Due epigrammi (e tre poesie) di Noventa

di Trasciatti il 8 settembre 2011 · 0 commenti

 

 

 

Non era tenero quest’uomo con i nostri poeti.

I

Ungaretti

uomo di penna

ti basta un’Accademia

per farti coraggio.

II

Sali in su, Montale

sali in su:

sale

l’ultima tua bolla in su:

sali in su

anche tu.

*

… C’eran critici e vatini,

Ma Gobetti e Benedetti,

Generosi cherubini

Di rivolte e di rispetti.

Piero mondi concepiva

Di ribelli senatori,

E i meccanici finiva

Con le lime dei dottori;

Giacomino in braccio a Saba,

E in disparte, stava là,

Trasognato in una fiaba

Dell’ebraica libertà.

Pur sia dolce la memoria

A quei due dei miei vent’anni:

Come fu non facil gloria

Consumarsi in quegli inganni! …

**

O scatole notturne parigine,

Dove innocenti gazze beccan l’oro

Nostro, e di civiltà meno divine,

Fra le rinunce al lascivo decoro

Anche da voi ci gridano la fine

Satiri e servi, e nel selvaggio coro

Americano, che dirige il ballo,

Avidi gnomi, dipinti di giallo.

***

Mangio e bevo un po’ troppo, lo so:

Tre volte

A ogni gong.

La prima volta, da solo, coi poveri:

La seconda, da solo, coi ricchi:

La terza con tutti gli amici,

Ricchi e poveri.

E’ un po’ troppo: ma come sfamarmi,

Come volete che possa sfamarsi,

E dissetarsi, un poeta,

Da solo?

Ah, se i poveri fossero uomini! …

Se i ricchi fossero uomini! …

(1959)

Venerdì 9  settembre, ore 17, Agorà, Piazza dei Servi, Lucca: presentazione del libro di Daniela Marcheschi Nessuno è poeta. Scritti su Giacomo Noventa.

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