Cos’è “Acquario”? Chi lo scrive? E soprattutto: chi sta dentro la vasca? Chi fuori?
Quante maschere stanotte, quanti pesci
mai visti schiacciavano il muso
contro il vetro lercio dell’acquario
…
è una città fantasma è un circo spento
noi siamo chiusi dentro
voi fuori
Così si legge nel primo numero (marzo 2011) di questo “fantaperiodico figurato” stampato su “piccola Terra” da Libertà edizioni. Il secondo numero è uscito a giugno, il terzo dovrebbe essere prossimo all’uscita. All’interno i brani non sono firmati, così che si possono fare solo congetture (era questa la formula dell’”Accalappiani”, rivista che ruotava intorno a Paolo Nori), ma qui oltretutto i nomi degli autori in copertina sono piuttosto improbabili, non si son proprio mai sentiti. Ma ha poca importanza la paternità dei singoli scritti e dei disegni, conta di più il risultato d’insieme, il timbro complessivo.
Racconti compiuti si alternano a frammenti narrativi, brevi poesie, disegni tracciati come su un blocco notes o un diario scolastico. Sembra di essere in un frullatore della memoria dove sono riconoscibili lacerti di letture e visioni della nostra infanzia e adolescenza: la fantascienza di Urania, quella di telefilm come UFO o SPAZIO 1999, i giornaletti porno-horror, gli album delle figurine. Ma non è un’operazione di revival per quarantenni (e oltre). Piuttosto c’è lo stupore e l’inquietudine di vivere sulla Terra come su un pianeta alieno, lo stesso stupore che da ragazzi provavamo leggendo (o guardando) storie di astronavi, viaggi interstellari, mostri siderali. E c’è pure una vena granguignolesca, dove il macabro e il sessuale diventano esagerati, grotteschi. Ecco, semmai sorprendono un po’ queste incursioni nel truculento in un giornalino (mi viene da chiamarlo così) dall’aspetto grafico leggero, misurato, infantile (ma può darsi che l’effetto di contrasto sia voluto).
Anche i testi in versi godono di questa ironica levità:
INCIPIT SANIA OLMS
Mi chiamo Sania Olms e sono uno scrittore.
Scrivo di notte. Di giorno lavo i ponti del Pernod.
Il capitano Pahab rilegge ciò che scrivo.
Certe volte scuote il suo testone glabro.
Altre sorride fumando la pipa.
EXIT SANIA OLMS
Stavolta ho fatto centro: il mio journal intime
vende sei volte più dell’Astral Week.
Ormai sono armatore di una flotta, la Olms & C.
Pahab presiede il consiglio di amministrazione.
Ho quasi pronto il seguito:
INALIENABILE ALIENO
E così si va avanti, tra relitti di una letteratura di anticipazione obsoleta (e per questo poetica) e le avventure del mostro Lerchi, dotato di uno spropositato membro assassino, concupito dalla dottoressa Sally Cock (sic!). E i nomi dei personaggi, appunto, sono spesso stranieri o strani, come usava quando non era credibile una fantascienza italiana: Giorgio Crampal, Jason Bribber, Katarine Mansfield, Carlus Kregg… e Sania Olms, appunto, che ritorna insistentemente con i suoi INCIPIT/EXIT.
Dove ci porterà l’atronave di Acquario? Chi ci porterà? Di certo ci porterà altre storie, altre figure e figurine, mostriciattoli sghembi, ripetuti in maniera seriale e ossessiva. Li stiamo già aspettando, questi umanissimi alieni, e guardiamo in alto perché piomberanno dal cielo, dove per ora vagano multiformi le nuvole:
Certe nuvole sembrano per natura votate all’informale e difficilmente cedono al figurativo, anche se una lunga osservazione può tradire qualche parentela con le cose o piuttosto lasciare il campo libero all’immaginazione. Altre, invece, rimandano alla terra come animali domestici, spesso ironicamente, con la licenza poetica della caricatura. Le più sofisticate attingono al repertorio della mitologia e si fingono mostri, chimere. Alcune, dedite alla meditazione, navigano il cielo da sole, mentre altre si concentrano in un punto, quasi per un raduno programmato, e stanno in conciliabolo tra loro, importunate appena dalle correnti che inutilmente si affannano a spostare altrove quella mole.
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saluti alla rivista da questa città terrestre.
s.acc
bell’articolo, fa venire voglia di leggere il libro!
lo legga, Costanza, lo legga
il disegno in alto a sinistra propone la luna in bocca, variante della luna nel pozzo: assaggiare subito il pescato