Ci giungono da Randaccio delle strane foto. Si possono fare ipotesi. Anche scommesse. Chi indovina vince due prosciutti, uno crudo e uno cotto.
Ci giungono
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di Trasciatti il 17 settembre 2011 · 5 commenti
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Dopo Frate Indovino, Il Sesto Caio Baccelli, Il Bignami, Il Borzacchini e il Devoto-Oli, arriva Il Trasciatti. E' un calendario, un almanacco, un inventario di cose vecchie e inutili, un ricettacolo di scarti, di cose e libri dimenticati, di autori che non si leggono più o che non si sono mai letti. Ma è anche una specie di condominio dove sono stati invitati alcuni amici ad abitare, l'uno accanto all'altro, ma in completa indipendenza. Amici miei, voglio dire, fra loro magari neanche si conoscono. Così li posso avere tutti qui, vicini anche se lontanissimi, per fare delle belle chiacchiere inutili. Ognuno ha qualcosa di dimenticato nella testa, qualcosa di cui non parla mai con nessuno perché quasi si vergogna, o perché sa che tanto non lo stanno a sentire. Ebbene, questo è il luogo dove tirare fuori le vergogne. Io, per esempio, ho un mucchio di articoli che i quotidiani e i giornali in genere si sono ben guardati dal pubblicare. Non mi hanno neanche risposto. Potevano almeno dirmi, che so, "Guardi, a noi non ce ne frega niente del suo Francesco Franceschi difensore del Metastasio", che io invece amo tantissimo anche se non so nemmeno chi era. Però non me lo hanno neppure detto, son stati zitti. Hanno chiuso la redazione a chiave, e loro dentro zitti per paura di farsi sentire. Io lo sapevo che erano dentro, origliavo dalla porta e sentivo dei respiri di giornalisti ansiosi. Fumavano anche in silenzio, ma non osavano aprire le finestre per non fare rumore e tradirsi. Così la stanza è diventata una camera a gas e sono tutti morti asfissiati. Per colpa mia e della paura che avevano di Francesco Franceschi.
Alessandro Trasciatti è nato a Lucca nel 1965. Ha pubblicato "Prose per viaggiatori pendolari" (Mobydick, 2002), "La via dell'orco" (Trasciatti 2008) e varie plaquettes di versi e prose. Ha collaborato a "Paragone", "Poesia", "GenteViaggi".
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Alessandro Trasciatti
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ma questo è il fattore Cavallo, intraveggo le “ecatombe”, le foto son belle e di molto, tinte a dovere. da chi vengono, chi ci andosse, ma sovra ogniosa, chi ne tornosse? pensavo fosse un posto proprio fatto per isperdervicisi. ho vinto? nel caso, non si disturbi. son trapiantato di fresco. appena tornato da Ovada. e non tollero altro che un cincinin di cima con un tocco di preboggion a sera. stop. saluti.
Io fui a Hauterives, girai per il palais ideal, scattai foto, evitando viaggiatori e osservatori di ogni dove e come. Sopravvissi e spedii anche una cartolinacavallo, arrivata al galoppo. Un’esperienza postale.
avevamo pensato di portare quel che resta del cavallo in ambulatorio, anche perché il veterinario trasciatti è un discreto cavallologo. se si trattasse di un postino sarebbe tutto più semplice, ma qui c’è un incrocio tra uomo e bestia che richiede un lavoro d’equipe.
dottor vannini
Nanni Dinegro ha vinto! A lui assegnamo seduta stante due prosciutti bellissimi istoriati: uno cotto e uno crudo come da bando. Il vincitore può passare a ritirare il premio in ambulatorio a partire da subito.
Felicità e saluti!
Per quanto riguarda il Fattore Cavallo, è vero quanto sostiene il collega Vannini: siamo in presenza di un delicato caso di ibridazione umano-equina che si può dirimere solo attraverso un approccio olistico-divinatorio. Del resto, stiamo gettando le basi per una rifondazione delle Scienze Umane e Animali, partendo dagli assunti imprescindibili dell’Equopsichiatria Dinamica, che – in mezzo a mille difficoltà e sospetti – si sta finalmente facendo largo negli ambienti scientifici più avanzati (ma anche in quelli meno avanzati, essendo che va tutto in circolo, specie dopo pasti abbondanti).