Un libro russo

di Trasciatti il 28 novembre 2011 · 5 commenti

Ho qui sottomano un bellissimo libro russo scritto in cirillico incomprensibile. Me lo ha mandato Timofey Kostin che lo ha illustrato. E’ quadrato, il libro, copertina rigida cartonata, colorata, c’è la foto di un bambino volante su uno sfondo cosmico marrone scuro, rugginoso e una scritta bianca, cioè il titolo e il nome dell’autore: secondo me c’è scritto “Caos” e qualcos’altro, poi “Alexandr” e qualcos’altro.

E’ un libro che parla di guerra, di comunismo, di prigioni reali e mentali, ma anche di fughe e di grandi slanci in aria. Nonostante la presenza del bambino volante, non è  precisamente un libro per bambini. La  guerra stravolge gli animi, deforma le facce. I personaggi disegnati da Tim Kostin sono imbruttiti dalla paura, si affrontano, si guardano in cagnesco, sembrano aver rinunciato definitivamente a usare il cervello. Tim usa il bianco e nero, ma anche il fotocollage per costruire queste figure goffe e barbare. Gli sfondi sono spesso sanguigni, o color fumo, o color marcio e ci si stagliano degli enormi alberi, che più che alberi sono grappoli di figure umane, masse annodate di omìni tutti uguali, dell’uguaglianza coatta dei totalitarismi.

Non ci sono figure femminili in questo libro, se si eccettua una gigantesca rappresentazione della Giustizia e una sorta di “pietà” con madre e figlia. Eppure gli uomini devono essere venuti su da qualche parte per disseminare il mondo di teschi. Quel bambino volante in copertina comunque ride. Forse lui ce l’ha fatta a voltare pagina.

 

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gianfranco novembre 29, 2011 alle 11:56

Sempre bellissime, come sempre, le illustrazioni di Tim.

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T. Costini novembre 29, 2011 alle 12:50

O, caro Direktor!
Grazie per questo regalo magnifico, la recensione così bella ed anche precisa.

P.S. Ma, adesso, dopo tutti quei particolare che hai notato nel testo del libro, per favore, non cercare di convincermi che non sai leggere in cirillico.

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timoteo costini novembre 29, 2011 alle 12:52

Grazie, Gianfranco!

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Direktor novembre 29, 2011 alle 13:13

Sì, lo ammetto, ho studiato anche il russo da giovane. In particolare il russo delle steppe, ho vissuto tre anni in un’isba, una sera di tempesta entrò dalla porta un fulmine globulare, una specie di palla che fece il giro delle pareti, tutto in tondo. E’ un fatto documentato.

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Costini novembre 29, 2011 alle 14:31

Ecco! Adesso comincio a capire da dove proviene questa forza, questa elettricità.

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