Un film di Alessandro Trasciatti
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di Trasciatti il 21 dicembre 2011 · 7 commenti
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Dopo Frate Indovino, Il Sesto Caio Baccelli, Il Bignami, Il Borzacchini e il Devoto-Oli, arriva Il Trasciatti. E' un calendario, un almanacco, un inventario di cose vecchie e inutili, un ricettacolo di scarti, di cose e libri dimenticati, di autori che non si leggono più o che non si sono mai letti. Ma è anche una specie di condominio dove sono stati invitati alcuni amici ad abitare, l'uno accanto all'altro, ma in completa indipendenza. Amici miei, voglio dire, fra loro magari neanche si conoscono. Così li posso avere tutti qui, vicini anche se lontanissimi, per fare delle belle chiacchiere inutili. Ognuno ha qualcosa di dimenticato nella testa, qualcosa di cui non parla mai con nessuno perché quasi si vergogna, o perché sa che tanto non lo stanno a sentire. Ebbene, questo è il luogo dove tirare fuori le vergogne. Io, per esempio, ho un mucchio di articoli che i quotidiani e i giornali in genere si sono ben guardati dal pubblicare. Non mi hanno neanche risposto. Potevano almeno dirmi, che so, "Guardi, a noi non ce ne frega niente del suo Francesco Franceschi difensore del Metastasio", che io invece amo tantissimo anche se non so nemmeno chi era. Però non me lo hanno neppure detto, son stati zitti. Hanno chiuso la redazione a chiave, e loro dentro zitti per paura di farsi sentire. Io lo sapevo che erano dentro, origliavo dalla porta e sentivo dei respiri di giornalisti ansiosi. Fumavano anche in silenzio, ma non osavano aprire le finestre per non fare rumore e tradirsi. Così la stanza è diventata una camera a gas e sono tutti morti asfissiati. Per colpa mia e della paura che avevano di Francesco Franceschi.
Alessandro Trasciatti è nato a Lucca nel 1965. Ha pubblicato "Prose per viaggiatori pendolari" (Mobydick, 2002), "La via dell'orco" (Trasciatti 2008) e varie plaquettes di versi e prose. Ha collaborato a "Paragone", "Poesia", "GenteViaggi".
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Alessandro Trasciatti
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caro trasciatti,
mi pare il seme di un capolavoro. molto bella la musica concreta. mi ricorda il rumore di foglie secche che fa dostoevskij (da morto) in un bel libro di guido piovene (le stelle fredde). vedo un solo difetto: mancano i sottotitoli per i non udenti.
ottorino vannini
bello davvero,
la colonna sonora riproduce esattamante gemiti e lamenti del vannini
Continui nella regia le si prospetta un avvenire.
(un solo errore, ma è stato mio
il disegno è di Federico Ianniciello.)
oh… caro dottor piediluc,
mio fratello nedo si è nascosto in un armadio a muro. ha sempre fatto così anche da piccino. comunque, mi creda, non geme mica in quel modo lì. mugola gracida squittisce e un po’ ringhia. a volte soffia, ma di traverso. è un uomo inquieto mio fratello. gli ci vorrebbe uno che lo portasse fuori, ma non proprio fuori fuori. diciamo lungo un recinto, un po’ prima della luce.
il film del trasciatti comunque lo rappresenta bene: uomo per così dire di confine, e sempre in bilico tra la psichiatria e l’antipsichiatria, tra la luce e il buio degli armadi a muro.
suo ottorino vannini pittore
Grande problema anche di mio nipote o troppo sovraesposto o troppo al buio, o troppo fuori troppo dentro, incagnato nell’intimo, una famiglia di esagerati che per periodi si dimenano enormemente concludendo in verità assai poco e per altri son costretti all’immobilismo e al ripensare, qui ultimamente anche nelle nostre zone i pazienti mi chiedono l’equilibrio, ma si rende conto ottorino? Chiedere a me l’equilibrio? Una domanda da un milione di dollari! Eppure col mestiere che esercito dovrei averlo, e invece sono in mimesi continua, in simbiosi vortilcale , trovare l’equilibrio in una giusta dose di luce, nè troppa nè troppo poca, una luce sopportabile che ci faccia vivere, il problema è che tanti anni fa come lei dovetti inventarmi un mestiere.
io sono diventato pittore proprio per una faccenda di chiaroscuri. stavo lì in bilico dove finisce la luce, lì dove passeggia quello scimunito di nedo. passeggia, capisce dottore? i manicomi sono strisce di luce, tipo passaggi pedonali: un piede sul bianco e uno sul nero. luoghi ritmici e distrettuali.
comunque caro dottore un giorno o l’altro le farò vedere un pezzetto di tela. non più di un centimetro quadrato si intende. in futuro chissà…
ottorino vannini pittore
Come ebbe a dire nella zona di Lunata un famoso mecenate delle arti e del ciclismo:
“…….è un filme!!!”
umilmente sottoscrivo e plaudo.
sempiternamente Vostro
S.
Cari miei, vi ringrazio molto per questo apprezzamento eviscerato. Sono molto stanco dopo questa prova registica, il cinematografo è un’arte che sforza gli occhi. Sia quelli fisici, sia quelli dell’anima. Ottorino non lo avevo mai sentito nominare finora, ma quanti sono in famiglia i Vannini? Ne spuntan sempre di nuovi. Come se non ne bastasse uno solo.