assaggiavo il vino con lo zucchero sul pane

e allora ripensavo all’ultima vendemmia, al peso dei panieri,

agli agguati delle vespe, a quanto tutti insieme c’eravamo divertiti.

Appena il bollore stemperava la campagna, come un fantasma

tornava tra le viti ed io lo seguivo a mo’ di gatto                                               

col terrore d’esser di disturbo. Quella piccola vigna

lontana dalla casa, diventava verso sera un posto sacro:

lui era un dotto sacerdote ed io il chierichetto che mangiava

qualche chicco di nascosto. Partiva a suonare l’acquedotto

poi si rifermava all’improvviso e negli occhi del bisnonno                   

vedevo un sorriso bello come un grappolo da un chilo.

Ormai da quindici anni non c’è più manco una vite ma solo

un filo di ricordi che unisce un paradiso ad un parcheggio.

Lo chiamavo Nonno Bì e se passeggio in una vigna

mi sembra che sia qui.    

***

Questo brano di Alessandro Fiori (www.alessandrofiori.net) lo avevamo pubblicato qualche tempo fa ma poi è sparito dal sito. Non crediamo sia stato rubato, forse lo abbiamo inavvertitamente cancellato, o forse lo avevamo pubblicato sul sito vecchio che attualmente fa il cretino e non si rende accessibile neanche ai padroni. Fatto sta che abbiamo pensato di rimetterlo qua. I fiori in alto sono di Stefano Acconci, sul quale Acconci dovremo tornare perché recentemente ha pubblicato il primo catalogo delle sue opere dipintorie.

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stefano acc luglio 22, 2011 alle 16:14

grazie al direttore,
entrambi i quadri dialogano molto bene con gli scritti(prerogativa del blogger).
un saluto
stefano acc.

Replica

Direktor luglio 22, 2011 alle 23:30

Ciao Stefano, volevo avvertirti ma tanto lo sapevo che saresti apparso qui. Siamo tutti fantasmi.

Replica

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