Una lettrice, che preferisce restare nell’anonimato, ci manda questo testo. Abbiamo il sentore che ci sia qualche riferimento a persone realmente esistenti, anche se non sappiamo chi.
L’homo selvaticus
L’homo selvaticus ha molti peli sul viso e da qualche altra parte, ma gli occhi si vedono.
L’homo selvaticus cammina eretto e sa pure guidare la macchina.
Però non parla: ulula e abbaia per spaventare moglie e figlie che infatti quando lo sentono avvicinarsi si nascondono e lui per la rabbia recita un paio di giaculatorie.
Se qualcuno volesse vederlo forse potrebbe scovarlo nella parte più remota della piana lucchese, dove insieme ad altri homini selvatici, si nasconde in una serra per coltivare fiori. Ma se lo stesso qualcuno volesse proprio catturarlo per riportarlo nella sua tana, nell’Antro del Corchia, dovrà entrare furtivamente, a notte fonda, in un’abitazione della periferia della città e lo troverà profondamente addormentato per terra accanto ad un lettino, mentre tiene nella sua manona pelosa la manina di una bambina che si è addormentata mentre lui le stava mugugnando una storia di lupi.
(In alto: immagine tratta dal De Monstrorum causis etc. di Fortunio Liceti)